MIGLIONICO.
“I lucani iper inquinati. Troppi i siti da
bonificare”. La Basilicata detiene il record
nazionale del numero di siti potenzialmente
contaminati per ogni mille abitanti. Lo
rivela un rapporto dell’Arpab (Agenzia
regionale protezione dell’ambiente di
Basilicata) di fine 2016, ma pubblicato
quest’anno, secondo il quale “la nostra è la
regione – scrive Piero Miolla su La Gazzetta
Del Mezzogiorno del 2 ottobre 2017 – di gran
lunga più contaminata d’Italia, in
proporzione al numero di abitanti tanto che,
nella speciale classifica, precede
nettamente la Calabria e la Sardegna, mentre
la regione che è conosciuta come quella che
ospita la “terra dei fuochi”, cioè la
Campania, è appena al decimo posto. Un dato
questo, che la dice lunga sullo stato
preoccupante in cui versa la nostra terra”.
Nei siti di Tito e della Valbasento sono
presenti dei “cocktail della morte”. Le due
aree, infatti, “contengono metalli pesanti,
idrocarburi policiclici aromatici,
idrocarburi leggeri e pesanti ed altre
sostanze tossiche e nocive: amianto, piombo,
rame, cromo totale, arsenico e altri agenti
cancerogeni. La bonifica è assolutamente
necessaria, ma è ancora di là da venire.
Tito è il luogo in regione con il maggior
numero di siti contaminati, ben 97, seguito
da Ferrandina (75) e da Pisticci (59). A
Matera ce ne sono 21, a Salandra 19, a
Potenza 18. A Montescaglioso e Tricarico se
ne contano 6; a Bernalda, Tursi e Scanzano
ce ne sono 5; a Pomarico e a Policoro ne
stanno 4; a Irsina 3”. |