MIGLIONICO.
Il turismo “cafone” a Matera. Viaggiatori
improvvisati arrivano a Matera e inseguono
il superfluo, rifuggono musei e mostre.
Lasciano rifiuti un po’ ovunque. E qualcuno
chiede di visitare i famosi “massi”. “Urla
trogloditiche con eco dalla gravina, picnic
sulle scalinate di chiese e monumenti,
battibecchi con i commercianti, rifiuti
abbandonati in edicole votive, fioriere,
vasi – scrive Emilio Oliva su La Gazzetta
Del Mezzogiorno del 22 agosto 2017 – sono
immagini a caso di un assedio cominciato da
ferragosto, con l’invasione di un “turismo
cafone”. Il grosso arriva di ritorno da
vacanze low cost tra Puglia, Metapontino e
Calabria. Ha poco tempo da dedicare alla
visita della città ed alla sua bellezza,
insegue il superfluo, non ama i particolari,
rifugge musei e mostre, chiede di poter
visitare i famosi “massi”, si incuriosisce
solo per la “casa delle sorelle”, resa
celebre da una popolare fiction televisiva”.
E’ un turismo spinto più dall’onda
dell’attenzione mediatica riscossa dalla
capitale europea della cultura 2019 che
dall’interesse di scoprire il fascino di una
città unica, fra le più antiche al mondo.
Decine sono i turisti seminudi o in abiti
troppo succinti. Invitato a coprirsi, “siete
dei bigotti”, ha reagito una turista con
sdegno, ma soltanto suo. La Cattedrale a
porte chiuse spesso si è prestata ad
improvvisati picnic sulle scalinate. I
pacchetti di affettati aperti sul momento
per la farcitura di panini e focacce
acquistati al supermercato o portati da
casa. L’identica scena si ripete
all’ingresso di Palazzo Lanfranchi. E poi
tanti rifiuti che non finiscono nei cestini,
ma dietro gli usci, sui davanzali delle
finestre, nelle fioriere, nei vasi. E’ il
turismo “fai da te”. Spesso “cafone”. |