MIGLIONICO.
Onore agli emigranti miglionichesi. Hanno
cambiato la loro vita, lavorando, spesso, in
condizioni di forte disagio. Vivendo
all’estero, il più delle volte, in
solitudine, confrontandosi con innumerevoli
problemi. E sono stati ammirevoli sotto ogni
profilo. Hanno offerto una lezione di vita.
Una vita nutrita di sacrifici e rinunce.
Ricca di valori. Una vita che potranno
raccontare sul filo della memoria
nell’ambito della “Festa dell’emigrante”,
promossa dalla locale sezione della “Proloco”,
diretta dal presidente Giulio Traietta, in
collaborazione con l’Amministrazione
comunale. Sarà una giornata di studio, di
dibattito culturale e di testimonianza, in
calendario nella seconda decade del mese di
agosto. Vi potranno partecipare i
concittadini che attualmente, per motivi di
lavoro, risiedono nelle città italiane e
all’estero. E sono veramente numerosi i
miglionichesi che, negli anni del secondo
dopoguerra, furono costretti ad andare via
da Miglionico in cerca di una vita migliore.
Alla ricerca di un approdo di vita più
appagante e gratificante, libera dalla
schiavitù del bisogno. Furono tanti i flussi
migratori che portarono interi nuclei
familiari a trasferirsi dal Sud al Nord
dell’Italia. E non pochi furono i giovani
miglionichesi che da soli si avventurarono
anche in Paesi stranieri, lasciando nel loro
paese natio gli affetti più cari. Da qui il
senso della lettera aperta rivolta dalla
Proloco ai concittadini emigranti: “Caro
miglionichese, anni fa, hai avuto coraggio a
lasciare il tuo paese - si legge nella
lettera – in cerca di fortuna, lontano dalla
tua terra. Ora hai una vita completamente
diversa da quella che avevi qui. In questi
anni, il nostro paese è cresciuto e si sta
dando una forte dimensione turistica.
Permangono, tuttavia, le difficoltà
economiche. La comunità vuole rendere
omaggio alla tua capacità di impegno
espressa in altri contesti sociali. E ti
invita a ritornare nel tuo paese natio per
riviverne l’affetto”. Giacomo Amati |