MIGLIONICO.
Un concentrato di altruismo. Capace di amare
il prossimo fino al punto di anteporre la
risoluzione dei problemi altrui a quelli
personali. Un angelo. Lunedì scorso (7
agosto 2017) è volata in cielo Anna
Lopergolo, vedova Antonelli, 76 anni,
emigrante miglionichese, nata a Salandra il
1° maggio 1941. Nei primi anni Cinquanta,
unitamente ai suoi genitori, zio Cosimo Lopergolo (di Miglionico), zia Laura Marotta
(di Salandra) ed alla sua famiglia, le
sorelle Elena, Angela e il fratello
Emanuele, si trasferì negli USA (Stati Uniti
d’America), per ragioni di lavoro. Anna,
circondata dall’affetto dei suoi figli, Monica,
Vincenzo, Peter e dei suoi familiari, s’è
spenta in un ospedale di Newborgh (New
York), dopo aver lottato, per due anni, con
tutto il coraggio di cui era capace, contro
la malattia che l’aveva colpita.
Ebbi il privilegio (da cugino, mia madre era
sorella del padre) di conoscerla, unitamente
all’amatissimo marito Vincenzo Antonelli,
agli inizi degli anni Settanta, in occasione
del primo dei suoi frequenti viaggi
effettuati in Italia, alla ricerca delle
sue
origini salandresi e miglionichesi e per
consolidare l’affetto che ha sempre nutrito
nei confronti dei suoi zii, cugini, altri
parenti e amici. Sin da allora e negli anni
successivi, ebbi modo di apprezzarne le sue
molteplici doti morali, lo spessore
culturale e la nobiltà d’animo che ne era il
tratto distintivo. Per alcuni decenni, a New
York, lavorò in una radio privata, ove
condusse un programma dedicato a tutti gli
emigranti italiani, con l’obiettivo di
valorizzare al massimo le tradizioni, gli
usi e i costumi dell’Italia. Adorava lo
studio dei romanzi classici e le poesie
italiane che spesso recitava nel corso delle
sue trasmissioni radiofoniche. Un’altra sua
passione profonda era costituita dal
trasporto per le canzoni italiane,
soprattutto per quelle romantiche cantate da
Mina, Domenico
Modugno, Ornella Vanoni,
Gianni Morandi, Claudio Villa, Peppino di
Capri e Gino Paoli. Anna era anche
un’attenta osservatrice delle questioni
politiche e dimostrava di apprezzare le
opere teatrali e i film che fotografavano il
neo realismo italiano del dopo guerra.
E’ stata una cugina amatissima. Autorevole.
Capace di farsi valere in tutto ciò che ha
fatto. Senza risparmiarsi. Agendo sempre con
passione e determinazione. Ho sempre adorato
il suo pensiero profondo, la sua dolcezza,
il suo garbo, la sua classe. Non avrei mai
voluto scrivere questo saluto d’addio. Anna,
interpretando l’amore di tutti i tuoi
parenti miglionichesi e salandresi, ho
scritto queste poche note col cuore colmo
d’amarezza, con un forte nodo alla gola e le
lacrime agli occhi. Il tuo affetto ci ha
resi migliori. Sei stata una sorgente di
luce. E il tuo ricordo sarà come una
fiammella che non si spegnerà. Mai. Resterà
vivo il tuo sublime esempio di vita. Per
sempre! Giacomo Amati |