MIGLIONICO.
“Salviamo il murales di via “Extramurale
Castello”. E’ l’appello accorato firmato dal
consigliere comunale di minoranza, Antonio
Digioia del M5S. E’ rivolto al sindaco
Angelo Buono e ad altri enti istituzionali
del Materano. “Rappresenta un bene artistico
e storico del nostro paese – scrive il
consigliere comunale “grillino” – ma sta
cadendo a pezzi: costituisce un serio
pericolo per la viabilità e per l’incolumità
dei cittadini, soprattutto dei bambini che
frequentano l’istituto comprensivo, il cui
cancello d’ingresso è distante pochi metri
dal dipinto. L’intonaco e i calcinacci si
distaccano dalla parete e vengono giù sulla
strada, anche da notevole altezza. L’Apt di
Basilicata lo menziona nella sua guida sui
Comuni lucani e ne esalta la bellezza”. Ne
discende la richiesta d’aiuto, “affinchè
siano intraprese – osserva Digioia – le
dovute azioni, anche in sinergia con altri
enti istituzionali: va scongiurato il
pericolo di crollo dell’intero murales a
salvaguardia della sicurezza dei cittadini e
per il recupero di un’opera artistica
preziosa per la comunità miglionichese e per
la Basilicata”. Giova precisare che il
dipinto occupa una superficie di mille metri
quadri: fu realizzato da tre giovani artisti
miglionichesi, Laura Canterino, Anna Tralli
e Francesco Cinnella, nell’anno duemila per
celebrare il nuovo Millennio. Per la sua
bellezza e il valore artistico fu chiamato
il “Muro dell’arte”. Commissionato dal
sindaco dell’epoca, Giuseppe Dalessandro, il
murales fu realizzato nel giro di un mese
per una spesa di due milioni di lire, a
carico del bilancio comunale. L’affresco
raffigura dieci immagini simbolo del paese.
E’ costituito da due sezioni: nella prima
(la sezione storica), i soggetti presentati
sono quelli del Castello, piazza Popolo,
Chiesa Madre, palazzo del Convento (ex sede
municipale) e Torre di Fino; nella seconda
(quella sociale), invece, vengono
rappresentati alcuni mestieri artigianali.
Da qui il valore sociale, culturale, oltre
che artistico dell’opera che sottolinea una
parte rilevante dell’identità architettonica
e sociale del paese e ne costituisce un
richiamo per il turismo culturale.
Giacomo Amati
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