MIGLIONICO.
“Noi, donne sciuscià (lustrascarpe) di
Palermo”. Sfida ai pregiudizi. A Palermo
l’associazione Confartigianato ha
selezionato 12 lustrascarpe per rilanciare
questo vecchio mestiere sempre praticato dai
maschi. Per la prestazione sono richiesti 5
euro. Tra i 12 anche due donne: Enza Lo
Giudice, single, che lavora nei pressi del
Teatro Massimo, e Patrizia La Rosa, una
figlia, fino a qualche anno fa impiegata in
una ditta privata. Il mestiere del
lustrascarpe, un tempo diffuso in gran parte
del mondo, sta sparendo in Europa e nel Nord
America. Oggi viene considerato un
espediente più che un vero lavoro. “Con lo
sciuscià di Vittorio De Sica – scrive
Felice Cavallaro sul Corriere della Sera del
5 luglio 2017 – non hanno niente a che
vedere. E, nemmeno con i ragazzi neri che a
New Orleans ballano il tip tap per strada
offrendosi per lucidare le scarpe. Ma con i
loro seggioloni simili a troni piazzati fra
zone pedonali e piazze affollate da turisti
ecco a Palermo i magnifici 12 lustrascarpe
selezionati da Confartigianato per
rilanciare questo vecchio mestiere sempre
praticato dai maschi, ma adesso approdato di
fronte al famosissimo bar Mazara e davanti
al Tribunale con due donne a spazzolare,
lucidare, impomatare”. Due signore oltre la
quarantina. A tanti, a tante sembra brutto
che a spazzolare le scarpe a un uomo sia una
donna. Ma è l’effetto di una mentalità
gretta. Non si dovrebbe ragionare in questo
modo. Altro che emancipazione. Siamo alla
pari: non si sono accorti di tassiste,
camioniste, autiste di bus? Giacomo Amati |