MIGLIONICO.
“La solitudine inizia a 40 anni. Gli amici
diminuiscono, i figli (se ci sono)
cominciano a crescere. E’ questa l’età in
cui si impenna il tempo trascorso con se
stessi”. Secondo una ricerca condotta per
conto dell’ufficio statistico del
Dipartimento del Lavoro americano dopo i 40
anni si è più soli. Dopo i 30 anni cala il
tempo trascorso con gli amici e aumenta
quello con i figli. A 40 anni crolla il
tempo riservato ai figli e s’impenna quello
riservato a se stessi. A 60 anni si smette
di uscire con i colleghi per favorire i
propri partner. Dopo i 35 anni si inizia a
dedicare meno tempo ai fratelli, parenti e
amici. “Più invecchiamo – scrive Leonard
Barberi sul Corriere della Sera del 28
giugno 2017 – più trascorriamo il tempo con
la persona che vediamo allo specchio (noi
stessi). A 40 anni comincia la solitudine”.
Come mai? “Inizia il periodo del disincanto,
ma anche quello dei primi dolori, come la
scomparsa dei genitori”. Per scacciare la
solitudine c’è chi punta sull’idolatria del
corpo, allora vedi certo coetanei andare in
palestra convinti di rimandare la vecchiaia.
Non siamo attrezzati ad affrontare il corpo
che inizia a cedere. Dopo i 40 anni si vive
anche il momento della selezione. “Si
filtrano le relazioni, si bada di più alla
qualità”. E ci si concentra sulle cose che
contano. Giacomo Amati |