FERRANDINA.
La stazione
ferroviaria di Ferrandina non sembra essere
a misura dei passeggeri. Il marciapiede
rialzato ivi predisposto, volto a facilitare
la salita e la discesa da parte dei
passeggeri del treno è decisamente
inadeguato: è carente sotto il profilo della
sicurezza. Motivo: la banchina è troppo
bassa e impedisce alle persone di accedere
agevolmente al treno “Frecciarossa” di
Trenitalia che, da alcuni mesi collega la
provincia di Matera alle città italiane del
Centro-Nord.
Il disagio nel racconto di un passeggero
miglionichese, il prof. di Lettere in
pensione, Antonio Labriola: “Lo
scorso 27 aprile sono tornato da Milano,
insieme a mia moglie – scrive nell’email
inviata all’assessore regionale alle
“Infrastrutture e Mobilità”, Nicola
Benedetto – e subito dopo lo scalo di
Potenza, un dipendente di Trenitalia si è
preoccupato di informarsi se tra i
viaggiatori ci fossero alcuni che dovevano
fermarsi alla stazione di Ferrandina, perché
li avrebbe aiutati a scendere dal treno. Io
e mia moglie – continua il professore –
siamo rimasti meravigliati da tanta
gentilezza. Alle 23,10, quando il treno si è
fermato a Ferrandina, abbiamo scoperto la
ragione di tanta premura: l’ultimo gradino
che porta dal treno sulla banchina è alto
circa 50 centimetri. Essendo noi
ultrasettantenni, ma il disagio è stato
avvertito da tutti gli altri passeggeri che
sono scesi dal treno, abbiamo visto nel
capotreno un angelo custode: ci ha
letteralmente presi in braccio per adagiarci
per terra”.
Evidente l’inconveniente: si tratta di una
situazione sgradevole che causa difficoltà,
imbarazzo ai passeggeri e ne mette a rischio
l’incolumità fisica. A chi spetta il compito
di risolvere il problema, predisponendovi al
più presto le adeguate condizioni di
sicurezza? “Sono convinto che l’assessore
regionale, Nicola Benedetto si adopererà al
massimo delle sue possibilità – conclude
il prof Labriola – al fine di mettere in
sicurezza la banchina, a beneficio dei
passeggeri”. Del resto, si tratta di far
eseguire dei semplici lavori edili di
riqualificazione che non dovrebbero
richiedere dei costi economici elevati.
Giacomo Amati |