MIGLIONICO.
Giudizio negativo del politologo
miglionichese Domenico Lascaro all’ipotesi
della nuova legge di riforma elettorale in
discussione in Parlamento. Si tratta di un
sistema elettorale che si ispira al modello
tedesco: prevede il ritorno al sistema
proporzionale con un sbarramento al 5% e
collegi uninominali, ma con una
“distribuzione proporzionale”. La bocciatura
dell’opinionista miglionichese nei confronti
della nuova legge è decisamente esplicita:
“Così facendo – scrive Lascaro nel suo
articolo, “Si poteva dare di più”,
pubblicato oggi, 3 giugno, su Miglionicoweb
del prof. Antonio Labriola - non solo non
usciremo dal pantano, rischiamo anzi di
precipitare sempre di più nelle sabbie
mobili. Che tipo di governo potrebbe uscire
dalle urne con un sistema tripolare, o
addirittura penta polare, in cui ognuno,
senza avere nulla in comune, aspira a
conquistare uno scanno, purchessia, in
Parlamento?” Preoccupazioni legittime, senza
dubbio. In pratica, con la nuova legge
elettorale viene meno la “democrazia
dell’alternanza”. E’ un ritorno al passato,
agli anni Ottanta. Eppure, si diceva di
puntare a un sistema elettorale capace di
garantire la governabilità. Poi, Lascaro non
nasconde di preferire il sistema elettorale
denominato “Italicum” con premio di
maggioranza al partito in grado di superare
il 40% dei consensi e sbarramento al 3-4%.
Quindi, invita il segretario nazionale del
Pd, Matteo Renzi a compiere un atto di
coraggio, il “coraggio dell’umiltà” e gli
propone il gesto di “rinunciare a candidarsi
come Premier, di favorire la candidatura di
Paolo Gentiloni e di dedicarsi pienamente
alla riorganizzazione del Pd”. Temo, caro
politologo, che il tuo invito abbia scarse
possibilità di essere accolto. Renzi dà la
sensazione di volere le lezioni politiche
anticipate e di ottenere la maggioranza dei
voti, con lui in prima persona a guidare il
prossimo governo, senza escludere il
sostegno di Forza Italia e quindi un governo
di coalizione con Berlusconi. “La vittoria
del NO al referendum dello scorso 4 dicembre
ha bloccato un processo di innovazione
istituzionale – ha dichiarato Walter
Veltroni – di cui l’Italia ha grande
bisogno”. Giacomo
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