MIGLIONICO.
“Hacker, allarme globale. Mai un colpo così. Ferma anche la
Renault. Virus in 28 lingue. Raggiunti 99 Paesi, dalla Germania
alla Russia”. Un pesante attacco informatico, mirato a storcere
denaro a privati, aziende e istituzioni pubbliche ha colpito un
centinaio di Paesi in tutto il mondo, tra cui l’Italia, dove il
virus è penetrato in qualche pc dell’università Milano Bicocca.
Un’offensiva hacker definita da Europol “di dimensioni senza
precedenti”. La richiesta di “riscatto”, in moneta elettronica
Bitcoin, ha colpito 99 Paesi mandando in tilt migliaia di
computer. Si tratterebbe della più grande epidemia di un virus,
derivato dal furto di un software della National Security Agency
americana. Ha già fatto registrare oltre 130 mila attacchi. Nel
caos molte strutture pubbliche e private. In ginocchio le
strutture sanitarie in Gran Bretagna: migliaia di operazioni
sono state annullate. In Germania l’attacco cibernetico ha
colpito la compagnia ferroviaria Deutsche Bahn: in tilt i
pannelli informatici per i passeggeri. Sotto attacco anche la
Banca centrale russa. In Italia la Polizia Postale fa sapere che
“L’attacco è stato molto pesante. Un bilancio definitivo sarà
possibile però solo nei prossimi giorni. Il “G7” (le 7 grandi
potenze industriali d’Europa) è sceso subito in campo per
lanciare un messaggio ai Governi affinchè condividano
informazioni per combattere le minacce crescenti dei
cyberterroristi. (Fonte – Corriere della Sera e La Gazzetta Del
Mezzogiorno del 14 maggio 2017). Giacomo Amati
“E’ un 22enne inglese l’eroe per caso che ha fermato gli
assalti ai computer”. Non vuole rivelare la sua identità. E’
stato capace di rallentare il cyber attacco che ha colpito i
computer di mezzo mondo. Vive con i genitori e lavora per
“Kryptos logic”, una società di intelligence delle minacce
cybernetiche, con base a Los Angeles. “Stavo pranzando e ho
visto un flusso di notizie sulla sanità britannica e varie
organizzazioni colpite”, ha detto al “Guardian”. Ho guardato un
po’ la cosa e ho trovato che c’era un malware dietro, che
connetteva a un dominio specifico, non registrato. Così l’ho
comprato senza sapere cosa facesse in quel momento”. In realtà,
quel dominio era un “interruttore”, inserito nel malware nel
caso i creatori volessero fermarne la diffusione. Il ragazzo ha
spiegato di averlo acquistato perché la sua società traccia le
reti fantasma costruite dai malware sfruttando la potenza di
calcolo dei pc infettati e collegati tra di loro. “Lo scopo era
solo monitorare la diffusione e vedere se potevamo fare qualcosa
dopo. Ma in realtà lo abbiamo fermato soltanto registrando quel
dominio”, ha aggiunto. Il ragazzo, “eroe per caso” dice di voler
restare anonimo perché “lavoriamo contro i cattivi e non sono
contenti di questo”. Ma avverte: “Non è finita”. Gli hacker
realizzeranno come lo abbiamo fermato, cambieranno il codice e
cominceranno di nuovo. Quindi, il consiglio: “Attiva gli
aggiornamenti di Windows, aggiorna e riavvia”. (Fonte – La
Gazzetta Del Mezzogiorno del 14 maggio 2017). Giacomo
Amati |