MIGLIONICO.
“Il liceale che corregge la Nasa: anomalie nella stazione
orbitante”. Miles Soloman, 17 anni, studente britannico del
liceo “Tapton” di Sheffield, si accorto di un’anomalia nei
sensori della Iss (Stazione internazionale spaziale), che
registrava valori di energia negativa (cosa impossibile) e lo ha
segnalato alla Nasa (Agenzia del governo statunitense
responsabile per la ricerca e le attività spaziali ed
aeronautiche). Miles Soloman ha partecipato al progetto “TimPix”
dell’istitute for Research in Schols, che dà la possibilità agli
studenti del Regno Unito di contribuire all’analisi dei dati
raccolti dalla Stazione spaziale internazionale. “Nasa, il
sensore che raccoglie i dati sul livello di energia che colpisce
la Iss fornisce una misurazione assurda quando le radiazioni
sono pari a zero – scrive Paolo Virtuani sul Corriere della Sera
– ha spiegato il ragazzino inglese nella email inviata insieme
al suo professore di fisica. “Cioè?”, hanno replicato dagli
Stati Uniti. Risposta: “Se nessuna radiazione colpisce il
sensore, il livello di energia corrispondente non può essere -1.
L’energia non può essere negativa”. Gli esperti della Nasa hanno
risposto che Miles aveva fatto un bel lavoro ma che lo sapevano
già: l’anomalia del sensore si verifica solo una o due volte
all’anno. “No, ha replicato Miles, avviene molte volte ogni
giorno: allego tutti i grafici che ho ricavato”. Gli esperti si
sono guardati negli occhi: semplicemente non se ne erano mai
accorti. Come ha fatto Miles a scovare l’errore? Ha fatto
l’azione che sta alla base di tutta la scienza moderna: non si è
fidato dell’”ipse dixit”. Che lo dicesse Aristotele o la Nasa.
E’ andato a controllare di persona e ha scoperto l’anomalia.
“Non volevo provare che la Nasa sbaglia – ha precisato Miles –
anzi, vorrei lavorare con loro e imparare”. La Nasa ha fatto
sapere di aver apprezzato il lavoro di Miles. Giacomo Amati
Rubrica: “Buono a sapersi”.
Se puntiamo sul pesce difendiamo
il cuore. L’American Heart Association, una delle organizzazioni
più autorevoli al mondo in tema di prevenzione cardiovascolare,
raccomanda di mangiare pesce, soprattutto quello grasso, almeno
due volte alla settimana, in porzioni di circa 100 grammi (peso
cotto). Uno dei principali benefici offerti dal pesce è il
contenuto di acidi grassi omega 3, in grado di ridurre il
rischio di aritmie, diminuire i livelli di trigliceridi nel
sangue, rallentare la progressione della placca aterosclerotica
e ridurre leggermente la pressione. (Fonte. Corriere della Sera
del 26 marzo 2017). |