Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

2.02.2017

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Altri sei articoli del settimanale 7M

MIGLIONICO. Altre emozioni forti su “Miglionicoweb” del prof. Antonio Labriola. Nella rubrica “Come eravamo”, a cura di Mimmo Sarli, ieri sera, sono stati proposti all’attenzione dei lettori altri sei articoli tratti dal periodico culturale “7M”, diretto da Giuseppe Dalessandro. Portano la data del 4 agosto 1969. Rappresentano un tuffo nel passato, nella storia del nostro paese. Gli articoli in questione sono i seguenti: “Chi era Milone” (di Saverio Ribellino), “Il Sogno di un oppresso” (scritto da Giovanni Ribellino e da Mimmo Guida, il gioielliere), “L’etica della contestazione” (di Pina Martulano), “Lo sapevate …” (di Giuseppe Dalessandro), “Miglionico…SOS” (di Serafino Scarcia) e “Tradizioni, usanze e credenze nei nostri paesi” (di Giuseppe Dalessandro e Serafino Scarcia). Sono sei “tesori” di articoli che denotano il fervore culturale della comunità miglionichese di 48 anni fa: ne raccontano la vitalità e i fermenti. Mettono in luce i “segreti” di un paese desideroso di crescere. Di particolare rilievo culturale è quello riguardante il fenomeno socio culturale e politico della “contestazione giovanile” che porta la firma di Pina Martulano, “colonna portante” del circolo culturale “7M” e del suo periodico. Nel suo articolo, l’autrice mette in risalto i tratti salienti di tale fenomeno che in Italia “esplode” nel 1968, ispirato prima dal movimento studentesco americano e poi da quello francese. Tale fenomeno divide l’opinione pubblica: c’è chi lo ritiene un momento di crescita civile e altri che lo giudicano un moto di “ribellione” irresponsabile (quasi un gioco borghese) che porta al conformismo di massa. La “contestazione del 1968” ha l’obiettivo di mettere sotto accusa il sistema culturale, politico e sociale, globalmente inteso, dell’epoca. La protesta vuole rivoluzionare tale sistema. Il bersaglio è rappresentato dall’autoritarismo e dal potere della società adulta. In particolare, nella scuola si contesta il principio opprimente della selezione; nelle fabbriche, invece, viene preso di mira l’organizzazione del lavoro alienante. Vengono contestati, inoltre, i pregiudizi socio-politici: la discriminazione razziale, l’oppressione delle donne. Si rivendica l’affermazione dei diritti civili (maggiore libertà, democrazia e uguaglianza sociale). Che articolo! Imperdibile! Giacomo Amati

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375