MIGLIONICO.
Altre emozioni forti su “Miglionicoweb” del prof. Antonio
Labriola. Nella rubrica “Come eravamo”, a cura di Mimmo Sarli,
ieri sera, sono stati proposti all’attenzione dei lettori altri
sei articoli tratti dal periodico culturale “7M”, diretto da
Giuseppe Dalessandro. Portano la data del 4 agosto 1969.
Rappresentano un tuffo nel passato, nella storia del nostro
paese. Gli articoli in questione sono i seguenti: “Chi era
Milone” (di Saverio Ribellino), “Il Sogno di un oppresso”
(scritto da Giovanni Ribellino e da Mimmo Guida, il
gioielliere), “L’etica della contestazione” (di Pina Martulano),
“Lo sapevate …” (di Giuseppe Dalessandro), “Miglionico…SOS” (di
Serafino Scarcia) e “Tradizioni, usanze e credenze nei nostri
paesi” (di Giuseppe Dalessandro e Serafino Scarcia). Sono sei
“tesori” di articoli che denotano il fervore culturale della
comunità miglionichese di 48 anni fa: ne raccontano la vitalità
e i fermenti. Mettono in luce i “segreti” di un paese desideroso
di crescere. Di particolare rilievo culturale è quello
riguardante il fenomeno socio culturale e politico della
“contestazione giovanile” che porta la firma di Pina Martulano,
“colonna portante” del circolo culturale “7M” e del suo
periodico. Nel suo articolo, l’autrice mette in risalto i tratti
salienti di tale fenomeno che in Italia “esplode” nel 1968,
ispirato prima dal movimento studentesco americano e poi da
quello francese. Tale fenomeno divide l’opinione pubblica: c’è
chi lo ritiene un momento di crescita civile e altri che lo
giudicano un moto di “ribellione” irresponsabile (quasi un gioco
borghese) che porta al conformismo di massa. La “contestazione
del 1968” ha l’obiettivo di mettere sotto accusa il sistema
culturale, politico e sociale, globalmente inteso, dell’epoca.
La protesta vuole rivoluzionare tale sistema. Il bersaglio è
rappresentato dall’autoritarismo e dal potere della società
adulta. In particolare, nella scuola si contesta il principio
opprimente della selezione; nelle fabbriche, invece, viene preso
di mira l’organizzazione del lavoro alienante. Vengono
contestati, inoltre, i pregiudizi socio-politici: la
discriminazione razziale, l’oppressione delle donne. Si
rivendica l’affermazione dei diritti civili (maggiore libertà,
democrazia e uguaglianza sociale). Che articolo! Imperdibile!
Giacomo Amati |