MIGLIONICO.
Clima di gelo e rapporti sempre più tesi e
difficili, ad “alta tensione” tra il sindaco
Angelo Buono (Pd) e il gruppo consiliare di
minoranza del M5S. In questi giorni, poi, il
loro“dialogo politico” è sconfinato,
trasferendosi dall’aula consiliare in quella
del Tribunale. A seguito di una querela
firmata dai consiglieri comunali “grillini”,
il primo cittadino miglionichese “è stato
rinviato a giudizio per diffamazione” dalla
Procura della Repubblica di Matera. La
notizia è stata resa pubblica da un
comunicato stampa, a firma del locale gruppo
consiliare “penta stellato”. Nel testo si
legge: “Condanniamo la politica delle
menzogne. Un sindaco che diffama i propri
cittadini non ci rappresenta”. I consiglieri
comunali del M5S dopo aver informato i
cittadini dell’assegnazione di un appalto al
fratello del Sindaco, mettendone
semplicemente in risalto l’aspetto etico
della vicenda e l’inopportunità di tale
affidamento, sono stati accusati dal Sindaco
di diffondere tra i cittadini di Miglionico
sfiducia nelle istituzioni e diffidenza
verso i dipendenti comunali; di fare una
politica di parte, non toccando gli
interessi di amici e di avere conflitti di
interessi all’interno dell’istituzione
comunale”. Infine, la “licenza poetica” di
considerare i consiglieri del M5S “i
mandanti morali” di alcuni atti vandalici
subiti dalla sua auto. Il tutto senza
motivazione e giustificazione alcuna, ma al
solo scopo di screditare i consiglieri e la
loro legittima azione di opposizione
politica”. Non si è fatta attendere la
risposta del sindaco Buono che sottolinea
come il rinvio a giudizio sia un atto dovuto
da parte della Procura in presenza di una
querela presentata dallo stesso M5S. “Solo
all’esito del giudizio del Tribunale –
precisa il Sindaco – emergerà se io abbia
effettivamente commesso diffamazione. La
querela nasce da una mia risposta ad una
serie di volantini a firma M5S. Io ho
ritenuto di mantenere la discussione sul
piano politico; il gruppo di minoranza,
invece, l’ha portata nelle aule di
giustizia. Attendo serenamente la
valutazione del Tribunale”. Poi, il Sindaco
rivendica anche per sé il diritto alla
“libertà di espressione”. E precisa: “Ho il
diritto di dire che il tono elevato tenuto
in questi mesi dal locale M5S, in gran
parte, è figlio di un rancore mal sopito per
aver perso le elezioni amministrative del
2014? La mia coscienza è tranquilla e
fiduciosa nella Giustizia”. Giacomo Amati |