 MIGLIONICO.
Carestia di castagne nei boschi e nelle
campagne dell’agro miglionichese. La
raccolta di questo delizioso frutto
autunnale, quest’anno, riguarda solo pochi
castagneti che si trovano nelle due zone più
collinari del paese: “Conche”e “Porticella”
che, peraltro, sono confinanti e si trovano
comprese tra il bosco di “Monte Acuto” e
quello pomaricano della “Manferrara”. E
nelle altre contrade? Niente. Non ce ne
sono. Per quale motivo? “La causa principale
è riconducibile all’andamento climatico
sfavorevole – spiega Filippo Recca,
di professione fruttivendolo – ma va
considerato pure un altro fattore negativo,
rappresentato dall’attacco subito dalle
piante delle castagne da parte di alcuni
parassitiche, purtroppo, è stato così
massiccio da far seccare parecchi rami”.
Risultato: quest’anno, nelle contrade
miglionichesi s’è verificato un vero e
proprio crollo del raccolto. Cosa si può
fare per contrastare la diffusione dei
parassiti che danneggiano i castagneti? “Di
solito – dice Recca–l’azione di lotta contro
i parassiti nemici delle castagne avviene in
modo naturale, attraverso la presenza di
altri parassiti nemici”. Resta da precisare
che, col passare degli anni, nelle contrade
miglionichesi, l’albero della castagna, che
pure è una pianta molto longeva, tende a
scomparire. E tale fenomeno, senza dubbio,
costituisce un elemento di impoverimento del
territorio agreste locale anche sotto il
profilo della salvaguardia del suo assetto
ambientale e idrogeologico. In passato, per
i contadini il castagno era chiamato
“l’albero del pane” per sottolineare che le
castagne sono un frutto molto ricco di
proprietà nutrienti, di vitamine e minerali.
Un frutto delizioso, dal gusto dolce, ricco
di fibre e molto calorico, fonte di energia.
Solitamente le castagne vengono assaporate
arrostite o bollite.
Giacomo Amati |