MIGLIONICO.
Dal paradiso all’inferno in otto minuti. E al Miglionico, che ha subito
un’amara ed immeritata sconfitta (1-2) nella sfida casalinga col Venosa,
non resta che piangere. Il “remake” (rifacimento) in versione calcistica
del film di Roberto Benigni e Massimo Troisi, non “Resta che piangere”,
appunto, rende l’idea di ciò che è accaduto alla squadra di mister
Nicola Armento nello sfortunato match col Venosa. Dopo aver chiuso
meritatamente in vantaggio il primo tempo, grazie ad uno strepitoso gol
(il numero 216 in carriera) firmato dal bomber Daniele Montemurro (colpo
di testa in tuffo a volo d’angelo, alla Bettega), nella ripresa, il
Miglionico subiva due reti nel giro di otto minuti, entrambe su palla
inattiva: la prima su calcio di punizione dalla lunga distanza; la
seconda direttamente da calcio d’angolo. Poi, alcuni minuti più tardi
(al 27’) si verificava un altro episodio negativo: la sanzione
dell’espulsione diretta, al quanto discutibile, per la verità, ai danni
di Lorenzo Ramundo, colpevole agli occhi dell’arbitro di aver commesso
un’azione antisportiva, per aver colpito con la palla, a gioco fermo, un
avversario che era disteso per terra a seguito di un infortunio di
gioco. Nella fattispecie, però, il tocco di palla di Ramundo, (peraltro
al quanto debole) era esclusivamente finalizzato a posizionare il
pallone nel punto giusto per la ripresa del gioco. In altri termini,
nella circostanza, contrariamente a quanto immaginato dal direttore di
gara, l’attaccante miglionichese non aveva alcuna intenzione di colpire
l’avversario.Lo sfortunato episodio finiva col demoralizzare
ulteriormente i miglionichesi che si disunivano e nei minuti finali del
match non riuscivano a concretizzare la loro spinta offensiva.
Giacomo Amati |