MIGLIONICO.
“Sono oltre 4.500 i lucani senza soldi per mangiare”. E’ il
titolo dell’articolo pubblicato su “La Gazzetta Del Mezzogiorno”
(lunedì 24 ottobre 2016) nel quale viene descritta la situazione
di povertà economica in cui versano tanti cittadini lucani. Gli
ultimi dati della Caritas fotografano una situazione allarmante
in tutta la Basilicata. Solo a Potenza città sono 1.400 i
cittadini che chiedono aiuto alla diocesi per poter avere un
pasto al giorno. E il vescovo di Potenza, mons. Salvatore
Ligorio invoca l’intervento delle istituzioni. Di giorno in
giorno aumentano i lucani che non hanno i soldi neppure per
mangiare. Secondo i dati Caritas 2015, elaborati
dall’osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse, le
richieste di aiuto per erogazione di beni primari sono cresciute
del 13 per cento rispetto al 2014. Ne discende che il fenomeno
delle “nuove povertà” sta assumendo sempre di più i connotati di
un’emergenza in Basilicata. “Sono persone e non numeri – dice
mons. Salvatore Ligorio – scuotono la coscienza, interpellano
l’anima, creano sofferenza in chi li ascolta e, soprattutto, in
chi conosce cosa ciò significhi”. L’età media delle persone che
si sono rivolte alla Caritas per chiedere un aiuto è quella
compresa tra i 44 e i 54 anni, per lo più si tratta di donne che
nella maggior parte dei casi sono le uniche percettrici di
reddito in famiglia, spesso redditi da lavoro precario o in
nero, per lo più nel settore domestico e dell’assistenza agli
anziani. “La scolarità delle famiglie accompagnate dai centri
Caritas è molto bassa. Preoccupa il fenomeno dell’abbandono
scolastico”. In particolare, a Potenza sono 800 le famiglie che
sopravvivono con meno di 300 euro al mese. Ma la novità di
quest’ultimo periodo è che “tra chi chiede una mano d’aiuto non
ci sono più soltanto disoccupati, senza tetto, emarginati o
extracomunitari, ma anche impiegati, operai, professionisti e
avvocati. Categorie sociali che nell’immaginario collettivo sono
al riparo da problemi economici. La situazione, insomma, sta
diventando davvero incandescente e l’intero sistema della
solidarietà, di fronte alle pesanti richieste, rischia di andare
in tilt”. Giacomo Amati |