Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

8.10.2016

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MIGLIONICO
Rapporto sulla situazione del Pronto soccorso" in Italia

MIGLIONICO. Rapporto sulla situazione del servizio ospedaliero del “Pronto soccorso” in Italia. Il “Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva e la Società italiana di medicina di emergenza-urgenza hanno monitorato 93 strutture di emergenza e intervistato 2.944 persone per valutarne il funzionamento”. I risultati salienti sono i seguenti: “In media occorrono tre ore d’attesa; gli spazi sono ridotti; pochi sono i posti letto”. (Fonte Corriere della Sera del 7 ottobre 2016). In pratica, i tempi di attesa nei “Pronto soccorso” sono ancora eccessivamente lunghi. La permanenza media tra l’accettazione e l’indicazione per un’eventuale ospedalizzazione supera le tre ore che diventano cinque nei “Dea” (Dipartimenti di emergenza e accettazione) di primo livello e 2,30 in quelli di secondo livello. Però i cittadini mantengono la fiducia in questi servizi che per loro rimangono l’unico punto di riferimento, una sicurezza. “Le attese sono particolarmente prolungate – scrive Margherita De Bac -  quando la barella viene destinata all’Obi (Osservazione breve intensiva). Un’area pensata per velocizzare le pratiche e che invece è diventata un vero e proprio parcheggio dove si rischia di soggiornare una settimana”.E’ facile allora che il personale, sovraccarico di lavoro, commetta errori o manchi di umanità. Tra i punti deboli del percorso oltre ai tempi di attesa e agli spazi, c’è la disattenzione al dolore fisico ed alla comunicazione con i familiari dei pazienti. In definitiva, il servizio ospedaliero del “Pronto soccorso” costituisce in diverse regioni italiane l’unico “rifugio”. Fenomeno più evidente dove mancano strutture intermedie sul territorio in grado di assorbire le richieste di assistenza non urgenti. “IL resto lo fanno il taglio dei posti letto, previsto dalle ultime manovre finanziarie, e la diminuzione del personale legata ai blocchi del turnover”. Giacomo Amati

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