MIGLIONICO.
L’inglese Kate Mc Williams, 26 anni, è la più giovane
comandate pilota del mondo. Da un paio di anni guida gli
aerei della compagnia irlandese “Airbus Easy Jet”.E’
originaria di Carliste, in Cumbria, centro a 400
chilometri di distanza da Londra. Dopo quattordici esami
scritti, ha compiuto il primo volo nel giugno del 2011.
“La prima reazione che hanno i passeggeri è la seguente:
davvero eri tu a pilotare l’aereo? La seconda: quanti
anni hai? E lei risponde a chiunque: “Ho 26 anni e sì,
sono una comandante donna”. Suo nonno pilotava gli aerei
della flotta inglese. Ha tre sorelle più grandi di lei.
“I suoi professori hanno fatto di tutto per farle
cambiare idea, dicendole che doveva iscriversi
all’università e che l’aviazione non era un’alternativa
percorribile”, racconta al Corriere della Sera (27
settembre 2016). La sua passione per i velivoli inizia
ad appena quattro anni quando assiste a un “air show”.
Resta latente per un po’. In piena adolescenza comincia
ad informarsi sui corsi di addestramento e sulle
abilitazioni necessarie. I genitori non l’hanno
ostacolata. “Sono stati sempre al mio fianco, dice”. A
19 anni si iscrive al “CtcAviation”, scuola tosta e
istituzione leader nella formazione. Nel 2011 diventa
primo ufficiale. “Poi tre anni li passa a Parigi dove
l’aeroporto “Charles de Gaulle” diventa la sua casa. Lo
scorso giugno è tornata nel Regno Unito. Mi piace stare
in una cabina – racconta al Corriere – perché ogni
giorno è diverso: cambiano i passeggeri, le
destinazioni, cambia persino il tempo. C’è sempre una
sfida da affrontare, non ci si annoia mai”. La reazione
dei viaggiatori quando la vedono in cabina di
pilotaggio? “Prevale soprattutto la sorpresa – dice –
più per l’età che per il genere, anche se devo ammettere
che le donne sono quelle che mostrano più scetticismo”.
Il suo scalo preferito? “E’ Nizza – dice – soprattutto
per il suo panorama all’atterraggio”. In Italia la si
incrocia spesso a Milano, Roma, Napoli, Olbia, Catania,
Venezia, Pisa. Bari è stata la tappa più emozionante:
nel 2014, era giugno, ho pilotato il jet con due
passeggeri per me molto speciali: mamma e papà”. I voli
problematici non sono mancati. “Più per il maltempo –
dice- sono stati pochi i passeggeri che hanno creato
problemi a bordo”. Il futuro? “Niente rotte
intercontinentali – risponde – non voglio stare troppo
lontana da casa”.
Giacomo
Amati |