MIGLIONICO.
“Una beffa. Qui si estrae il petrolio per l’Italia ma la benzina
costa più che altrove”. E’ il titolo dell’articolo di Mimmo
Sammartino, pubblicato su “La Gazzetta Del Mezzogiorno” (20
luglio 2016) nel quale si comunica che 103 Comuni lucani hanno
deliberato in favore del “Progetto di istituzione di una zona a
fiscalità differenziata sui prodotti energetici in Basilicata”.
In pratica, si chiede al Governo italiano di approvare una legge
volta ad “abbattere la spesa su carburanti e la bolletta
energetica a favore delle famiglie e le imprese presenti in
Basilicata. Si tratta di creare una zona franca con fiscalità di
vantaggio”. Il tema non è solo quello di “arrestare l’emorragia
che sta portando alla desertificazione della Basilicata, con lo
spopolamento, la spoliazione dei servizi, la diseconomicità di
fare impresa su un territorio nel quale si concentrano svantaggi
e criticità. Basti pensare che nella regione che già fornisce
l’80% della produzione nazionale di petrolio estratto su
terraferma, senza contropartite di lavoro (300 unità
l’occupazione diretta e 2 mila quella dell’indotto), con grandi
preoccupazioni per la salvaguardia di ambiente e salute, la
benzina costa più che nel resto d’Italia. Una beffa”. Va
sottolineato anche che i lucani pagano l’accisa (che si calcola
sui consumi) al pari degli altri italiani. Con la differenza che
“qui mancano servizi e infrastrutture che giustificherebbero
quel tributo”. L’unica possibile svolta per territori come
quello lucano è “creare una convenienza a investire. Un
vantaggio fiscale ci porrebbe in condizioni competitive con le
fiscalità, nettamente più vantaggiose, vigenti in molte aree
d’Europa”. Giacomo Amati
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