U’Pusulon.
Nicola
dell'Edera, Vincenzo Labriola, Paolo e Michele
Sanfrancesco
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MIGLIONICO.
Occhi puntati su due poesie. In esclusiva, su “Miglionicoweb”,
la meravigliosa “biblioteca” creata dall’amatissimo
prof. Antonio Labriola, da alcuni giorni, è possibile
estasiarsi con la lettura di due straordinarie poesie
scritte in dialetto miglionichese da Mimì Daddiego,
storico presidente dell’Olimpia, mitica squadra di
calcio, creata dal compianto don Mario Spinello e tanto
amata dai miglionichesi negli anni Sessanta. Si tratta
di “M’ manch’n” e di “U’Pusulon”: due perle di poesie!
Raccontano il passato, ma guardano al futuro. In
particolare, nei versi della lirica “M’manch’n” (Mi
mancano), l’autore descrive i suoi sentimenti nei
confronti del suo e del nostro amato paese natio. Indica
le cose che gli mancano di Miglionico e regala al
lettore le emozioni incomparabili ed uniche di una
“storia d’amore senza tempo”. Nell’altra poesia,
“U’Pusulon” (Il Muretto), il poeta miglionichese fa
“viaggiare il lettore nel tempo passato: descrive il
fascino di un luogo
privilegiato dagli adolescenti miglionichesi, facendoli
impazzire di emozioni
forti: è la zona dietro al
castello, insuperabile punto d’osservazione del “mondo”
circostante e “ritrovo” dei tanti “sogni” degli
adolescenti miglionichesi. Due poesie che hanno riscosso
un successo strepitoso: fanno impazzire i miglionichesi,
almeno quelli di una certa età, come lo scrivente.
“Leggere queste due poesie – ha sottolineato Franco
Centonze – è come rivedere le immagini di un film: il
film della nostra vita adolescenziale. Ci riportano alle
radici della nostra vita e ci fanno riscoprire le nostre
origini”. Ci emozionano perché ci fanno rivivere la
nostra “miglionichesità”.E l’altra sera, proprio per
rivivere certe indimenticabili emozioni, io, Franco
Centonze, Michelino Finamore e Peppinuccio Buzzella
siamo ritornati a rivedere il posto de “U’Pusulon”.
Adesso, in sostituzione del muretto ci sono i fiori. Ma
per noi è stato come rivedere “U’Pusulon”: è stato come
fare un “selfie”. Abbiamo letto e riletto le poesie di
Mimì: abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo rivisto alcune
immagini della nostra adolescenza: sono “dipinte”e
“fotografate” in questedue straordinarie ed emozionanti
poesie. Carissimo Mimì, grazie per averle scritte.
Giacomo Amati |