MIGLIONICO.
L’Italia è un Paese dove poter fare l’Erasmus? Ebbene, secondo
un’indagine effettuata dall’Ue (Unione europea), delle
“centinaia di migliaia di studenti universitari che partecipano
al progetto, muovendosi in Europa, l’Italia ne riesce ad
attrarre appena il 7,4 per cento. Tra le destinazioni preferite
c’è la Spagna (al primo posto); noi, invece, siamo relegati al
quinto posto, per la lingua difficile, per il costo della vita
alto, per il mercato del lavoro non brillante”. Giova precisare
che l’Erasmus è un programma di mobilità studentesca dell’Ue,
creato nel 1987: offre la possibilità a uno studente
universitario straniero di effettuare in una università
straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla
propria università. Il nome del programma deriva dall’umanista e
teologo olandese Erasmo da Rotterdam (XV secolo) che, per tanti
anni, viaggiò tra tutti i Paesi dell’Europa per comprenderne le
differenti culture. “Il bilancio di 27 anni di Erasmus parla di
3,3 milioni di studenti partecipanti e di 3,2 miliardi di euro
investiti dall’Ue. La classifica delle nazioni più gettonate
vede al primo posto la Spagna con 39.277 arrivi l’anno, seguita
da Germania con 30.9644 studenti; poi c’è la Francia con 29.621
presenze: quindi, l’Inghilterra con 27.401 studenti e, con
appena 20.204 studenti, c’è l’Italia. L’età media degli studenti
Erasmus è di poco superiore ai 23 anni; il 60,2 per cento sono
donne. Il costo mensile per uno studente Erasmus oscilla tra le
372 euro al mese per chi risiede a Lisbona e le 582 euro mensili
per chi alloggia e vive a Milano. Le principali motivazioni che
spingono i giovani a fare Erasmus sono la possibilità di
incontrare persone e di imparare una lingua”.
Giacomo Amati |