MIGLIONICO.
Cantine vinicole aperte in paese. Da alcuni giorni, con una
settimana d’anticipo sui normali tempi previsti dalla vendemmia
(prima settimana d’ottobre), nelle contrade miglionichesi è
cominciata la raccolta dell’uva, sia di quella bianca che dei
grappoli di colore nero. Per le strade del centro cittadino si
sente già il delizioso profumo del mosto. Nella comunità è
ancora diffusa la tradizionale usanza di produrre il vino per il
fabbisogno familiare. Solitamente, da un quintale di uva, il cui
prezzo d’acquisto si aggira intorno ai quaranta euro, è
possibile ricavare circa settanta litri di vino che, quest’anno,
è di ottima qualità.
«L’uva prodotta è integra - spiega Giovanni Matera, 72
anni, esperto vignaiolo miglionichese - perché non è stata
attaccata da alcuna malattia grazie alla favorevoli condizioni
climatiche. Il caldo eccezionale dell’estate ha accelerato il
processo di maturazione dell’uva». Quali ne sono le modalità di
raccolta? «Nelle nostre contrade - spiega Matera - la vendemmia
avviene ancora in modo tradizionale, cioè manualmente perché i
vigneti sono strutturati per lo più a ceppo o a spalliera; ce ne
sono pochi a pergola ed a tendoni. Di solito, si coltivano
piccole vigne, costituite al massimo da due o tre mila viti». Si
pratica una viticoltura biologica, che esclude l’utilizzo di
sostanze chimiche, anticrittogamiche? «Nei nostri terreni -
puntualizza l’esperto vignaiolo - per contrastare la diffusione
delle muffe e gli attacchi dei parassiti, si usa proteggere
l’uva soltanto con l’uso del rame e dello zolfo che non incidono
negativamente sulla qualità del prodotto». Il vino che si
ottiene è quello definito “d’annata”, cioè privo di
denominazione, perché scaturisce dalla spremitura non di un solo
tipo di uva, ma dalla pigiatura di una varietà mista di uve. Il
vino che viene prodotto in maggiore quantità è il “novello” che,
non trattato con sostanze stabilizzanti, va consumato subito,
entro i primi mesi dell’anno, altrimenti rischia di diventare
aceto. Si tratta, in pratica, di un vino definito “ordinario”
che viene bevuto dopo aver subito un solo processo di
vinificazione (la fermentazione naturale), senza interventi di
aggiunte di altri componenti chimici. Il vino più utilizzato è
quello di colore rosso; in misura minore vengono prodotti anche
quello bianco (di colore giallo) e il rosato (di colore rosa
tenue). Giacomo Amati |