MIGLIONICO.
Che emozioni! Un turbinio di sentimenti (di affetto, di stima,
di malinconia e nostalgia) ha contraddistinto il “Reading
poetico”, che s’è svolto giovedì scorso, nell’auditorium del
castello del “Malconsiglio”, in ricordo di Giovanni Centonze,
presidente e socio fondatore della locale cooperativa sociale,
“Vita Alternativa”, a un mese dalla scomparsa, a causa di un
infarto, mentre era al lavoro nel suo ufficio della cooperativa,
in via Dante. La suggestiva manifestazione di commemorazione di
Giovanni, a cura dei soci della cooperativa, patrocinata dal
Comune, ha avuto il merito di mettere in risalto la complessa
personalità di un protagonista indiscusso della vita sociale,
sportiva e politica della comunità. Sul palco si sono alternati
poeti, musicisti, amici e personalità politiche: le loro
testimonianze hanno tracciato un profilo coerente di Giovanni
Centonze, un uomo onesto, dotato di passione per il suo lavoro e
di un forte senso civico, fondamentalmente schietto e “senza
peli sulla lingua”, ha sottolineato il sindaco Angelo Buono. Una
personalità forte, sempre pronta a difendere i più deboli ed a
battersi per vedere riconosciuti i diritti di tutti, soprattutto
delle persone più indifese. E’ stata una serata vissuta
all’insegna della commozione, scandita dai versi poetici di
Carmelo Caldone, Rosa Loponte, Giuseppe Olivo Potenza e dalle
suggestive note dei brani musicali magistralmente eseguiti dal
gruppo musicale, “Sassi Saxophone Quartet”, composto dai maestri
Teodoro Comanda (sax baritono), Giovanni Calia, (sax soprano),
Innocenzo Oliva (sax alto) e Costantino Minonne (sax tenore).
Poi, i brividi d’emozione e la pelle d’oca per i meravigliosi
versi, sapientemente recitati, dalla poetessa Nunzia Dimarsico,
che, nella fattispecie, è stata coadiuvata, per il sottofondo
musicale, dal figlio musicista, Giuseppe (trombettista). Tre
liriche: “A Giovanni…”, “Una Speranza”, e “Gesù sei…” in cui il
genio poetico miglionichese ha come tracciato l’incisione di un
affresco sonoro, un quadro pittorico raffinato e delicato, volto
a far emergere “l’anima pulita” e popolare di Giovanni, nonché
il seme della “speranza che trasforma l’acre dolore in armonia”.
A seguire, le toccanti testimonianze dei suoi collaboratori più
stretti: di Michele Pace, degli ex sindaci Maria Signorella e
Giuseppe Dalessandro, di Vincenzo Buono (segretario del Pci
negli anni Settanta e Ottanta), di Antonella Finamore, attuale
segretaria cittadina dei Ds, delle sorelle Mariolina e Antonella
Rondinone, (commosse fino alle lacrime) di Giuseppe Comanda,
presidente provinciale della Figc (Federazione italiana gioco
calcio). Poi, le commoventi parole della moglie, Nunzia Dattoli,
che ha chiamato suo marito Giovanni “l’uomo del dialogo, ma non
del compromesso” e del figlio Domenico (per me è stato non solo
un padre, ma un maestro di vita). Un uomo, Giovanni Centonze,
che ha contribuito a fare la storia del nostro paese. Giacomo
Amati |