MIGLIONICO.
In paese nascono pochi bambini. Nel corso
dell’anno 2014, nell’ufficio anagrafe del
municipio sono state registrate appena 20
nascite: 11 femminucce e 9 maschi.
Analizzando i dati che ci sono stati forniti
dall’impiegata comunale, Luisa Lascaro,
responsabile del locale ufficio anagrafe, si
scopre che negli ultimi cinque anni, ovvero
nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014,
il numero complessivo dei nati è di 87
bambini (37 sono di sesso femminile e 48 di
quello maschile). Nello stesso periodo, il
numero totale delle persone decedute è stato
di 108: 55 donne e 53 maschi. Il che
significa che gli abitanti miglionichesi che
muoiono non sono sostituti, nella stessa
entità numerica, da quelli che nascono. Ne
discende che il numero complessivo degli
abitanti continua inesorabilmente a
diminuire: attualmente, la popolazione
residente in paese è di 2525, di cui 1266
sono donne e 1259 sono maschi (dati rilevati
al 31 dicembre 2014). Una decina di anni fa,
gli abitanti erano circa 2700. Dati
preoccupanti. In particolare, il calo del
numero delle nuove nascite potrebbe
determinare subito una conseguenza negativa
in ambito scolastico: dal prossimo anno
scolastico potrebbe verificarsi una
decurtazione del numero delle sezioni della
scuola dell’infanzia che ospita i bambini
d’età compresa tra i tre e i cinque anni. In
virtù del numero dei bambini (54) che dal
prossimo settembre 2015 frequenteranno il
plesso di via Dante, si potrebbe verificare
il taglio di 1 sezione: in tal caso, dalle 3
attuali, si scenderebbe a 2. Non solo, il
funzionamento di appena 2 sezioni
all’interno dell’edificio potrebbe
prefigurare addirittura la chiusura del
plesso, con il trasferimento delle sezioni
all’interno dell’edificio scolastico
centrale dell’istituto “Don Donato Gallucci”
che ospita 6 classi di scuola primaria e 3
di scuola secondaria di primo grado.
Conseguenza negativa di un tasso di natalità
in costante diminuzione. Fino agli anni
Novanta, per la giovane coppia, la nascita
di un figlio era qualcosa di naturale.
Adesso, invece, per una serie di fattori
(crisi economica, mancanza di lavoro,
eccetera), la nascita di un figlio viene
vissuta come una responsabilità molto
impegnativa che spesso è fonte di
preoccupazione.
Giacomo Amati |