MIGLIONICO.
La pittura. In virtù di questa sublime arte,
il pittore miglionichese, Michelangelo
Laforgia (1921-2005) è stato ammirato in
vita. Grazie a questo suo geniale estro
creativo continuerà a vivere nel ricordo dei
suoi concittadini. Il suo nome, il suo estro
artistico saranno ricordati, per sempre, da
una via cittadina, dalla strada:
“Michelangelo Laforgia, pittore” che è
entrata ufficialmente a far parte della
toponomastica del paese. Gli è stata
intitolata dalla locale Amministrazione
comunale. Gli è stata dedicata per
ricordarne i meriti artistici. Uno
straordinario atto d’amore nei confronti
dell’uomo e dell’artista Laforgia che, nel
corso della sua vita seppe amare in modo
viscerale, nell’anima, il suo paese natio,
dedicandogli una vera e propria collezione
di dipinti che ritraggono le vie, i luoghi,
i monumenti più significativi di Miglionico.
Decine e decine di quadri. Opere d’arte che
possono essere ammirate nelle sale della
sede municipale, ove attualmente ne decorano
le pareti. Sono state donate al Comune, per
esplicita volontà dell’artista. Dagli annali
della storia di Miglionico, si scopre che
prima di Laforgia, soltanto altri cinque
miglionichesi illustri avevano ricevuto
questa sublime onorificenza. Ai nomi dei
parlamentari Nicolò De Ruggieri e Michele
Bianco, del patriota Pietro Sivilia, del
soldato eroe Alfredo Sarli e del letterato
Teodoro Ricciardi, oggi s’è aggiunto quello
di Michelangelo Laforgia. È stato il sindaco
Angelo Buono a scoprirne la targa, tra la
commozione generale: di quella dei familiari
dell’artista e dei cittadini, tra cui erano
presenti anche il consigliere regionale
miglionichese, Achille Spada, il presidente
della Provincia Francesco De Giacomo e la
segretaria comunale, Francesca Basta. Ad
illustrare la figura dell’artista ci hanno
pensato, nel corso di una toccante
manifestazione pubblica, che s’è svolta
nell’auditorium del castello del “Malconsiglio”,
il prof. Domenico Lascaro, il parlamentare
regionale Achille Spada, il critico d’arte
Gabriele Scarcia e il sindaco Angelo Buono.
“Tutta la sua vita – ha sottolineato Lascaro
– è un esempio di grande dignità umana e di
civile valore”. I tratti fondamentali della
sua arte? La raffigurazione dei molteplici
paesaggi miglionichesi e del castello che
diventa il simbolo della sua produzione
artistica, quasi a voler “imprimere sulla
tela – ha osservato Lascaro – la fiamma
sempre viva dell’amore che l’artista nutriva
per la sua terra”. Oggi il suo paese, con
una targa ricordo donata alla vedova
Laforgia e con l’intitolazione di una
strada, gli ha ricambiato il suo atto
d’amore. E’ stato un dono bellissimo. Una
carezza dolcissima. Un segno di gratitudine.
Un simbolo d’affetto quotidiano che irradia
di luce l’opera artistica del maestro
autodidatta.
Giacomo Amati |