MIGLIONICO.
Una donna, Kurrem e un sultano, Solimano
detto il Magnifico. Sono loro i protagonisti
di primo piano del romanzo, a carattere
storico, intitolato, “Kurrem, la rosa
dell’harem”, di Salvatore Barrocu, ed.
“Amico Libro”, di Giuseppe Bellone,
Montescaglioso, pubblicato nel gennaio 2014.
Il libro, che è strutturato in 32 capitoli,
per complessive 133 pagine, racconta la
storia di Rossellana, più nota come Kurrem,
che, rapita dai Tartari, fu venduta come
schiava e “regalata” al sultano Solimano,
padrone assoluto dell’Impero Ottomano, cioè
dello Stato turco mussulmano. Il romanzo
narra l’appassionante storia d’amore tra una
concubina ottomana, divenuta, poi, moglie
del Sultano: una vicenda entusiasmante, che
si legge d’un fiato. Lo scrittore sardo
Barrocu la inquadra nel periodo storico
compreso tra il 1500 e il 1560, l’epoca
storica in cui, Solimano, che seppe
conquistarsi l’appellativo di Magnifico, non
solo per le sue doti di conquistatore di
tante terre e di grande condottiere in
molteplici guerre, ma anche per le sue doti
di legislatore e di poeta, portò il suo
vasto impero al massimo splendore, sotto il
profilo della potenza militare. La relazione
d’amore tra i due protagonisti del romanzo
cominciò quando Kurrem aveva appena 15 anni.
Il Libro è stato presentato nell’auditorium
del castello del “Malconsiglio”, a cura
della professoressa Margherita Lopergolo, in
collaborazione con la dottoressa Rosa
Fioriniello, l’ins. Anna Manzara, il poeta
Emanuele Canterino, il musicista Teo Comanda
e la poetessa miglionichese Nunzia Dimarsico.
Quest’ultima, nel commentarne la prefazione,
ha sottolineato che il romanzo “descrive la
storia di una piccola donna che, da schiava,
divenne la donna più potente dell’Impero
Ottomano. Se, per raggiungere il suo scopo,
usò l’inganno, il tradimento, l’intrigo, non
giudichiamola male. Il tempo in cui viveva
era ricco di inganni, tradimenti, intrighi e
lei fu figlia perfetta di un tempo
imperfetto”. Come va vista, allora, Kurrem?
Per quella che mostrò di essere:
splendidamente bella nella sua fisicità, ma
tanto brutta nell’anima, anzi sen’anima
nella sua vita interiore. Come riuscì a
sedurre il sultano Solimano? “Facendo leva -
ha spiegato la professoressa Lopergolo -
sulle sue doti di seduzione (fascino e
femminilità) e d’intelligenza”. Poi, la
relatrice, nel tratteggiare, a grandi linee,
le principali vicende storiche dell’epoca,
ha messo in luce un mondo, quello ottomano,
ovviamente, visto in un periodo storico
limitato nel tempo, “caratterizzato da tante
miserie umane, privo dei valori della
giustizia, della libertà e della
democrazia”. La dottoressa Fioriniello,
infine, s’è soffermata a tratteggiare il
ruolo della donna: prima, ha evidenziato
quello particolare di Karrem, abile a
stregare Solimano, ritenuto quasi una
divinità, con la sua arte amatoria. Una
personalità, quella di Kurrem,
caratterizzata da “un’avarizia insaziabile
di potere, fino al punto da arrivare a
distruggere se stessa”; quindi, ha
illustrato il ruolo della donna d’oggi,
“vista come soggetto di diritti, capace, nel
corso degli anni, di emanciparsi e di
diventare, sempre più protagonista in
positivo della nostra società”. La serata è
stata impreziosita dall’esibizione di due
ballerine dell’associazione “Malika” di
Altamura, Grazia e Porfida, che hanno
eseguito alcuni balli tipici della civiltà
mussulmana. Giacomo
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