MIGLIONICO.
Vi giungono subito dopo la celebrazione del
rito religioso o di quello civile: sono le
coppie degli sposi che scelgono le
incantevoli sale del castello del
“Malconsiglio” come “luogo cartolina” per il
loro matrimonio. Una tappa obbligata, ove
poter immortalare, con foto e riprese video,
i momenti più suggestivi e le immagini più
belle susseguenti al fatidico sì. In
quest’ultimo periodo, la novità: il fascino
ammaliante di un luogo così particolare e
ricco di storia, non attrae solo le coppie
miglionichesi, ma anche quelle provenienti
dai paesi limitrofi, le quali ne chiedono
l’utilizzo per il soggiorno come “sala
ricevimenti” per tutta la serata del
“party”. Da qui la decisione della locale
Amministrazione comunale di centrosinistra,
guidata dal sindaco Angelo Buono (Pd), volta
a disciplinarne l’uso con un’apposita
delibera di Giunta. In fondo, si tratta pur
sempre di un servizio a domanda individuale
che, offrendo un beneficio, comporta dei
costi per il Comune (consumo di acqua, luce,
eccetera) e ne chiede un tributo. Ecco,
allora, le mo-dalità d’uso e le relative
tariffe: l’ingresso è libero e quindi è
gratis per chi ne chiede un utilizzo per
pochi minuti e limitato all’effettuazione
delle semplici fotografìe e riprese video.
Bisogna pagare, invece, se il maniero viene
utilizzato per mezza giornata o per la
serata. Le tariffe vanno da un minimo di 150
euro a un massimo di 260 euro: ovviamente,
l’entità del tributo è subordinato anche
all’uso del numero delle sale da impiegare
nel corso della durata del ricevimento; così
come è correlato all’eventuale utilizzo
degli arredi, compresi tavoli e sedie. Per
la verità, non si tratta di cifre da
capogiro accessibili solo da parte dei
cosiddetti “vip” dello spettacolo o dalle
famiglie aristocratiche e benestanti
economicamente: sono prezzi popolari che
chiunque può permettersi. E così, il
castello,con la sua forma a parallelogramma,
la cui costruzione ri-sale al 1100, fatto
fortificare da Federico n, con ben otto
torri (tre cilindriche e 5 quadrangolari),
teatro della famigerata “Congiura dei
Baroni” (1485), assume, di giorno in giorno,
sempre di più, una forte dimensione di
attrattore turistico. Giacomo Amati |