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Giacomo Amati

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GIACOMO AMATI

26 Settembre 2014
Miglionico. Durante la "Sagra dei fichi secchi" carenti gli altri aspetti relativi alla ristorazione per i tanti visitatori
Offerta turistica, tante bellezze ma occorrono maggiori servizi
di Giacomo Amati

Annamaria Bosco e Alessabdra AmatiMIGLIONICO. Soddisfatti per le delizie della “Sagra dei fichi secchi”, ma affamati per mancanza di pane e cibo da rosticceria. Due facce contrapposte della stessa medaglia, la fotografia di un giorno di festa paesana che s’è svolta, nella comunità, domenica 21 settembre. Da una parte la gioia della festa; dall’altra, il disagio per l’impossibilità, da parte dei numerosi turisti che vi erano presenti, di reperire un po’ di cibo da mettere sotto i denti velocemente, senza andare al ristorante, magari, per risparmiare, complice la situazione incombente di austerità di questo periodo. Centinaia di visitatori e turisti sono arrivati in paese non solo da vari centri del Materano, ma anche da quelli delle regioni limitrofe per partecipare alla famosa manifestazione dei fichi secchi, organizzata dalla locale sezione della Pro Loco, con il patrocinio del Comune, del Gal Bradanica e dell’Apt di Basilicata. Nel primo pomeriggio, le prime difficoltà: i visitatori non riuscivano ad acquistare un po’ di pane né biscotti: i tre forni presenti in paese erano chiusi per il riposo festivo settimanale;  nel centro storico, altri due bar avevano la saracinesca abbassata per ferie. Da qui lo scandalo o, se si vuole, il semplice paradosso di chi non sfrutta l’opportunità di fare un incasso con i fiocchi. Tante le lamentele e i rientri prematuri nella vicina Matera per mettere qualcosa sotto i denti. Domenica scorsa, quindi, a Miglionico, nel paese che vuole fare del turismo il suo principale motore di sviluppo socio-economico, è stata vissuta una giornata all’insegna della famosa “Tela di Penelope” che veniva costruita di giorno e disfatta di notte. Fuor di metafora: la forza di un territorio che si candida a sfruttare tutte le opportunità di crescita che potrà offrire l’ambizioso progetto di “Matera Capitale Europea della Cultura 2019” non può essere fondata soltanto sulla bellezza dei suoi monumenti e dei suoi capolavori artistici, ma deve far leva anche sulla presenza di adeguate e funzionali strutture ricettive per soddisfare i vari bisogni dei turisti, a cominciare da quello primario: la ricerca del cibo. Il lavoro dell’Amministrazione del sindaco Buono, volto a fare di Miglionico un attrattore turistico, non può essere vanificato dalla mancanza, sul territorio, di alcuni elementari, ma essenziali servizi. Eloquente, a tal proposito il parere del sindaco: “ In occasione di eventi di un certo rilievo culturale e sociale, bisognerà far tesoro di ciò che non ha funzionato al meglio domenica scorsa e migliorare, in vista degli appuntamenti futuri, l’organizzazione complessiva, coordinando in modo funzionale tutti i servizi”. Miglionico sta cambiando: i vari esercizi commerciali che vi operano, sono chiamati ad acquisire la consapevolezza che, in futuro, i loro clienti non saranno soltanto i cittadini miglionichesi. Il “rinascimento” del paese ha bisogno del contributo di tutti: anche di quello che può essere offerto dagli operatori commerciali. Giacomo Amati

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