Polemiche intorno ad
un'associazione non ancora "nata" (ma nascerà?) |
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Dopo
il fallito tentativo negli anni ’90 di auto gestire delle attività
ricreative , negli ultimi tempi tra i pensionati della nostra comunità è
andato crescendo il disagio per la mancanza di un centro in cui
trascorrere momenti di aggregazione, specie durante i mesi invernali.
Disagio che, per tanti di loro, è aumentato ulteriormente quando è
venuto a mancare il compianto Mimì Grieco la cui “piteia” svolgeva in
pratica la funzione di un vero e proprio centro sociale. In quel suo
locale si poteva infatti ,oltre leggere i giornali, scambiare opinioni,
discutere su fatti e circostanze della vita quotidiana.
Più volte si era cercato in passato di sensibilizzare l’Amministrazioni
Comunali sulla necessità di mettere a disposizione dei locali idonei
allo svolgimento di attività ricreative e culturali per gli “over 60”.
L’anno scorso sembrava che l’Amministrazione del Sindaco Buono avesse
finalmente recepito tali esigenze. Veniva infatti messo a disposizione
un locale, che pur presentando delle criticità per i “diversamente
abili”, risultava gradito perché ubicato nel nostro Castello e quindi a
pochi passi dal centro cittadino.
A distanza di pochi mesi però sta emergendo una situazione a dir poco
paradossale.
L’intenzione della precedente Amministrazione, espressa dall’ex Sindaco
Buono, era, per la verità, quella di mettere il locale a disposizione di
una costituenda associazione “tra le generazioni” con lo scopo
d’intercettare con apposite iniziative eventuali fondi comunitari e/o
regionali. Tutto questo anche in collaborazione con analoghe
associazioni dei paesi limitrofi. Con finalità quindi poco in comune con
quella di una semplice associazione per pensionati. .
Si andava verso il termine del mandato dell’Amministrazione Buono e in
attesa del rinnovo del Consiglio Comunale, l’iter dell’iniziativa sembra
sia rimasta in pratica nel limbo. Intanto i pensionati hanno continuato
a frequentare il locale; era stato eletto pure un direttivo, erano state
raccolte le adesioni e c’era stato chi si era pure prodigato
diligentemente nella elaborazione di uno statuto.
Qualche giorno fa qualcuno ha dato la sveglia. E’ stata convocata
un’assemblea degli aderenti a cui è stato sottoposto all’approvazione un
nuovo statuto in linea, a quanto sembra, con l’originaria idea di un’
associazione “intergenerazionali.
Questo ha fatto scoppiare vivaci polemiche sia con una parte
dell’opposizione dell’attuale giunta sia tra gli stessi associati;
polemiche che rischiano di seppellire “na criietura”, a quanto sembra,
non ancora nata. Non risulta infatti ancora stipulato l’atto costitutivo
ma intanto si polemizza vivacemente sui rapporti, che dovrebbero
intercorrere tra Comune e associazione e sui nomi che dovrebbero
gestirla.
E’ necessario pertanto che l’Amministrazione faccia a questo punto
chiarezza.
La nascente associazione, perché possa accedere ai fondi sopra citati,
per perseguire i suoi scopi, deve in pratica essere considerata uno
strumento dell’Amministrazione Comunale? Se così fosse, non si perda
tempo in inutili consultazioni tra gli associati. Il Sindaco o chi ha a
delega ai servizi sociali chieda “cortesemente” a sette cittadini
disponibili, di cui almeno tre donne e due tra quelli segnalati dai
gruppi di opposizione, di procedere:
• alla stipula dell’atto costitutivo dell’associazione, adottando uno
statuto idoneo a perseguire le finalità di questo tipo associativo,
rispettando quanto previsto dalla legge riguardante le Onlus e dalla
legge riguardante le pari opportunità uomo/donna negli organi
collegiali.
• di nominare gli organi di gestione, come da statuto, ma con una durata
temporanea non oltre un anno;
• di formalizzare le adesioni all’associazione già raccolte,fissando una
eventuale quota annuale di partecipazione;
• di espletare tutte le formalità di rito affinché l’associazione possa
essere iscritta nei vari registri , previsti dalla legge e possa
pertanto cominciare ad
Alla scadenza del primo anno, se la “criietaura” sarà già in grado di
camminare con le sue gambe, si potrà procedere al rinnovo di tutte le
cariche sociali in maniera democratica, rispettando sempre la parità di
genere negli organi collegiali.
E per pensionati, che sono stati trattati nel frattempo come una riserva
indiana ? La loro presenza deve rimanere parte integrante e
indispensabile dell’associazione, altrimenti lo stesso scopo
dell’associazione verrebbe meno! A loro il Comune dovrebbe lasciare,
mediante un regolare contratto di comodato e sotto la guida di un
componente del Direttivo, l’uso dell’attuale locale dove potranno
continuare a tirare “le orecchie” ad un mazzo di carte” ed a polemizzare
tra di loro “ del più e del meno”! Naturalmente a patto che garantiscano
la loro disponibilità personale a collaborare per le finalità
dell’associazione.
La sede dell’associazione, appena possibile ,dovrebbe essere infatti
spostata presso i locali dell’ex scuola Media.
Suggerimenti “a perdere” di Tonino di Torre di Fino, che si scusa in
anticipo per eventuali inesattezze, dovute in particolare alla tanta
confusione che regna intorno all’argomento.
Torre di Fino 28/7/2019 |
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Antonio
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