MIGLIONICO.
Ho appena fatto in tempo a veder pubblicato il mio ultimo articolo, che
immediatamente l’amico Amati mi provoca con altri stuzzicanti quesiti.
“Chi, secondo te, potrebbe vestire i panni di un Braccio di Ferro,
capace di risolvere i tanti problemi del nostro Paese? Basta un nuovo
Umanesimo a dare l’input necessario”? Domande da un milione di Euro,
anzi molti di più, almeno da un milione e duecentomila.
Ebbene, caro Giacomo,
devo proprio confessartelo: sì, sono favorevole all’uomo forte; non vedo
l’ora che presto in Italia si formi un Governo con a capo un Uomo
Fortissimo. Veramente avrei preferito una bella Donna Forte. In mancanza
va bene anche un soggetto maschile. Purtroppo all’orizzonte non ne vedo
alcuno. L’unico che in questo momento potrebbe fare al caso nostro
-chiedo scusa per la presunzione - sarei io stesso; non ne vedo altri.
Purtroppo sono un po’ debole di costituzione e non sarebbe giusto
propormi. A
parte gli scherzi, la questione è molto complicata e preoccupante. Se si
è giunti a invocare, dall’80% del popolo italiano, una persona
autoritaria alla guida del Paese, è perché questa classe politica non
sta dando buona prova di sé. Le cause sono sotto gli occhi di tutti e
non serve parlarne in questa sede, tra l’altro, in più occasioni, ne ho
fatto oggetto di analisi. Ora l’amico Giacomo, col suo fare bonario e
provocatorio, mi esorta a individuare un uomo di buon cuore e dalla
tempra dura, in grado di proporsi come guida suprema della Nazione.
Opportunamente intravede in un Nuovo Umanesimo la forza per promuovere
la perfezione morale, indispensabile per far emergere nuove idee e nuove
personalità in grado di realizzarla.
Belle parole, ma la realtà è più
complessa. Non è questione di uomini forti o di buon cuore, bensì è
compito di politiche lungimiranti ed efficaci in grado di intercettare i
veri bisogni dell’uomo e creare le condizioni per soddisfarli. Accenno
ai più basilari: bisogno di un lavoro dignitoso per tutti, di
un’abitazione accogliente, di un’istruzione e formazione adatte ai
tempi; oltre a quelli di carattere collettivo, quali la sicurezza
sociale, la difesa del territorio, la civile convivenza interna e
internazionale.
Come si può notare, necessita un vasto programma politico ed economico
cui servono idee forti e coraggiose per realizzarlo. Purtroppo nel
nostro paese si è perso di vista l’interesse generale e si rincorrono
solo obiettivi di parte. La conseguenza è stata la nascita di una
miriade di partiti, incapaci di soddisfare le più elementari necessità
dei cittadini. Inevitabilmente, tale situazione provoca caos e conflitti
tra le parti, impedendo di predisporre e realizzare idonee soluzioni. La
domanda è: può bastare un singolo uomo, sia pur dotato di poteri
straordinari, ad affrontare e risolvere i problemi del Paese, giacchè la
classe politica insegue solo il potere fine a se stesso?
Allo stato attuale si vive una situazione
oltremodo pericolosa e senza vie d’uscita, che genera rabbia e
contribuisce ad esacerbare gli animi fino a fargli invocare un potere
autoritario. Lungi da me pensare a una simile soluzione. Sai bene, caro
Giacomo, qual è la mia storia politica e le mie idee in proposito. Che
cosa serve allora? Serve una politica forte. Di Destra o di Sinistra? Di
Centro o di periferia? In realtà di sigle siamo inondati fino al collo.
Spesso si fa fatica a distinguerle l’una dall’altra.
Da quando le ideologie
(ed è stato un bene), non hanno più motivo di esistere, la valutazione
delle forze in campo dovrebbe avere come metro di misura: l’interesse
generale della collettività, un programma d’idee concrete e
realizzabili; la reale libertà di pensiero e d’espressione e
l’uguaglianza delle opportunità; non per ultimi, assicurare a tutti i
diritti civili e sociali, la meritocrazia e i bisogni fondamentali. Sarà
opera di un singolo partito o di una coalizione di forze? Non è questo
il problema. L’importante è che ci s’intenda su quello che c’è da fare e
si stabiliscano regole chiare e condivise, all’interno di un singolo
partito e nei rapporti reciproci. Se prevarrà il senso di
responsabilità, è auspicabile che si approvi una legge elettorale che
faciliti la formazione di un governo stabile e autorevole e duri
l’intera legislatura.
A questo punto è
d’obbligo aprire una parentesi e accennare al contributo offerto
dall’Umanesimo, sollevato dal Prof. Amati, e da qualche altra corrente
di pensiero, idonee a fare un po’ di chiarezza nel panorama politico
attuale. Da un punto di vista speculativo, per Umanesimo s’intende una
direzione d’idee per cui l’uomo si pone al centro della vita e del
mondo, proteso a conseguire la sua perfezione morale. Per esigenze di
“par condicio”, il riferimento va all’altro pensiero filosofico che ha
preso il nome di Illuminismo. Esso si fonda unicamente sulla fede della
Ragione umana, una e immutabile, e nell’esultanza dell’uomo libero,
creatore di se stesso. Per completare il discorso, è doveroso accennare
a un’altra grande “inquietudine” dell’uomo che investe una grandissima
parte dell’umanità; mi riferisco al disegno universale del
Cristianesimo. Non prendo in esame il fattore religioso da cui promana
la legge divina, ma il messaggio terreno del Cristo rivolto agli uomini
di buona volontà. Il suo messaggio d’amore è un monito a sentirsi tutti
fratelli, fino a considerare l’altro alla stregua di se stessi.
Se i partiti facessero
propria, almeno una minima parte di tali principi, saremmo già sulla via
della salvezza, spirituale e materiale. Purtroppo la strada è lunga e
tortuosa e le probabilità di farcela sono molto esigue. Come già detto,
servono uomini capaci e degni di portare a compimento i progetti da
realizzare. Servono, non uno, ma molti uomini e donne coraggiosi,
responsabili, onesti, rispettosi delle regole, non legati al potere;
oltre ad essere di buon cuore e d’integra moralità. Mi si dirà: troppa
grazia, sant’Antonio! Ma le vie della speranza e dell’immaginazione sono
infinite. Non è reato crederci.
E l’uomo forte, che fine ha fatto? Non l’ho dimenticato. Sono convinto
che, a queste condizioni, un uomo autorevole sia ben accetto. Non penso
ovviamente ai tanti uomini autoritari e spregiudicati che hanno
funestato l’umanità intera. Non erano uomini forti ma deboli di principi
e d’idee, prepotenti e ossessionati dal potere; solo vogliosi di
affermare la propria debolezza e incapaci di commisurarsi con i veri
uomini.
Proprio per compensare
le proprie mancanze, simili individui non trovano di meglio che esaltare
le proprie risorse virili e le conquiste femminili. Spazio dunque a una
figura autorevole; a condizione che sia espressione di una forza
politica ispirata a metodi e valori democratici, la quale si ponga come
obiettivi inderogabili il soddisfacimento dei bisogni e l’elevazione
sociale e morale del popolo. Se le condizioni su esposte sono
effettivamente rispettate, la persona che aspiri a conquistarsi la
fiducia di tutti dovrà dimostrare di possedere i requisiti
indispensabili per accreditarsi come un vero leader forte.
Oltre alle qualità,
per così dire, classiche che un leader dovrebbe possedere, come avere
carisma, trasmettere fiducia, credere a quello che dice, saper cogliere
l’essenza delle cose, dovrà essere competente e incorruttibile, dotato
di spirito di servizio e capace di stabilire rapporti corretti con
chiunque. Non sarebbe male, aggiungo io, essere dotato di un pizzico
d’ironia e di un rasserenante humor. Se la politica sarà capace di far
propri i valori universali di cui si è detto ed esprimere un uomo che
possieda le caratteristiche appena accennate, allora sii benvenuto,
“Uomo Forte”.
P.S. Mentre scrivo, il prof. Amati mi rivolge un’altra sventagliata di
domande sulle sorti future del PD. Risponderò dopo la Direzione del 13
p.v.
Miglionico 10.02.2017
Domenico Lascaro (d.lascaro@libero.it)
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