Il
boia,Herr Joseph Lang, ,strinse la corda intorno al
collo di Cesare Battisti alle ore 19. Al primo
tentativo di impiccagione la corda si ruppe, la seconda
volta fu fatale.
Era il 12 luglio del 1916 e alle ore 19,14, Cesare
Battisti moriva nella fossa del castello del
Buonconsiglio di Trento. La guerra era ancora lontana
dalla conclusione: però aver preso il “traditore” era un
colpaccio per l’Austria.
Cesare Battisti, era nato a Trento nel 1875, promotore
del partito socialista in Trentino, antimilitarista
all’inizio,infine irredentista. Nel 1894 con altri
coetanei aveva fondato la società degli studenti
trentini, aveva poi studiato a Firenze,dove si era unito
a Ernestina Bitanti e si era specializzato in geografia
e topografia(conseguendo la laurea a ventidue anni).
Era stato eletto consigliere comunale a Trento nel 1902,
parlamentare a Vienna nel 1911 e alla Dieta Tirolese nel
1914. Per le sue idee irredentistiche,aveva subito un
primo arresto a Innsbruck nel 1904 per l’inaugurazione
della prima università italiana(nell’occasione venne
arrestato anche Alcide De Gasperi; era stata una “lotta
a revolverate”), contestata dagli studenti austriaci.
Nel 1900 aveva fondato a Trento il giornale “il Popolo”
e da deputato aveva gridato nel parlamento austriaco
(1911) che “era ora di spezzare le infamie catene che
legavano tanti generosi figli d’Italia al pesante carro
d’Austria”.
Infine, quando nel 1914 l’Austria aveva
dichiarato
guerra alla Serbia, aveva attraversato il confine la
sera del 14 agosto 1914 diretto a Milano per mettersi a
disposizione del
ministro italiano della guerra. Il 29
maggio 1915 si era arruolato volontario nel 5°
reggimento alpini di stanza a Milano. Nominato
sottotenente, era stato trasferito al 6° alpini dove
aveva incontrato Fabio Filzi. Era stato sul
Tonale, sull’Adamello e sul monte Baldo. A Malga Zures
aveva partecipato a un aspro combattimento in cui erano
morti trenta alpini, in quella occasione aveva ottenuto
una medaglia. Promosso Tenente fu trasferito al Comando
d’Armata a Verona a fare il geografo,mestiere che
conosceva bene e supportato anche da una conoscenza
delle zone di guerra e del Trentino. Era riuscito a
tornare al fronte, al comando di una compagnia del 6°
alpini. Era contento di essere di nuovo in Trentino.
Ai primi di giugno del 1916 gli italiani avevano subito
l’offensiva austriaca, il 25 giugno Battisti scriveva
alla moglie ”che stanotte o domani sarà battaglia, forse
la più grane della nostra controffensiva”. Infatti c’era
da riprendere il monte Corno, nel massiccio del Pasubio.
Battisti sapeva che la morte poteva coglierlo da un
momento all’altro, ma soprattutto temeva una cattura
perché sarebbe stata seguita dal capestro o dalla
fucilazione. L’avvocato Piscel,al momento della sua
partenza per la guerra,lo aveva consigliato di munirsi
di veleno:così in caso di cattura avrebbe evitato la
morte per mano austriaca. Ma Battisti aveva
categoricamente rifiutato questa ipotesi.
Il 9 luglio Battisti decideva di andare alla conquista
del Corno a quota 1801. Ci furono aspri combattimenti.
Cesare Battisti fu catturato con un altro
irredentista, Fabio Filzi. Il cadetto Brunetto
Franceschini, unico ufficiale dell’esercito austriaco in
quel momento a parlare italiano, fu incaricato di
eseguire il riconoscimento. Secondo Cesare Veronesi, gli
austriaci avevano appreso di Battisti da due alpini
fatti prigionieri sul monte Corno, un sergente di
Arzignano (Vicenza) e un alpino di Soave (Verona).
“L’accusa al processo era di alto tradimento. Cesare
Battisti, promotore del partito socialista in Trentino
diventato poi esponente di primo piano al suo interno,
deputato alla dieta di Innusbruck, geografo e topografo,
aveva disertato l’esercito dell’imperatore per andare a
combattere dalla parte opposta.” Da “Eroi e poveri
diavoli della grande guerra” di Paolo Brogi “Io sostengo
di essere cittadino italiano” disse Battisti al
presidente, il tenente Karl Issleib, “essendo stato
nominato ufficiale nell’esercito italiano. Debbo
tuttavia ammettere di non essere stato cassato dal nesso
statale austriaco. Dichiaro inoltre di avere, prima e
dopo lo scoppio della guerra con l’Italia, fatta una
intensissima propaganda, in ogni modo, con la parola con
gli scritti,a mezzo stampa, per la causa italiana e per
l’annessione all’Italia delle regioni italiane
dell’Austria; di essere entrato volontariamente
nell’esercito italiano; di avere dopo la nomina a
sottotenente e a tenente,combattuto contro l’Austria;di
essere stato fatto prigioniero di guerra mentre
impugnavo le armi. Dichiaro, in particolare, di avere
scritto tutti gli articoli e opuscoli che mi sono
attribuiti, di avere promossa la stampa nonché di avere
tenuto i discorsi sovversivi menzionati. Sostengo
espressamente di avere agito secondo i miei ideali
politici, che avevano per meta l’indipendenza delle
provincie italiane dell’Austria e la loro unione al
Regno d’Italia…”
Il corpo di Cesare Battisti riposa nel mausoleo Doss
Trento. Domenico Sarli |