MIGLIONICO.
I quesiti che il prof. Amati
mi rivolge questa settimana sono quanto di
più difficile si possa immaginare. “Che cosa
manca al centro destra di Miglionico per
sperare di poter tornare ad essere
competitiva con il centro sinistra? Qual è
il merito dei grillini nel ruolo di
opposizione in consiglio comunale?”
In primo luogo perché io, essendo
schierato da tutt’altra parte, non ho la
competenza e la legittimità di interferire
nelle questioni altrui. Ci vorrebbe,
inoltre, la competenza di un sociologo per
rispondere ai quesiti sopraindicati.
Comunque non intendo sottrarmi alla sfida
che mi lancia Amati e un parere personale
vorrò pure esprimere.
Non v’è dubbio che il centro destra
di Miglionico sta vivendo un periodo di
crisi mai registrata sinora. Sembra quasi
impossibile individuare le persone che vi
appartengono; quelli che in passato hanno
avuto ruoli e responsabilità amministrative
non fanno più sentire la propria voce, né
pare vogliano averne in futuro. Insomma
c’è aria di dissoluzione totale di una
componente che in passato ha agito da vera
protagonista. Quali le cause?
Azzardo una risposta. Si sentono
ormai “orfani” di una politica che ha
tradito le loro aspettative. Berlusconi,
sceso in campo per “rivoltare l’Italia come
un calzino”, ha cercato di risolvere solo i
suoi affari personali; a cominciare dalle
leggi ad personam, dalla difesa delle
proprie aziende, fino all’ostentata prodezza
del tombeur de femmes. Prima o poi il
fallimento politico e l’esempio non certo
lodevole dei suoi comportamenti doveva pur
lasciare il segno in coloro che gli hanno
creduto e lo hanno osannato.
Il risultato, non solo a livello
locale, è sotto gli occhi di tutti. Il
cosiddetto popolo delle libertà, si è
frantumato in mille fazioni: una parte è
tornata alla vecchia Fi, altri col NCD di
Alfano, passando per Fratelli d’Italia. Fini
e Casini si erano già dileguati; Scelta
Civica aveva preso in tempo le distanze e
Tabacci, annusata la disfatta, ha pensato di
inventarsi il “Centro Democratico”.
Non è che la sinistra possa vivere
sugli allori da questo punto di vista; ma è
avvantaggiata perché al governo. A quale
settore della destra il “povero” cittadino
italiano, e nella fattispecie di Miglionico,
deve far riferimento? Che cosa gli manca?
Si chiede Amati. Gli manca un leader
autorevole, una politica credibile e
condivisa; un partito organizzato con regole
democratiche, un disegno unitario di
cambiamento del paese; in altre parole, una
visione globale del futuro e dei problemi
universali.
Chi glieli potrà offrire, allora?
Forza Italia? Non è più in grado di
proporre alcunché, se non aggrapparsi
all’astro nascente di Salvini; il quale da
vero politico, ha capito che da quel
versante può attingere molti voti. Una via
d’uscita può venire da Fitto che mostra di
avere idee chiare e coraggio. Da solo, però,
non potrà mai farcela, almeno in tempi
brevi. Occorre uno stravolgimento totale
delle strategie di piccolo cabotaggio messe
in campo dalle ramificazioni della destra;
occorre realizzare quel disegno unitario
cui ho di sopra accennato.
Oltre a quelle su menzionate, un
ruolo fondamentale potrebbe svolgere la
componente di Fitto che, abbandonato
Berlusconi alla mercé del populista Salvini
, unitamente alla nuova formazione – Italia
Unica – di Corrado Passera, potrà farsi
promotore di un’area autenticamente
democratica, comprendente tutte le sigle
enunciate. Si costituirebbe una vera Destra
Democratica, capace di rappresentare
l’alternativa alla sinistra riformista di
Matteo Renzi, quando sarà esaurita
l’energia riformatrice messa in campo dal
giovane toscano.
Non solo è possibile realizzare un
tale disegno, ma sarebbe auspicabile per il
Paese fare chiarezza nell’aggrovigliato
panorama della politica nostrana. Si
configurerebbero in tal modo due aree
alternative di governo, ciascuna con le
proprie caratteristiche, ma ugualmente
accreditate sul piano democratico.
L’alternanza tanto auspicata sarebbe a
portata di mano.
Ecco il terreno di azione che
potrebbe coinvolgere gli “orfani” del centro
destra di Miglionico. Ritroverebbero
l’interesse e la passione per la politica.
Un reale e civile confronto politico, una
dialettica rispettosa dei ruoli di ciascuno
non possono che apportare un salutare
beneficio nei rapporti interpersonali e
collettivi, di cui c’è sempre tanto bisogno.
La via da seguire è tracciata; occorrono
impegno e sacrificio. I risultati non si
farebbero attendere.
Un ultimo accenno al secondo
quesito riguardante l’attività dei
“grillini” in consiglio comunale e nel
paese. Svolgono mirabilmente il ruolo di
opposizione in consiglio, anche se talvolta
sono presi dalla foga di opporsi a
prescindere. Non guasterebbe un
atteggiamento più costruttivo. Se
abbandonassero il velleitarismo di Grillo e
assumessero comportamenti propositivi,
potrebbero davvero guadagnarsi la stima e il
consenso dei miglionichesi. Occorrono
serietà, impegno, dedizione continua.
Saranno in grado di attuarli? Domenico
Lascaro
(d.lascaro@libero.it
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