MATERA.
Il destino di Matera sembrava segnato
definitivamente quando la città è stata
definita "vergogna nazionale". Con la
vittoria di questo ambito titolo, il destino
sembra essersi capovolto: da capitale del
mondo contadino a capitale della
cultura."Futuro" è la parola chiave su cui
si basa il progetto. I giovani devono
impadronirsi della cultura.»
Parla con orgoglio e fiducia Salvatore
Adduce, sindaco di Matera, città europea
della cultura del 2019. Non è stato facile
sbaragliare la concorrenza di città come
Siena, Lecce, Cagliari, Ravenna, ma Matera
ce l'ha fatta e tutto ciò è stato possibile
grazie alla stretta colla-borazione che si è
creata tra il sindaco, il comitato di
promozione di Matera 2019 ed i cittadini
tutti. È stata una vittoria meritata quella
di Matera, che ha colpito la giuria in un
modo eccezionale, tanto che uno dei giurati,
lo spagnolo Pardo, ha affermato che,
comunque fosse andata, Matera sarebbe stata
riconosciuta come "capitale
dell'acco-glienza". L'idea di ospitare la
commissione della giuria nelle case dei
cittadini, infatti, è piaciuta molto e ha
sottolineato ancora una volta l'impegno e la
perseveranza della popolazione di voler
conseguire un risultato molto ambito.
Una volta acquisito il titolo, però, bisogna
puntare a costruire qual-cosa di concreto e
Adduce ha le idee molto chiare: si deve
puntare a garantire ai giovani lucani la
possibilità di formarsi e soprattutto di
cercare un'occupazione nella propria terra
d'origine. Si devono creare sbocchi
lavorativi non solo nell'ambito turistico,
ma anche in campo artigianale, per
ripristinare gli antichi mestieri.
Abbiamo chiesto al sindaco perché, a suo
parere, Matera abbia vinto è la risposta è
stata sorprendentemente toccante: «Non si è
stati valutati per quello che la città è, ma
per quello che la città propone di
divenire».
A tal proposito si possono citare i tre
progetti ai quali il sindaco tiene molto:
l'idea di un istituto
demoetnoantropologico, infrastruttura
culturale, attrattiva costituita da un
archivio materiale della storia di Matera;
l'idea della scu ola del design, risposta
alla crisi economica e industriale; l'idea
di un teatro semovente. Forte ancoraggio
alla storia e notevole riferimento al futuro
costituiscono i progetti che si ha in mente
di attuare. Secondo Adduce «la cultura deve
corrispondere ad un progetto di grande
impegno creativo affinché si possano
realizzare nuove idee per poter definire
nuovi prodotti».
Adduce ritiene, inoltre, che la vittoria non
è soltanto di Matera, ma dell'intero
mezzogiorno, che ha la possibilità di
riscattarsi e l'opportunità di poter
garantire un futuro migliore ai giovani
lucani e delle regioni limitrofe. Basti
pensare che il progetto di candidatura,
oltre che da Matera, è stato sostenuto anche
dalla provincia di Potenza, dalla vicina
Puglia e anche dalla Campania. La città di
Matera, dunque, deve cominciare a mettere a
disposizione di tutti le proprie forze e
ambire, così, alla costruzione di qualcosa
di concreto che possa modificare
radicalmente la situazione precaria che vige
tuttora in Basilicata. Spesso si parla del
mezzogiorno come di una parte del tutto
estranea all'Italia: occorre eliminare
questi pregiudizi e far sì che si cominci a
pensare come un unicum l'Italia intera.
Il professor Massimo Bignardi, docente di
storia dell'arte contem-poranea
all'Università degli studi di Siena, in
un'intervista dichiara che la vittoria di
Matera può essere paragonata al film di
Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo: come,
infatti, si passa dalla passione di Cristo
alla sua risurrezione, così dalla passione
del popolo meridionale, da sempre
considerato subalterno e contadino,
esattamente cinquant'anni dopo si passa alla
risurrezione dei meridionali. La città di
Matera più volte si è trovata a dover
fronteggiare situazioni di grande difficoltà
e ha saputo reagire con determinazione e
farsi portatrice dell'idea di non
arrendersi. A questo proposito, si possono
citare ancora una volta le parole del
sindaco, che spiega il significato di un
motto latino preso in considerazione per il
logo di Matera 2019: «Bos lassus firmius
figit pedem: come il bue stanco affonda la
zampa più fermamente, così Matera, con le
proprie forze, deve trovare in se stessa la
convinzione di proseguire il suo cammino».
Inoltre sottolinea anche che all'inizio, nel
lontano 2009, anno in cui è stato proposto a
Matera di cominciare il suo percorso,
nessuno sapeva quali fossero i benefici di
raggiungere un risultato di tale calibro. È
stato solamente quando le città candidate
sono diventate sei che tutti hanno
cominciato a crederci e a far sì che si
costruisse qualcosa di notevole. Dice ancora
Adduce: «Il sindaco deve sintonizzarsi
perfettamente con il percorso di Matera. Si
avverte un grandissimo orgoglio non solo per
il titolo che si è conquistato, ma per il
percorso che si è fatto. La politica
italiana sta dando il peggio di sé. Io sono
felice di aver restituito alla politica il
suo valore vero. Questo è quello che
dovrebbe fare la politica: collaborare con
la cittadinanza e offrire alternative,
costruendole insieme».
Il secondo dossier di presentazione di
Matera esplica l'obiettivo della città: si
deve lavorare per il futuro dei giovani. Già
a partire dal titolo Open future, il dossier
si propone di dare forma ai sogni dei
giovani lucani, che sperano in un futuro che
non lasci allo sbaraglio le loro
aspettative.
Notevole anche il lavoro di alcuni giovani
lucani, che hanno colla-borato concretamente
per rendere la città di Matera una città
degna di concorrere con città del suo stesso
calibro o addirittura maggiore.
«Non nego che ci sia stata competizione tra
le città candidate - dice ancora il sindaco
- ma dato che nessuna delle città aveva la
cer¬tezza di vincere, insieme si è proposto
al governo un percorso che portasse il
titolo di Italia 2019, per far sì che anche
le altre città candidate potessero proporre
progetti da seguire e da attuare. Il
concorso pre-vedeva la proclamazione di una
sola città, ma le altre candidate hanno il
diritto e il dovere di non disperdere il
patrimonio di progettualità che è stato
pensato per la candidatura».
A proposito dell'istruzione e della
formazione dei giovani, ancora una volta il
sindaco dice che le università devono
svolgere il compito di occuparsi
professionalmente dei ragazzi e devono
offrire la possibilità di scegliere
indirizzi formativi che consentano loro una
preparazione completa. L'Università della
Basilicata è una delle più giovani e soffre
di problemi legati anche alla sua
dimensione. Ultimamente, però, c'è un grande
lavoro da parte dell'ateneo lucano che mira
a garantire una preparazione notevole.
È importante sottolineare ancora una volta
l'impegno profuso dall'intera popolazione
materana e dai comuni limitrofi che hanno
aderito pienamente al progetto, riportando
il logo di "Matera 2019" sulle brochures di
ogni evento culturale organizzato.
Particolare rilevo hanno assunto eventi di
calibro nazionale: tra tutti, la mostra
inerente a Pasolini e al suo Il Vangelo
secondo Matteo, girato anche nei Sassi di
Matera. A questo punto, è necessario dire
altresì che la città di Matera aveva tutte
le potenzialità per vincere una così dura
battaglia: il pa-trimonio artistico è
notevole e la storia della città corrisponde
alla storia dell'uomo, dato che il sito
abitativo è uno dei primi del mondo; Ma è
stato solo grazie al lavoro e alla
partecipazione della cittadinanza che si è
portato avanti con tenacia il progetto di
"Matera 2019", che con-sentirà alla
popolazione lucana di prendersi la propria
rivincita e di-mostrare che nulla è
impossibile. La "vergogna nazionale" diventa
così "orgoglio nazionale". Maria Anna
Piccinni |