MIGLIONICO.
Parafrasando il titolo di una famosa poesia
del Carducci, caro Giacomo, provo a dare una
risposta all’ultimo quesito che mi hai
posto: che cosa pensi di una donna al
Quirinale? Perché non l’on. Anna Finocchiaro?
Premesso che la questione è ormai giunta al
giro di boa con la decisione irrevocabile di
Napolitano di dimettersi nella prossima
settimana, è doveroso sin da ora pensare a
una giusta soluzione che dia al popolo
italiano un degno e capace Capo dello stato.
Il problema però non è facilmente
risolvibile per una serie di ragioni: arduo
succedere a un grande italiano come Giorgio
Napolitano; un altro fattore è rappresentato
dalla frammentarietà del parlamento
italiano; l’ultimo pasticcio del decreto
governativo sul fisco minaccia inoltre di
compromettere il già vacillante patto del
Nazareno.Per questi motivi il meteo prevede
nebbia fitta in cima al Colle.
Ciononostante Il toto candidati, è già in
pieno svolgimento. Tutti reclamano un
candidato super partes, di specchiata
moralità e competenza, di levatura non solo
nazionale, ma anche europea e
internazionale; da scegliere tra tecnici di
vario tipo o, preferibilmente, tra politici
che abbiano simili caratteristiche. I nomi
che circolano tra i tecnici sono a tutti
noti, ormai: Pier Carlo Padoan, Renzo Piano,
Zagrebelsky, Umberto Eco, Draghi, Riccardo
Muti e tanti altri. Meno numerosi i nomi tra
i politici perché, a parere di Scalfari, “la
buona politica che si propone non già il
potere per il potere, ma il potere per il
bene comune, è assai limitata”.
Comunque il fondatore di Repubblica fornisce
i nomi di Prodi, Fassino, Bersani, Zanda e
Walter Veltroni. E veniamo al quesito che mi
è stato posto: perché non una donna e,
precisamente, Anna Finocchiaro? Secondo me
una donna al Quirinale sarebbe sì un bel
segnale di cambiamento e di maturità civile,
ma non è sufficiente essere donna per
ricoprire certe cariche. Sia un uomo che una
donna, per me, possono senz’altro
aspirarealla più alta carica dello Stato;
quello che conta è che sia una persona che
assommi in sé quelle qualità indispensabili
che la nostra Costituzione attribuisce al
Presidente della Repubblica.
Nulla da eccepire quindi nei confronti
dell’attuale presidente della Camera dei
Deputati, on. Boldrini; persona equilibrata
e capace di assolvere incarichi di alto
prestigio; ma, per ragioni di schieramento
politico, non avrebbe i voti necessari. Lo
stesso discorso varrebbe per Emma Bonino:
combattente infaticabile in difesa dei più
emarginati nei luoghi in cui sono calpestati
i più elementari diritti umani; già
sostenuta dal partito Radicale nell’ultima
tornata elettorale, le mancherebbero i
numeri sufficienti.
Restano da valutare le chances che possiede
l’on. Finocchiaro sulla quale il prof. Amati
ha chiesto il mio parere. Donna dotata di
grande intelligenza politica e di lunga
esperienza parlamentare; ha ricoperto e
ricopre tuttora incarichi di grande
prestigio, quali la presidenza dei senatori
del Pd e la presidenza della Commissione
Affari Costituzionali; persona sensibile e
di alti principi morali; di ferrea fede
democratica e strenua difenditrice dei
diritti civili. Sarebbe una degnissima
inquilina del Quirinale. Basteranno queste
prerogative perché il Pd possa sostenerla
nella scalata al Quirinale?
Nutro molti dubbi che ciò avvenga; per il
semplice motivo che la Finocchiaro è
considerata, a torto o a ragione, troppo
appiattita sulle posizioni della sinistra
democratica, per cui non potrebbe contare
sui voti dei cosiddetti moderati. Sarebbe un
vero peccato non poter contare su una
persona validissima e stimata da tutti.
Escludendo a priori i nomi dei tecnici, tra
i quali i più pappabili si sono dichiarati
indisponibili per impegni assunti in
precedenza, chi tra i politici avrebbe
maggiori possibilità di riuscita? Se la
scelta deve cadere su un politico, è
naturale che sia il partito di maggioranza
relativa a indicarne per primo il nome. Sarà
quello di Prodi, di Bersani o di Fassino?
Per gli stessi motivi che mi hanno fatto
dubitare della candidatura della Finocchiaro,
non credo sarà opportuno proporre ( o
riproporre ) tali nominativi.
Rimane quello di Walter Veltroni, del quale
in tempi non sospetti, quasi per celia, ho
tessuto le lodi e a cui ho espresso la mia
preferenza. Oltre a possedere tutte le
qualità di cui gli altri si avvalgono, egli
ha una “marcia” in più in termini di
simpatia, gioventù, vocazione umanitaria e
autentica passione politica. Spero che la
nebbia possa diradarsi al più presto e si
riesca a eleggere un Presidente della
Repubblica della stessa caratura morale e
umana di Pertini, Scalfaro, Ciampi e
Napolitano. A quest’ultimo esprimo ancora la
mia stima e la mia gratitudine, con
l’augurio di un lungo e sereno riposo.
Domenico Lascaro (d.lascaro@libero.it)
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