MIGLIONICO.
Ormai è quasi ufficiale, Giorgio Napolitano
fra poche settimane lascerà l’incarico di
Presidente della Repubblica, così come aveva
promesso prima di accettare la proroga del
secondo mandato presidenziale. E già da
alcuni giorni è iniziato il solito
toto-candidati. Non è un esercizio
rispettoso nei confronti del Presidente in
carica, ma è inevitabile che i partiti
cerchino in ogni modo di prepararsi per
tempo. Prima però di entrare nel merito,
vorrei rivolgere un pensiero di
ringraziamento a Giorgio Napolitano per
quello che ha fatto e per come ha saputo
onorare la sua funzione.
Egli è stato davvero il Presidente ideale;
ha racchiuso in sé tutte le qualità che il
Presidente della Repubblica dovrebbe
possedere: onestà, competenza, cultura,
esperienza politica, autorevolezza e
simpatia. Pur essendo stato uomo di parte,
ha saputo sin dal primo giorno elevarsi
sopra gli interessi particolari e divenire
il Presidente di tutti gli italiani. Gli
otto anni del suo mandato hanno coinciso con
un periodo difficilissimo per il Paese: una
crisi economica devastante; crisi
governative a ripetizione; sistemi
istituzionali da riformare.
Senza tema di smentite, si può senz’altro
affermare che, grazie alla sua autorevolezza
e alla sua capacità di tener fermo il timone
delle Istituzioni, l’Italia è riuscita ad
evitare il peggio. Ora però non se la sente
più di continuare; ha dato tutto quello che
poteva; è stanco, sia per l’età, sia per le
delusioni che gli procurano i partiti. Spero
solo che abbia il tempo di vedere approvate
almeno parte delle riforme che ha sostenuto.
Auguri, Presidente!
Come accennato, la “campagna acquisti” per i
futuri sostituti è in pieno svolgimento.
Prima però di fare nomi, occorre stabilire
alcuni principi-base. Il Presidente dovrà
essere scelto tra le persone più competenti
sotto il profilo istituzionale; moralmente
integro dal punto di vista intellettuale e
professionale; che abbia il consenso di
tutti, o ameno della maggior parte dei
grandi elettori.Ma, come spesso accade, si
fanno già i nomi dei possibili candidati.
Berlusconi per primo ha tradito le consegne,
facendo il nome di Giuliano Amato. Seguono
Stefano Rodotà, Romano Prodi, Dario
Franceschini, Paolo Gentiloni e grossi
calibri come Mario Draghi e Riccardo Muti.
Persone degnissime, ma secondo me con poche
possibilità di riuscita. Amato è stato
tirato in ballo dall’ex cavaliere, forse per
“bruciarlo” in anticipo; Rodotà è sostenuto
solo dal M5S; Prodi ha qualche chance in
più, ma con la “scarica” dei 101, rischia un
nuovo flop. Fanceschini e Gentiloni, pur
rassicurando i moderati, potrebbero trovare
il niet degli antagonisti estremi.
Draghi avrebbe il consenso di quasi tutto lo
schieramento parlamentare ma, secondo
indiscrezioni di stampa, si è dichiarato
egli stesso indisponibile per gli impegni
europei da portare a termine. Il maestro
Muti, chissà se accetterebbe: dà lustro
all’Italia in tutt’altro modo. Un ottimo
presidente sarebbe Silvio Berlusconi per le
sue capacità di grande affabulatore, per il
largo sorriso, l’eleganza del nuovo stile
casual, la simpatia, il sex appeal e il
grande bagaglio di barzellette che ostenta
nel suo carnet. Ahimè! Nonostante le sue
qualità, non credo che possa farcela.
Brunetta sarebbe felicissimo di competere
col suo grande capo; ma dubito fortemente
che ne sia all’altezza. Anch’io in questi
giorni mi sto scervellando per individuare
qualche nome che dia tutte le garanzie, ma
non è impresa da poco. Per non arrecare
offesa al Presidente in carica, mi limito ad
elencare le qualità necessarie per tale
carica. Oltre a quellegià possedute da
Napolitano: onestà, competenza giuridica,
esperienza amministrativa e di governo;
umiltà, empatia, cultura e autorevolezza; ne
aggiungo altre: giovinezza, facilità di
parola e di scrittura; capacità di porsi
sopra le parti; esperto di cinema; autore di
ottimi libri, buon padre di famiglia,
simpatia, serietà. Oddio! Non ho più scampo.
Sono qualità che intravedo in un solo
candidato: Walter Veltroni. Domenico Lascaro
(d.lascaro@libero.it) |