SENZA
RICEVERE ALCUN CONTRIBUTO IL SACERDOTE-FILOLOGO SI DEDICO' ALL'ISTRUZIONE DEI
GIOVANI IN UNA DELLE ZONE PIU' DEPRESSE D'ITALIA, IN UN AMBIENTE TUTTORA
DOMINATO DA ASSURDE SUPERSTIZIONI.
DAL
NOSTRO INVIATO (Orazio Carratelli).
MATERA,
marzo 1965 . Chiediamo di Don Donato Gallucci alla prima donna che ci passa
accanto, nei pressi della Chiesa Madre di Miglionico, un antico paesino del Materano che appartenne ad Ettore Fieramosca:" Il professore è nella
canonica, coi ragazzi" ci risponde la giovane, senza fermarsi.
Nel
cielo livido sfarfallano grossi fiocchi di neve. La tramontana fischia dalle
gole di Montescaglioso, lungo l'ampia valle del Bradano. E' veramente una
giornata da lupi... "La settimana scorsa - ci è stato riferito - alcuni
esemplari grossi e terribili del voracissimo animale, pungolati via dal freddo e
dalla fame, sono apparsi sin fino alle prime case del paese. I contadini han
dovuto ricacciarli a colpi di fucile. Battendo la ritirata, una delle bestie ha
lasciato sulla neve, tra le querce e i castagni, larghe chiazze di sangue. Il
giorno dopo, alcuni pastori hanno trovato la carogna del lupo ucciso nei pressi
di una radura, in parte sbranata dai superstiti del branco.
Nella
canonica di Don Donato il fuoco arde in un grosso braciere, spandendo intorno un
confortevole calore. Le vaste pareti della sala, scrostate dal tempo, sono
occupate da alti scaffali, colmi di libri. Gli allievi del parroco, ragazzi dai
dieci ai sedici anni, siedono intorno a tanti piccoli tavoli traballanti,
attenti a ciò che dice don Donato il quale dà lezioni di storia, di geografia,
di letteratura, di latino, di greco, di francese, di tedesco, di inglese e via
dicendo.
Quella
del parroco di Miglionico è una scuola sui generis. Anzitutto non costa niente
a coloro che la frequentano; in un secondo luogo, va avanti, ormai da moltissimi
lustri, senza ricevere alcuni contributo da chicchessia, soltanto perchè colui
che l'ha creata e la sostiene ne ha fatto il motivo dominante della sua grande
battaglia per la redenzione morale di questa gente, tuttora dominata da assurde
superstizioni, tuttora portata a credere nelle fascinazioni, nelle magie, negli
incantesimi, negli scongiuri.
I
cosiddetti benefici della riforma fondiaria e quelli derivati dalla scoperta del
metano a Ferrandina, qui non sono ancora arrivati e no si sa se e quando
arriveranno. La terra dà poco olio e poco vino. Il reddito medio giornaliero
per abitante non supera le trecento lire ed è il più basso di tutto il Paese.
Alla povertà si accompagna l'ignoranza, perhè difettano le scuole. "Di
fronte alla scuola d'obbligo - si legge in una relazione elaborata dal professor
Gallicchio, per il Comitato del Piano Regionale - la Basilicata è
nelle stesse condizioni in cui era quando, le 1860 fu istituita nel Sud la
scuola elementare". Nelle province di Potenza e Matera sono stati spesi, di
recente, più di tre miliardi per la costruzione di edifici scolastici.
Tuttavia, la carenza di aule è spaventosa. Su un fabbisogno di oltre
quattromila aule se ne hanno meno di duemila. Si ha la notizia di edifici
scolastici - come quelli, ad esempio, di Trivigno per dieci aule e per Stigliano
per dodici aule - completati a distanza di più di vent'anni dalla "posa
della prima pietra".
Questa
impressionante situazione spiega la scelta di don Donato Gallucci.
Dotto
com'è, egli avrebbe potuto tenere assai degnamente un'alta cattedra
universitaria, che gli avrebbe procurato benessere e fama in Italia e nel mondo.
Invece, ha preferito vivere da povere tra i poveri (il mantello che gli ricopre
le spalle è l'unico di cui dispone ed è tutto liso e rammendato da ogni
parte), per la gioia di fare del bene a quanti mostrano di averne maggiore
bisogno.
Discendete
di un'antica famiglia di Pietragalla, un minuscolo centro rurale del Potentino,
don Donato ereditò dallo zio Domenico - un monsignore che parlava il francese e
si intendeva di astronomia - l'amore per la cultura. Compiuti gli studi
ginnasiali a Firenze e quelli liceali a Roma, si addottorò giovanissimo in
filosofia. A Friburgo, poi, mentre maturava in lui la vocazione religiosa, ,
conseguì anche la laurea in lettere e si specializzò in storia e lingue
orientali. In brevissimo tempo, imparò a parlare correntemente il francese,
l'inglese, il tedesco, lo spagnolo, l'arabo ed a conoscere alla perfezione il
latino, il greco antico e l'ebraico. Ordinato sacerdote, compì molto viaggi in
Europa e nel Vicino Oriente, accrescendo le sue esperienze e le sue cognizioni.
Lo
scoppio del primo conflitto mondiale sottrasse don Donato dagli studi e alle sue
meditazioni. Il maestro illuminato di centinaia di sacerdoti, il collaboratore
più apprezzato delle più autorevoli riviste internazionali cattoliche e
laiche, l'autore elogiato di alcuni originalissimi studi sulla filosofia ebraica
e sul "Libro dei Proverbi" di Salomone, partì per il fronte come
cappellano militare.
Quando,
a guerra conclusa, riprese la sua opera nei seminari e nelle biblioteche
avvertì che troppe cose erano cambiate, che gli stessi sentimenti degli uomini
avevano subito profondi mutamenti. La coscienza gli suggerì che era tempo di
abbandonare le cattedre ed i libri, per rivolgersi ad una missione umile ed
oscura, ma certo più importante e più urgente: quella di tendere una mano ai
più sprovveduti, di raccogliere intorno a sè quanti si mostravano desiderosi
di uscire dall'ignoranza e dall'isolamento, di liberarsi dai miti e dalle
superstizioni, ma non potevano badare alla propria cultura perchè inchiodati
dalla sorte in paesi dove l'istruzione pubblica terminava con quella
"primaria", nelle cui classi, tra l'altro, non c'era posto per tutti.
L'arrivo
di don Donato a Miglionico, in veste di parroco, rivoluzionò l'ambiente. Egli
aprì subito la canonica ai figli dei braccianti e dei contadini che volevano
apprendere qualcosa di più delle scarse nozioni acquisite frequentando sino
alla terza o, al massimo, sino alla quarta elementare. Don Donato acquistò
carta, quaderni e testi scolastici; tempestò di lettere le case editrici
perchè gli mandassero libri nuovi; scisse ad amici e colleghi perchè gli
facessero avere quelli vecchi che potevano ancora servire. Una ventata di aria
fresca e tonificante penetrò nelle case di Miglionico, insieme con la parola di
quel dotto prete, che intendeva dare un'istruzione a tutti i giovani del paese.
Così,
di anno in anno, di successo in successo, la scuola crebbe di proporzioni e don
Donato ne fu felice. Non respingeva nessuno e, quando si avvide che nella
canonica si cominciava a stare stretti, organizzò vari turni di lezioni e
persino corsi accelerati di lingue per coloro che intendevano recarsi
all'estero, in America o in Germania.
"Un
vostro collega, il dottor Grazzini, ha avuto l'amabilità di definirmi il prete
che fa laureare i manovali...Faccio quello che posso, e non soltanto perchè
questa gente lo merita, ma anche perchè è un modo come un altro di servire il
Signore", ci ha detto don Donato al termine della conversazione che abbiamo
avuto con lui.
"Con
quell'incredibile prete abbiamo studiato tutti e quasi tutti siamo
riusciti", ci ha, poi, confermato un avvocato che esercita a Matera,
aggiungendo: "Guardate gli albi dei professionisti, insegnanti, medici,
ingegneri, avvocati, magistrati: molti sono miglionichesi, uomini che, oggi,
hanno trenta o quant'anni e sono passati tutti di lì, dalla canonica di don
Donato"
Ed
è la verità.
Orazio
Carratelli
Don Donato Antonio Gallucci fu Gaetano
nacque a Pietragalla (Pz) nel 1882 e morì a Miglionico l'11 ottobre 1965 ed è
sepolto nel locale Cimitero.
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"
l'11 ottobre 1965 moriva nell'ospedale civile di Matera il nostro amatissimo
Don Donato Gallucci. Dopo cinquantasei anni dalla sua morte. Mimmo Sarli mette a
disposizione dei lettori di Miglioncoweb questa esclusiva testimonianza."
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