Il 25.03.2001
un'auto, preceduta da un pullman, mi conduceva con degli amici dell'Archeoclub
d'Italia - Sede di Bari - lungo l'erta strada che conduce a Miglionico.
Quei
posti, seppure a me noti, a distanza di molti anni, assumevano particolare
importanza.
"La pila", che con la sua acqua dolciastra dissetava asini,
muli, ecc., mi riportava con la mente ai tempi in cui le donne vi si recavano
per lavare i panni.
Man mano che ci si avvicinava alla vetta, molti ricordi si impossessavano di
me ed avevo l'impressione di non essere a bordo di un'auto moderna, ma di una
vecchia "balilla" che , sbuffando, letteralmente si
abbarbicava alla strada…sperando di raggiungere indenne la meta.
Più avanti, maestoso ed austero, il vetusto maniero, qual guardinga
sentinella, sembrava scrutare l'orizzonte pronto ad insorgere contro ogni
straniero.
Emozionante l' arrivo al bivio che da un lato segna l'ingresso nel paese con
una fontanella di pregevole bellezza e dall'altro la stradina che conduce al
"camposanto".
Era previsto un incontro con il Sindaco di Miglionico al quale avrei voluto
donare a nome mio,dei miei parenti ed amici dell'Archeoclub, una bandiera risalente al 1920 e creata per una cooperativa operaia dal nonno
Michelangelo Consoli. Purtroppo questo non è stato possibile per inderogabili
impegni del dr.Giuseppe Dalessandro.
Accolti dal parroco Don Mario Spinello, ho mostrato la bandiera in
questione in sacrestia (vedi foto). L'incontro, molto cordiale, è stato un
ottimo pretesto per avere lumi sulle bellezze artistiche racchiuse nella Chiesa
Matrice di S.Maria Maggiore che,a distanza di molto tempo, rivisitavo con
gli occhi di adulto ed allo stesso tempo di artista.
Esaustiva ed appassionata è stata l'esposizione di Don Mario che ci ha
illuminati su:
Tintoretto (olio su tela),Tiziano (vetrata decorata), Giovan Battista Cima da
Conegliano con il polittico costituito da ben 18 pannelli di legno di pioppo e
tornato al suo naturale splendore dopo i vari restauri del 1928-1962-1964.
Molto bello anche il riferimento alla "Pietà" (diversa da
quella tradizionale per la posizione del Cristo che poggia il capo sul braccio
sinistro, e non destro, della Madre). La leggenda vuole che la Vergine, ogni
mille anni, effettua il cambio di braccio per sostenere il Figlio.
I "fatigantes", poveri contadini che con oboli aiutavano la
Chiesa.
Il meraviglioso suono dell' antichissimo Organo (restaurato) ha completato
"il tuffo nel passato" creando un'atmosfera irreale in cui lo
Spirito trova la sua giusta collocazione.
Terminata la lunga visita e usciti dalla Chiesa, i rintocchi della campana
hanno salutato la nostra presenza.
A questo punto si è unito al gruppo il bravo Michele Piccinni, la guida che
ha approfondito le ricerche storiche riconducendoci ai tempi di Re Milone;
alle antiche usanze di creare camini contro ogni malocchio; alla Madonna
difesa dalle vespe,ecc. (Avrei gradito qualche riferimento ad Isabella di
Valsinni).
Una forte emozione mi ha colto quando in Piazza del popolo ho rivisto la casa
dei miei nonni materni; il Bar Clementelli; il locale dove il nonno
svolgeva la sua attività di commerciante (ora divenuto un Bar). La piazzetta
che era anche teatro dei nostri giochi e dove, di tanto in tanto,
sopraggiungeva un accalappiacani (non ricordo il nome) dalla gamba di legno ed
un cappello alla marinara che adescava i poveri cani randagi con un'asta
munita di corda con nodo scorsoio.
E che dire di "zì Rocco", il vecchio fabbro dal quale mi
recavo per tentare di farmi costruire utensili in miniatura? "Zì
Mingo", invece, era un agricoltore che si aggirava per le campagne.
Portava in spalla un recipiente contenente ,credo, anticrittogramici che poi
spandeva a ventaglio sui vigneti. "Zia Nunziata" sempre
pronta con un uovo fresco, ma il mio interesse era quello di cavalcare un suo
mulo!
Indimenticabili le lunghe e faticose passeggiate con i cugini Salerno per
raggiungere il podere di "scarcabarile" dove d'estate ci si
"incasava".
Non di rado si rientrava madidi di sudore per aver trasportato frasche che
dovevano servire per
alimentare il fuoco.
Altre sudate quando si doveva provvedere alla raccolta dell' acqua dalla
fontana (con "cucumi" e "zòl").
Ma mi è gradito chiudere questa carrellata di ricordi con uno in particolare
e che non riesco a dimenticare.
Un giorno mi aggiravo nelle vicinanze del Castello. Ricordo che ero nei pressi
del monumento dedicato ai caduti che è prospiciente il Maniero.
A poca distanza da me v'era un gregge guidato da un giovane pastore. Mi sentii
chiamare. Mi avvicinai e questi mi chiese dell'acqua.
Mi precipitai a casa dei nonni e ne riempii una caraffa di terracotta.
Tornato sul posto la consegnai al pastore che parte ne bevve e la rimanente la
versò nel proprio contenitore (se ricordo bene).
Ero sul punto di andarmene quando mi sentii prendere per un braccio. Era il
pastore che mi invitava ad attendere sino a quando non avesse riempito la
caraffa con latte munto al momento.
Non si può dimenticare!
Tanti ricordi, alcuni belli, altri meno ma tutti intensissimi e fatti di vita
vissuta.
Ormai una coltre scende sul passato, ma il 25.03.2001, resterà come il giorno
che ha visto la sintesi di una vita vissuta intensamente.
Grazie Miglionico! La tua lussureggiante vegetazione sia il simbolo della tua
eterna giovinezza.
(Testo di Federico Cardanobile, foto del Colonnello Carlo Attilii e
di Adolfo Martorana).
|