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SETTIMO GIORNO
Settimanale di attualità politica e cultura n. 35 del 28 agosto 1962

QUASI UNA SOMMOSSA PER UN QUADRO
A Miglionico, in Basilicata, hanno creduto che la richiesta del famoso Polittico di Cima da Conegliano per la mostra di Treviso li avrebbe privati per sempre del loro tesoro

Testo di LEONARDO SACCO – Foto di GIACOMO POZZI BELLINI

Copertina del settimanale SETTIMO GIORNOLa Chiesa è malridotta, e la cappelletta a destra. a metà navata, non è in migliori condizioni. Ma è oqui che si trova il il polittico, opera di Cima da Conegliano, che è al centro di tante polemiche. Non ci sono scorte a sentineìle per strada, come da qualche parte è stato scritto, ma qualcuno si affaccia subito in Chiesa per domandarci se porteremo via in giornata il Polittico. Avuta risposta negativa, í più giovani, che dal primo memento sono stati contrari ai trasferimento sia pur temporaneo dell’opera da Miglionico, discutono volentieri. più che altro per essere convinti della tesi opposta.

Indice del settimanale SETTIMO GIORNONon c'è malta luce., dentro, e sostando davanti al cancelletto della cappella  i diciotto pezzi del Cima, racchiusi nella barocche cornici dorate, pure intristiti dall’ambiente, paiono avere una loro evidente , autonoma posizione quasi sottolineano la loro diversa provenienza. Tutt'intorno, alla rinfusa, s'incontrano rozzi Confessionali, statue di cartapesta di modesta fattura, ma anche armadi a muro in cui giacciono belle statuette settecentesche. abbandonate nella polvere insieme a pale e fiori per altare. Su tutto domina il caratteristico odore di ceri ardenti, prossimi alla consunzione.

Sarà anche suggestione della vicenda, ma non è difficile credere che ora, come in passato, l'opera Castello di Miglionico (settimanale SETTIMO GIORNO)che stiamo ammirando faccia gola. e può avere indotto a vari propositi di trasferimenti definitivi.

Un vecchio si accosta quasi furtivo. Poi ci prende il 'braccio e ci fa osservare a destra e a sinistra della cappella, in alto, dove alcuni chiodi non reggono più nulla, e l'ombra segna sulle pareti !a scomparsa di qualcosa. Secondo il nostro interlocutore, quadri molto belli sono stati portati via, trafugati o venduti clandestinamente.

Una breve seduta del consiglio comunale

Alcuni amministratori comunali, con i quali parliamo subito dopo, ridimensionano la questione. operando una distinzione tra opinione pubblica generica, un po’ irresponsabile, su cui ha potuto agire certa impostazione negativa e chiusa, e quella della parte più viva. impegnata, dei miglíonichesi, che ha saputo invece difendere con caparbia intelligenza i diritti comunali e  cedere bene.al momento opportuno.

L'altra sera il Coniglio Comunale di Miglionico, con voto unanime, nel corso di una brevissima seduta, ha posto finePolittico di Cima da Conegliano (settimanale SETTIMO GIORNO) alla disputa, deliberando di inviare il Polittico del Cima alla Mostra di

Treviso, con l'impegno che l'opera sia di ritorno in paese entro il 30 novembre e che il restaura sia eseguito qui sul posto.

Il Polittico, dunque, andrà a Treviso; si tratterà solo di vedere, nei prossimi giorni, quando si provvederà alla rimozione per il trasferimento, se vi sona ancora gruppi consistenti di oppositori fra la popolazione.

Gli amministratori, ottenute le necessarie assicurazioni, non hanno avuto più dubbi, e sono anzi decisi a far rispettare la decisione consiliare. In più, gli esponenti comunali col tipico metodo di partito (sono munisti) delle riunioni di .caseggiato, vanno svolgendo opera di convinzione, cercando praticamente di correggere gli errori che altri hanno commesso, quando si sono mossi maldestramente all’inizio della vicenda.

C'è a Miglionico chi asserisce di avere udito alcuni pezzi grossi, venuti in paese per disporre il trasferimento del Polittico senza nemmeno averne discusso con gli esponenti municipali, afferra che quasi quasi, con ciò che si poteva ricavare vendendo l'opera, poteva essere rifatta tutta la chiesa. In questo pericolo, vero o presunto fosse, sta la chiave dell'opposizione alla richiesta di prestito per la mostra di Treviso. Pericolo che non è nuovo, giacché almeno altre volte sì è verificato. Nel 1912, infatti, tentò di appropriarsene il Museo Nazionale di Napoli. Anche in tale occasione si ebbero incidenti: parecchie persone furono denunciate, ma il processo non si tenne mai. Una decina di anni fa, poi, l’opera fu trasferito per una mostra, ma perché tornasse, fu necessaria una vivace protesta degli abitanti ed una energica azione degli amministratori comunali dell’epoca.

Si aggiunga, come accennato, che i miglionichesi lamentano che in questi ultimi tempi, sarebbero state portate via dal paese, altre opere di valore: pare, un cagnolino d’argento, che faceva parte di un gruppo statuario raffigurante Pietà di Altobello Persio (settimanale SETTIMO GIORNO): Santangelo Giiuseppe, Rondinone Giovanni, Pace Michele, ecc.San Rocco; un crocifisso pure d’argento; e alcuni candelabri della chiesa principale.

Di qui, dunque, i timori della popolazione di Miglionico, che anche il Polittico di Cima da Conegliano, veramente di inestimabile valore, potesse non tornare più. La questione è servita. Intanto, a precisare il titolo di proprietà dell’opera. Si è così appurato che si tratta di bene demaniale, che è concesso in uso alla comunità di Miglionico, e non di bene ecclesiastico, anche se è depositato in chiesa.

Ha rotto la monotonia della vita paesana.   

Il Polittico in altri tempi ornava la cappella del vecchio monastero in cui ora ha sede il vecchio municipio. Trasferito, poi, al primo piano dello stesso edificio,  fu ceduto in uso alla chiesa per lasciare libera la sala in cui si aduna il consiglio comunale, ma in cui ha anche sede l’ufficio della conciliazione..

Una serie di equivoci: dopo episodi non certo incoraggianti, hanno quindi determinato in Miglionico, un vivo senso di opposizione, all’inizio, alla nuova richiesta. In un’epoca dominata dalla pubblicità e dalla tecnica delle”pubbliche relazioni”, i promotori della mostra di Treviso non pare che si siano affidati a persone di molto tatto.

In tutto poi giocano la loro parte vari elementi della situazione locale. Abbiamo accennato a precedenti tentativi di portare via il Polittico. ed al timore che altro materiale di pregio sia già stato asportato clandestinamente. Ma è anche la. situazione generale del piccolo paese lucano che è alla base di atteggiamento di sfiducia. o quanto meno di apprensione e di timore per ogni proposta che, invece di portare qualcosa in paese vorrebbe toglierla, sia pur temporaneamente.

Miglionico, un decennio dietro l’altro, è andato retrocedendo, senza risolvere alcuno dei suoi problemi. Non quello della situazione urbanistica del caratteristico abitato sulla collina, che nella sua pur limitata crescita, minacciaSettimanale SETTIMO GIORNO: Serretelle Giuseppe, Munno Giuseppe, Musillo Giambattista e Comanda Domenico persino di modificare la prospettiva in cui si staglia l’altra notevole attrattiva locale che è il castello aragonese del XV secolo. Peraltro, a proposito dello stesso castello, va anche detto che con tutto il gran parlare che si fa di valorizzazione del patrimonio storico-artistico, anche ai fini di incremento del turismo, n on si è trovato ancora il modo di restaurarlo: non lo si è sgombrato delle famiglie che in mancanza di case vi si installarono, creando anche autorimesse con tanto di saracinesche metalliche. E ciò mentre risulta che da qualche anno la Cassa per il Mezzogiorno ha concesso una decina di milioni per opere, appunto. di restauro.

Non ha risolto il problema dell'occupazione dei suoi abitanti, anche se questi non sono aumentati. Miglionico ha contato nel censimento del '61 lo stesso numero di abitanti che aveva nel 1936. La valvola dell'emigrazione. usata con intensità negli ultimi anni, è servita solo a ridurre la pressione contadina. che per tanto tempo si era esercitata alla conquista di fazzoletti di terra nel boschi demaniali.

Persino tra i consiglieri comunali eletti nel novembre '60 ci sono tre emigrati: uno in Germania e due nel Nord Italia.

Miglionico non ha ancora risolto nemmeno il piccolo problema di una nuova. decente scuola elementare. Nel 1955 la pratica per il nuovo edificio era a buon punto, ma tutta è proceduto con tanto ritardo che la scuola sarà pronta per l’anno scolastico 1963-64. Nel prossimo ottobre i vivaci ragazzi miglionichesi torneranno a lezione nelle stanze dell'ex‑convento, che ospita anche il municipio.

ln un paese scontento e diviso, la richiesta di prestito del Polittico, avanzata forse maniera errata, ha

creato un caso appassionante, che ha rotto la monotonia della vita paesana. impegnando energie che solitamente si consumano in esercizi anche meno utili. “Il paese era tutto attento, spietatamente tagliavano la reciproca miseria, facevano la vita ancora più feroce e, nello stesso tempo, difendevano i loro modesti piaceri”, ha annotato in un suo diario di qualche anno fa Mario Tobino, sostando a Mìglianico (cfr. "Passione per l’Italia").

Settimanale SETTIMO GIORNO: Mucci DomenikcoEd ancora, lo scrittore toscano ha aggiunto: “ I piaceri intellettuali sono vietati dall'ignoranza e dalla miseria che incatena l'ignoranza; ignoti sono i piaceri mondani in un paese che manca persino d'acqua “.

E tuttavia la "classe dirigente" locale ha saputo riprendere in mano la situazione e agire in difesa "del buon nome di Miglionico". I consiglieri comunali hanno saputo rendersi conto della sostanza della questione, e superando timori e cattivi ricordi hanno decisa che Il "loro" Polittico sarà, presente alla mostra dei Cima a Treviso. Alla inaugurazione della mostra internazionale, nel grande "palazzo del '300" sarà presente una delegazione di Miglionico: il sindaco, due consiglieri (uno delta maggioranza ed uno della minoranza) ed un cittadino (espressione della corrente contraria al trasferimento). Essi non avranno molto da dire agli organizzatori  della rassegna. Lieti di non avervi fatto mancare un pezzo interessante, acquistato da un paese della piccola e lontana Basilicata in tempi che oggi sembrano migliori perché c'erano un clero ed una borghesia agraria facoltosi ed amanti delle belle cose, vi raccomandiamo ‑ diranno i quattro miglionichesi – di rimandarcelo alla data fissata entro il 30 novembre. Ne va del vostro e nostro buon nome. E della tranquillità del nostro paese, che potrà constatare con soddisfazione che. almeno quando si fa qualcosa in nome della cultura e dell'arte, non si infliggono spoliazioni ai poveri paesi del Sud. Leonardo Sacco (Clicca sulle immagini per ingrandirle).

Vedi Album fotografico relativo all'articolo di Leonardo Sacco

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