Agnese
nacque a Roma da genitori cristiani, appartenenti ad illustre famiglia patrizia,
nel III secolo. Decise di consacrare al Signore la sua verginità. Quando era
ancora dodicenne, scoppiò una persecuzione e molti furono i fedeli che
s’abbandonavano in massa alla defezione. Agnese rimase fedele al Cristo e gli
sacrificò la sua giovane vita. Fu denunciata come cristiana dal figlio del
prefetto di Roma, invaghitosi di lei e da lei respinto per mantenere fede al suo
voto di verginità. Fu esposta nuda al Circo Agonale, un luogo di piazza Navona
(oggi cripta di Sant'Agnese) delegato alle pubbliche prostitute. Un uomo che
cercò di avvicinarla cadde morto prima di poterla sfiorare e altrettanto
miracolosamente risorse per intercessione della santa. Gettata nel fuoco, questo
si estinse per le sue orazioni; fu allora trafitta con colpo di spada alla gola,
nel modo con cui si uccidevano gli agnelli. Per questo nell'iconografia è
raffigurata spesso con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del
sacrificio. S. Ambrogio e S. Damaso hanno esaltato il suo esempio e il suo nome
è scritto nel canone della messa. Nel Martiriologo romano è riportato lo scritto
del beato Girolamo, che di lei dice: "Con gli scritti e con le lingue di tutte
le genti, specialmente nelle chiese, fu lodata la vita di Agnese; la quale vinse
e l'età e il tiranno, e col martirio consacrò la gloria della castità". La
principessa Costantina, figlia di Costantino il Grande, fece erigere in suo nome
una chiesa sulla via Nomentana dove ogni anno, il 21 gennaio, due agnelli
allevati da religiose vengono benedetti e offerti al papa perchè dalla loro lana
siano tessute le bianche stole dei patriarchi e dei metropoliti del mondo
cattolico. E' patrona delle giovani, dei Trinitari, dei giardinieri, degli
ortolani e protettrice della castità. La data della morte non è certa, qualcuno
la colloca tra il 249 e il 251 durante la persecuzione voluta dall'imperatore
Decio e ordinata dal prefetto di Roma Sinfronio, altri nel 304 durante la
persecuzione ordinata da Diocleziano.
Agnese, santa, martire di Roma, morì probabilmente verso la metà del III secolo.
Il secolo successivo, secondo la tradizione, sul luogo della sua sepoltura,
Costantina, figlia di Fausta e Costantino, volle costruire una chiesa per
onorarla. Nel IX secolo il corpo di S. Agnese, venerato in una arca fissata alla
parte superiore della cripta, fu privato della testa che venne trasportata nel
Sancta Sanctorum. Plausibilmente in quell'occasione vi si aggiunsero le spoglie
di S. Emerenziana. Il 21 gennaio del 1621 il corpo della santa fu riposto,
unitamente ai resti d'Emerenziana, in una cassa d'argento, sotto l'altare
maggiore della basilica di Via Nomentana. Il 7 ottobre 1625, durante alcuni
lavori, venne operata una ricognizione del loculo. L'insigne reliquia della
testa, per volere di S. Pio X (1903-14), è oggi venerata in un prezioso
reliquiario, dono del cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, posto nella
cappella, dovuta al principe Don Alfonso Doria Pamphily, nella chiesa a lei
dedicata a Piazza Navona. Il Posterla, nella sua guida del 1707, Roma Sacra e
Profana, menziona un prezioso reliquiario in argento, contenente un braccio
della Santa, custodito nella sagrestia di S. Pietro in Vincoli. |