IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA
TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Vista la legge 8 luglio 1986, n. 349, e successive modificazioni;
Vista la legge 24 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni;
Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni;
Vista la legge 9 dicembre 1998, n. 426, recante nuovi interventi in
campo ambientale e, in particolare l'articolo 1, che ha individuato i
primi interventi di bonifica di interesse nazionale e ha previsto
l'adozione, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra
lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,
previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, di un
programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti
inquinati;
Considerato che, in particolare, l'articolo 1, comma 3, della
citata legge n. 426 del 1998, ha previsto l'adozione di un programma
nazionale di bonifica che individui gli interventi di bonifica di
interesse nazionale, gli interventi prioritari, i soggetti
beneficiari, i criteri di finanziamento dei singoli interventi, le
modalita' di realizzazione degli interventi previsti, i presupposti e
le procedure per la revoca dei finanziamenti e il riutilizzo delle
risorse resesi disponibili;
Vista la legge 23 dicembre 2000, n. 388 e, in particolare,
l'articolo 114, commi 24 e 25, che ha individuato tre nuovi siti di
interesse nazionale: Sesto San Giovani, Napoli Bagnoli-Coglio,
Pioltello e Rodano;
Visto il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio 18 settembre 2001, n. 468, concernente il regolamento
recante il programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale,
con il quale in applicazione del citato articolo 1 della legge n. 426
del 1998, sono stati individuati gli ulteriori interventi di bonifica
di interesse nazionale, gli interventi prioritari, i soggetti
beneficiari, i criteri di finanziamento dei singoli interventi, le
modalita' e il trasferimento delle relative risorse, le modalita' per
il monitoraggio e il controllo delle attivita' di realizzazione degli
interventi previsti, i presupposti e le procedure per la revoca dei
finanziamenti e il riutilizzo delle risorse resesi disponibili;
Ritenuto che a carico delle pubbliche amministrazioni siano da
porsi anche gli interventi di caratterizzazione aventi ad oggetto
aree o beni privati ricompresi nell'ambito del perimetro di un sito
di interesse nazionale non oggetto di autodenuncia ne' delle
attivita' potenzialmente inquinanti previste dal decreto del Ministro
dell'ambiente 16 maggio 1989, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
181 del 26 maggio 1989;
Ritenuto opportuno modificare il comma 2 dell'articolo 6 del
decreto n. 468 del 2001, nel senso di rendere sistematico il ricorso
agli strumenti di programmazione negoziata da sottoscrivere tra lo
Stato, le regioni, gli enti locali territorialmente competenti ed i
soggetti attuatori, ai fini dell'individuazione dei soggetti
beneficiari nonche' le modalita', le condizioni e i termini per
l'erogazione dei finanziamenti previsti dal programma nazionale di
bonifica e ripristino ambientale tuttora non disciplinati dalle
regioni;
Visto l'articolo 14 della legge 31 luglio 2002, n. 179, concernente
disposizioni in materia ambientale, che ha individuato i seguenti
nove siti di interesse nazionale senza peraltro prevedere le risorse
finanziarie necessarie per gli interventi di bonifica dei siti:
Brescia-Caffaro (aree industriali e relative discariche da
bonificare); Broni; Falconara Marittima; Serravalle Scrivia; Laghi di
Mantova e polo chimico; Orbetello area ex Sitoco; Aree del litorale
vesuviano; Aree industriali di Porto Torres; Area industriale della
Val Basento;
Visto l'articolo 11-quaterdecies, comma 15, del decreto-legge
30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge
2 dicembre 2005, n. 248, con il quale e' stato istituito il sito di
bonifica di interesse nazionale denominato territorio del bacino del
fiume Sacco;
Visto l'articolo 1, comma 561, della legge 23 dicembre 2005, n.
266, che ha istituito i seguenti siti di bonifica di interesse
nazionale: area industriale di Milazzo e Bacino idrografico del fiume
Sarno;
Visto l'articolo 252, comma 9, del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, che ha qualificato sito di interesse nazionale ai sensi
della normativa vigente l'area interessata dalla bonifica della ex
discarica delle Strillaie (Grosseto);
Visto il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con
modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, recante
disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri;
Visto l'articolo 77, comma 6, della legge finanziaria 27 dicembre
2002, n. 289, con il quale, al fine della bonifica e del risanamento
ambientale dell'area individuata alla lettera p-quater del comma 4
dell'articolo 1 della legge 9 dicembre 1998, n. 426, e' stata
autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2003, di 1
milione di euro per l'anno 2004 e di 1 milione di euro per l'anno
2005;
Visto il decreto direttoriale n. 0985/Q.d.V./DI/G/SP del
17 dicembre 2004 concernente l'impegno della somma complessiva di
Euro 40.000.000,00 sul capitolo di spesa 7082 del Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio, piano gestionale 02,
U.P.B. 1.2.3.5 (Programmi di tutela ambientale ) per l'esercizio
finanziario 2004, per l'integrazione del finanziamento del Programma
nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati;
Visto il decreto direttoriale n. 1778/Q.d.V./DI/G/SP del 13 ottobre
2005 concernente l'impegno della somma complessiva di Euro
19.375.800,00 sul capitolo di spesa 7082 del Ministero dell'ambiente
e della tutela del territorio, piano gestionale 05 U.P.B. 1.2.3.1
(Programmi di tutela ambientale) per l'esercizio finanziario 2005,
perl'integrazione del finanziamento del Programma nazionale di
bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati;
Visto il decreto direttoriale concernente l'impegno della somma
complessiva di Euro 1.000.000,00 sul capitolo di spesa 7082 del
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, per
l'esercizio finanziario 2006, per l'integrazione del finanziamento
del Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti
inquinati, in corso di registrazione;
Tenuto conto che occorre provvedere alla ripartizione delle citate
risorse, prevedendo tra l'altro, la copertura finanziaria per gli
interventi di bonifica riguardanti i siti di cui alla citata legge n.
179 del 2002, in relazione ai quali sono state gia' avviate le
procedure di bonifica previste dal programma nazionale di bonifica,
nonche' agli ulteriori quattro siti di bonifica di interesse
nazionale istituiti con le citate leggi n. 248 del 2005 e n. 266 del
2005, nonche' con il citato decreto legislativo n. 152 del 2006,
secondo quanto indicato nell'allegato n. 1 che forma parte integrante
del presente provvedimento;
Tenuto conto che altri finanziamenti sono gia' stati destinati a
vario titolo ai siti di Broni, Serravalle Scrivia, Laghi di Mantova e
Polo chimico per la realizzazione dei primi interventi urgenti, cosi'
come risulta in calce al citato allegato n. 1;
Tenuto conto che l'articolo 8, comma 4, della legge n. 349 del 1986
ha previsto che per la vigilanza, la prevenzione e la repressione
delle violazioni compiute in danno dell'ambiente, il Ministro
dell'ambiente si avvale del Nucleo operativo ecologico dell'Arma dei
carabinieri;
Visto l'articolo 197, comma 4, del citato decreto n. 152 del 2006,
recante norme in materia ambientale;
Ravvisata l'esigenza di assicurare la vigilanza sul territorio,
anche mediante l'applicazione di adeguate tecnologie ed il controllo
sulle fonti di maggiore rischio ambientale demandando le suindicate
funzioni al Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente,
prevedendo per le suddette attivita' una adeguata disponibilita'
finanziaria;
Considerato che l'articolo 2 della legge citata legge n. 179 del
2002, ha posto a carico del Ministero dell'ambiente e della tutela
del territorio gli oneri di funzionamento del Comando carabinieri per
la tutela dell'ambiente;
Ritenuto necessario riservare anche nell'ambito delle risorse gia'
assentite per i singoli siti dal Programma nazionale in argomento,
approvato con decreto n. 468 del 2001, un adeguato stanziamento per
garantire l'effettivita' dei compiti attribuiti al citato Organismo;
Considerato altresi' che per la prosecuzione delle attivita' di
caratterizzazione delle aree marine perimetrate sara' necessario
continuare ad avvalersi dell'Istituto Centrale per la Ricerca
Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare (ICRAM);
Ritenuto, pertanto, di dover provvedere alla integrazione del piu'
volte citato decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio n. 468 del 2001;
Acquisita l'intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra
lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,
espressa nella seduta del 26 gennaio 2006;
Udito il parere definitivo del Consiglio di Stato, espresso dalla
Sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 22 maggio
2006;
Acquisiti i pareri favorevoli, con condizioni e osservazioni,
espressi dalla Commissione bilancio, tesoro e programmazione della
Camera dei deputati nella seduta del 4 ottobre 2006; dalla
Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei
deputati nella seduta del 18 ottobre 2006; dalla Commissione
programmazione economica, bilancio del Senato della Repubblica nella
seduta del 4 ottobre 2006; e dalla Commissione territorio, ambiente,
beni ambientali del Senato della Repubblica nella seduta
dell'11 ottobre 2006;
Vista la comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,
effettuata con nota del 15 novembre 2006, prot. UL/2006/7396, ai
sensi della citata legge n. 400 del 1988;
A d o t t a
il seguente regolamento:
Art. 1.
Ripartizione di nuove risorse
1. Ad integrazione di quanto previsto nell'allegato G al decreto
18 settembre 2001, n. 468, le disponibilita' iscritte nel capitolo
7082 dello stato di previsione della spesa del Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, assegnate per
la copertura del programma di bonifica e di risanamento ambientale,
pari complessivamente ad euro 60.375.800,00 di cui euro 40.000.000,00
in conto residui di provenienza dell'esercizio 2004, euro
19.375.800,00 in conto residui di provenienza dell'esercizio 2005 ed
euro 1.000.000,00 in conto competenza dell'esercizio 2006, sono
ripartite secondo quanto previsto dall'allegato 1 che costituisce
parte integrante del presente decreto.
Art. 2.
Criteri di finanziamento
1. L'articolo 6, comma 2, del decreto n. 468 del 2001, e'
sostituito dal seguente:
«2. L'individuazione dei soggetti beneficiari nonche' le modalita',
le condizioni e i termini per l'erogazione dei finanziamenti previsti
dal Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale, tuttora
non disciplinati dalle regioni, sono regolamentati mediante il
ricorso agli Accordi di programma da sottoscrivere tra lo Stato, le
regioni, gli enti locali territorialmente competenti».
Art. 3.
Caratterizzazione di aree o beni privati
1. Al comma 1 dell'articolo 5 del decreto 18 settembre 2001, n.
468, dopo il punto b) e' aggiunto il seguente:
«b-bis) pubbliche amministrazioni in luogo dei soggetti privati
interessati, per gli interventi di caratterizzazione aventi ad
oggetto aree o beni privati, ricompresi nei limiti del perimetro di
un sito di interesse nazionale, non oggetto di comunicazione ne'
delle attivita' potenzialmente inquinanti previste dal decreto del
Ministro dell'ambiente 16 maggio 1989, per i quali i soggetti
medesimi non procedono autonomamente. Nel caso di accertato
inquinamento la pubblica amministrazione procedente esercitera'
azione di rivalsa applicando la normativa vigente. Nei casi di cui
alla presente lettera che diano seguito all'esecuzione in danno da
parte della pubblica amministrazione degli interventi volti a
garantire la messa in sicurezza, la caratterizzazione, la bonifica e
il ripristino del sito, si provvede nei limiti delle risorse
disponibili assegnate alla regione interessata dal programma
nazionale di bonifica».
Art. 4.
Vigilanza sul Programma nazionale di bonifica
1. Ferme restando le competenze degli Enti ordinariamente preposti
al controllo in materia, le funzioni di vigilanza sul territorio,
anche mediante l'applicazione di adeguate tecnologie, e di controllo
sulle fonti di maggiore rischio ambientale, sono svolte dal Comando
carabinieri per la tutela dell'ambiente.
2. Per lo svolgimento delle attivita' previste al comma 1 sono
destinati Euro 3.000.000,00 a valere sulle risorse di cui
all'articolo 1 ed una quota pari al 5% delle risorse gia' stanziate
con il decreto ministeriale n. 468/2001, Allegato G e non ancora
impegnate, da parte delle regioni, delle province autonome e dei
Commissari delegati, al 31 dicembre 2005 per i singoli siti di
interesse nazionale. L'utilizzo delle risorse e' disposto con Accordo
tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare, le regioni e il Comando carabinieri per la tutela
dell'ambiente.
Art. 5.
Convenzione con l'Istituto centrale per la ricerca scientifica e
tecnologica applicata al mare
1. Per la caratterizzazione delle aree marine relative ai siti
indicati nell'allegato 1 al presente decreto, la convenzione
stipulata tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e l'Istituto centrale per la ricerca scientifica e
tecnologica applicata al mare (ICRAM) ai sensi dell'articolo 10 del
decreto 18 settembre 2001, n. 468, e' estesa ai predetti siti e
finanziata con le risorse di cui al citato allegato 1.
2. Mediante accordi di programma fra il Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio e del mare, la regione interessata e
l'ICRAM e' possibile, per tutti i siti di bonifica di interesse
nazionale, attribuire ad ICRAM medesima con le risorse assegnate al
singolo sito, l'esecuzione della caratterizzazione e la
predisposizione del progetto preliminare di bonifica.
Art. 6.
Interventi di interesse nazionale
1. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare, per l'attuazione degli interventi di propria competenza nei
siti di bonifica di interesse nazionale ai sensi dell'articolo 252,
commi 4 e 5, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, puo'
avvalersi delle risorse allo scopo previste a legislazione vigente e
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, nel
rispetto della legislazione statale e comunitaria, di Enti o soggetti
pubblici particolarmente qualificati.
2. Nel caso sia previsto, per la realizzazione degli interventi,
l'impiego di risorse finanziarie attribuite ai singoli siti dal
programma nazionale di bonifica, si procede utilizzando lo strumento
dell'accordo di programma, da stipularsi con la regione interessata.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Roma, 28 novembre 2006
Il Ministro: Pecoraro Scanio
Visto, il Guardasigilli: Mastella
Registrato alla Corte dei conti il 18 gennaio 2007
Ufficio di controllo dei Ministeri delle infrastrutture dell'assetto
e del territorio, registro n. 1, foglio n. 46
Allegato n. 1
N. d'ord. |Regione e Sito |Totale |Note
Siti di interesse nazionale individuati; dalle leggi n. 179/2002;
n. 248/2005; n. 266/2005; dal decreto legislativo n. 152/2006
|Lombardia Brescia-Caffaro | |
|(aree industriali e relative | |
1 |discariche da bonificare) |Euro 6.752.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
2 |Lombardia Broni |Euro 2.272.727,00 |(1)
---------------------------------------------------------------------
3 |Marche Falconara Marittima |Euro 3.272.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
4 |Piemonte Serravalle Scrivia |Euro 2.272.727,00 |(2)
---------------------------------------------------------------------
|Lombardia laghi di Mantova e | |
5 |polo chimico |Euro 3.272.727,00 |(3)
---------------------------------------------------------------------
|Toscana Orbetello area ex | |
6 |Sitoco |Euro 6.752.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
|Campania aree del litorale | |
7 |vesuviano |Euro 6.752.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
|Sardegna aree industriali di | |
8 |Porto Torres |Euro 6.752.727,00 |
---------------------------------------------------------------------
|Basilicata area industriale | |
9 |della Val Basento |Euro 2.272.727,00 |(4)
---------------------------------------------------------------------
|Lazio Territorio del bacino | |
10 |del fiume Sacco |Euro 4.500.000,00 |(5)
---------------------------------------------------------------------
|Siciliana Area industriale di | |
11 |Milazzo |Euro 4.500.000,00 |
---------------------------------------------------------------------
|Campania Bacino idrografico | |
12 |del fiume Sarno |Euro 4.500.000,00 |(6)
---------------------------------------------------------------------
|Toscana Area interessata dalla| |
|bonifica della ex discarica | |
13 |delle Strillaie (Grosseto) |Euro 1.000.000,00 |
---------------------------------------------------------------------
|Ulteriori risorse | |
---------------------------------------------------------------------
|Arenili e aree marine | |
14 |perimetrate |Euro 2.501.257,00 |
---------------------------------------------------------------------
|Vigilanza sul Programma | |
15 |Nazionale di Bonifica |Euro 3.000.000,00 |
---------------------------------------------------------------------
Totale generale| |Euro 60.375.800,00|
(1) Risorse aggiuntive a quelle giu' assegnate al
comune di Broni con decreto ministeriale prot.
0232/QdV/DI/G/SI del 22 marzo 2004 per la realizzazione
degli interventi di bonifica di particolare urgenza di cui
all'art. 4 del decreto ministeriale n. 101/2003, ricadenti
nel sito di «Broni».
(2) Risorse aggiuntive a quelle gia' assegnate con le
ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3304
del 30 luglio 2003, art. 3 e n. 3382 del 18 novembre 2004.
(3) Risorse aggiuntive a quelle derivanti dalla
transazione con Edison S.p.A.
(4) Risorse aggiuntive a quelle gia' assegnate al
comune di Ferrandina con decreto ministeriale prot.
0232/QdV/DI/G/SI del 22 marzo 2004 per la realizzazione
degli interventi di bonifica di particolare urgenza di cui
all'art. 4 del decreto ministeriale n. 101/2003, ricadenti
nel sito di «Val Basento».
(5) Risorse aggiuntive a quelle gia' assegnate con
ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3441
del 10 giugno 2005.
(6) Risorse aggiuntive a quelle gia' assegnate con
ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3348
del 2 aprile 2004.
BRESCIA-CAFFARO
Comune - Localita'
Brescia, Castegnato, Passirano.
Tipologia dell'intervento
Bonifica e ripristino ambientale area industriale e relative
discariche, il sistema delle rogge e il comparto acque sotterranee.
Perimetrazione
Con l'art. 14 della legge 31 luglio 2002, n. 179 «Disposizioni in
materia ambientale», sono stati aggiunti all'elenco dei siti di
interesse nazionale di cui all'art. 1, comma 4, della legge n. 426
del 9 dicembre 1998 ulteriori nove siti tra cui quello di
«Brescia-Caffaro (aree industriali e relative discariche da
bonificare)».
Tale inclusione trova la sua motivazione nelle evidenze di
contaminazione diffusa da metalli pesanti e PCB riscontrata nel
territorio del comune di Brescia ed in particolare nelle aree
limitrofe alle zone industriali e soprattutto nel rinvenimento negli
alimenti di livelli preoccupanti di PCB, Policlorodiossine e
Policlorofurani e PCDDD nonche' presenza di PCB nel sangue delle
persone residenti.
A seguito ditali evidenze sono state emanate varie ordinanze
sindacali riferite all'area (un milione di metri quadrati) compresa
tra la linea ferroviaria Brescia-Milano a sud, via Milano a nord, via
Industriale, via Tampini e via Dalmazia fino all'intersezione con la
predetta linea ferroviaria ad est, il fiume Mella ad ovest, che
impongono i seguenti divieti:
- divieto di allevamento di animali destinati direttamente o
con i loro prodotti all'alimentazione umana;
- divieto di pascolo degli animali di cui alla precedente
alinea;
- divieto di consumo di alimenti di origine animale prodotti in
zona;
- divieto di utilizzo del sedimento delle rogge;
- divieto di asportazione di terreno;
- divieto di consumo alimentare umano dei vegetali spontanei e
dei prodotti degli orti presenti nella zona oggetto di ordinanza.
Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio del 24 febbraio 2003, e' stato definito il perimetro del
sito che comprende per i suoli: l'area oggetto dell'ordinanza
sindacale, il sistema delle rogge a sud dell'area oggetto
dell'ordinanza, le discariche dette di via Caprera, le discariche
dette Pianera e Pianerino in comune di Castegnato e Vallosa in comune
di Passirano nonche' le aree Comparto Milano, Bruschi & Muller,
CamPetroli, Pietra e Spedali Riuniti di Brescia (pozzo P78/1) oggetto
di autodenuncia ex art. 9 del decreto ministeriale n. 471/1999 e, per
il comparto acque sotterranee, un'area piu' vasta delimitata sulla
base delle evidenze analitiche gia' disponibili di contaminazione
della falda.
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento
L'insediamento industriale Caffaro, Comparto Milano (ora
Basileus) ed ex Pietra (ora Aventis) insistono al di sopra della
coltre dei depositi fluviali che costituiscono il livello
fondamentale della pianura bresciana. Sotto l'aspetto litologico essi
sono costituiti in prevalenza da sabbie, ghiaie e ciottoli. Questa
unita' fluviale e' rinvenibile in profondita' sino a circa 25 m dal
piano campagna e poggia su depositi conglomeratici.
L'unita' conglomeratica che si rinviene a profondita' comprese
tra 30 e 75- 80m dal piano campagna, e' formata da conglomerati e
arenarie passanti a ghiaie e sabbie, con frequenti intercalazioni
limoso argillose di spessore variabile tra 1 e 8 m e di limitata
estensione areale. Tale unita' costituisce la roccia serbatoio
dell'acquifero principale e maggiormente produttivo (primo
acquifero).
L'unita' conglomeratica poggia su un complesso di depositi
formanti l'unita' argilloso sabbiosa che si rinvengono sino alla
profondita' massima di 170-200 m.
Il sito di interesse nazionale di Brescia-Caffaro e'
caratterizzato da un inquinamento da metalli pesanti e contaminanti
organici legati alle attivita' svolte nel sito. Suolo, sottosuolo e
falda risultano fortemente contaminati da As, Hg, Ni, Pb, Cu, PCB,
PCDD/PCDF, IPA, alifatici clorurati cancerogeni, clorobenzeni.
All'interno del sito sono presenti aree interessate da una
contaminazione da idrocarburi totali (ex Cam - ora PMB).
All'interno dell'area sono presenti alcune discariche per le
quali sono in corso attivita' di indagine e di caratterizzazione e di
progettazione di interventi di messa in sicurezza di emergenza.
Le rogge costituiscono un sistema di canali naturali ed
artificiali le cui acque sono utilizzate a scopi irrigui. Una
situazione di inquinamento da PCB molto rilevante e' stata
riscontrata anche in prossimita' di un argine del fiume Mella, a nord
dell'area industriale.
Le rogge inserite nel perimetro del sito di interesse hanno uno
sviluppo lineare di circa 50 km Anche qualora si supponesse che lo
strato contaminato dei sedimenti sul fondo dei terreni sulle pareti
delle rogge sia limitato a 30 cm, il volume di sedimenti e terreni
inquinati da rimuovere puo' essere stimato in 50.000 metri cubi.
Piano di caratterizzazione
Ad oggi la caratterizzazione risulta conclusa nelle aree: ex
Comparto Milano (ora Basileus), ex Pietra (ora Aventis), ex CAM (ora
PMIB), Finsibi - Case del Sole, della discarica Pianera (comune di
Castegnato). E in corso di completamento la caratterizzazione
dell'area Caffaro S.p.A. Sono in fase di attivazione le attivita' di
caratterizzazione delle discariche di via Caprera, di Pianerino
(comune di Castegnato) e Vallosa (comune di Passirano).
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica
E' in corso 1'istruttoria del progetto di messa in sicurezza
permanente della discarica Pianera nel comune di Castegriato, del
progetto preliminare/definitivo di bonifica dell'area Finsibi - Case
del Sole e del progetto preliminare di Bonifica con misure di
sicurezza dell'area ex CAM (ora Finsibi).
Sono stati approvati con decreto interministeriale il progetto
definitivo di bonifica dell'area Comparto Milano (ora Basileus) e il
progetto definitivo di bonifica dell'area ex Pietra (ora Aventis).
SITO DI BRONI
Comune - Localita'
Broni (Pavia).
Tipologia dell'intervento
Bonifica e ripristino ambientale area industriale dismessa.
Soggetto titolare/competente all'intervento
Pubblico in sostituzione.
Perimetrazione del sito
Il sito di Broni e' stato inserito tra i siti da bonificare
d'interesse nazionale con la legge n. 179 del 31 luglio 2002
(Disposizione in materia ambientale) ed e' stato perimetrato con
decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del
26 novembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 gennaio
2003.
Descrizione del sito
Il sito comprende l'area denominata ex Fibronit ed ex Ecored.
Lo Stabilimento ex Fibronit sorge nell'area industriale del
comune di Broni. La destinazione d'uso prevista e' quella
commerciale/industriale. Gli impianti presenti, attualmente dismessi,
erano legati alla produzione di manufatti di cemento amianto (tubi,
lastre per coperture, pezzi speciali, ecc.). L'area ex Fibronit, ha
estensione pari a 10 ha. La superficie coperta da capannoni e' pari
al 35%. La restante parte, adibita a piazzale e' pavimentata
(cls/asfalto) quasi totalmente (sono presenti quindi delle aree
ricoperte da vegetazione).
Sono in corso, da parte del comune, le procedure amministrative
per l'acquisizione della restante parte del sito denominato «ex
Ecored».
Piano di Caratterizzazione
I primi risultati della caratterizzazione realizzata all'interno
dell'area ex Fibronit nel 2003 hanno mostrato:
Terreni conformi al decreto ministeriale n. 471/1999 ad eccezione
di 3 punti di superamento mentre in riferimento ai rifiuti sono stati
evidenziati 3 punti critici per presenza di rifiuti interrati.
Le acque sono risultate conformi al decreto ministeriale n.
471/1999.
In ausilio alle attivita' del comune e' stato predisposto il
protocollo operativo per il campionamento di amianto da parte di ASL
e ISPESL.
Messa in sicurezza d'emergenza
Nella conferenza decisoria del 4 luglio 2003 e' stato preso atto
degli interventi proposti dal comune di Broni. Gli interventi sinora
intrapresi riguardano esclusivamente l'area ex Fibronit. Si tratta
della rimozione ai fini della messa in sicurezza d'emergenza di
rifiuti contenenti amianto, rifiuti oleosi e vernici con solventi.
E' in corso la procedura d'appalto da parte del comune di Broni
per gli interventi di messa in sicurezza d'emergenza riguardanti il
2° lotto dell'area ex Fibronit.
FALCONARA MARITTIMA
Comune - Localita'
Falconara.
Tipologia dell'intervento
Bonifica e ripristino ambientale area industriale ed area marina
antistante lo stabilimento industriale, bonifica di aree industriali
dimesse.
Perimetrazione
All'interno del perimetro definito dal decreto del Ministero
dell'ambiente del 26 febbraio 2003 sono presenti:
- stabilimento API Raffineria di Ancona S.p.A.;
- area marina antistante lo stabilimento industriale estesa per
31 km dalla linea di costa;
- area Aerdorica S.p.A.
- Aerdorica deposito carburante N-E;
- Aerdorica deposito carburante S-W;
- area via Monti e Tognetti;
- Liquigas;
- ex discarica RSU;
- Parrocchia San Rocco e S. Maria della Neve (campo sportivo
con ceneri di pirite);
- aree industriali dimesse:
ex Liquigas (ora Area Aspio - stabilimento dismesso);
ex industria chimica Bitumi;
ex Vibrocementi;
ex officina meccanica Gattini;
area ex Montedison (ora Azienda Agricola Rocca Mare S.r.l.,
Del Poggio S.a.s. e Agricola 92 S.r.l.).
L'area perimetrata ricade nel territorio del comune di Falconara
Marittima (provincia di Ancona), dichiarato «Area di elevato rischio
di crisi ambientale» ai sensi dell'art. 74 del decreto legislativo n.
112/1998.
L'area marina perimetrata ha un'ampiezza complessiva pari a 1200
ha e si estende, partendo da Sud e risalendo lungo la costa in
direzione Nord, dalla spiaggia antistante il sottopasso di via Monti
e Tognetti fino allo stabilimento ex Montedison.
Il sito industriale API, utilizzato fin dagli anni 40 per la
raffinazione e il deposito di prodotti petroliferi e' delimitato dal
tratto terminale del fiume Esino, dal Mare Adriatico (ove insistono i
terminal petroliferi), dalla S.S. 16 in prossimita' dell'abitato di
Fiumesino e dal quartiere residenziale Villanova. Occupa una
superficie complessiva di circa 70 ha. Le tradizionali attivita' sono
state recentemente integrate da un impianto di massificazione dei
residui di lavorazione e produzione di energia elettrica mediante
centrale termoelettrica a ciclo combinato (IGGC).
L'area ex Montedison, attualmente di proprieta' Azienda Agricola
Rocca Mare S.r.l., Del Poggio S.a.s. e Agricola 92 S.r.l., e' ubicata
tra la ferrovia Bologna-Otranto e la S.S. Adriatica al km 285, si
estende per una superficie di circa 20 ettari. Il sito e' interessato
da uno stabilimento industriale dimesso per la produzione di concimi
fosfatici dove veniva trattata la fosforite con acido solforico
(quest'ultimo era prodotto dall'arrostimento della pirite o da
pannelli di zolfo) e da un'area di arenile prospiciente.
L'area via Monti e Tognetti coinvolge una porzione di territorio
di circa 1 ha ed e' caratterizzata da un inquinamento da idrocarburi
rilevato durante l'esecuzione di lavori per la realizzazione di un
sottovia ferroviario.
L'area Aerdorica S.p.A. si estende, all'interno dell'aeroporto di
Falconara Marittima, per circa 4500 mq ed e' stata adibita, durante
le emergenze di guerra (Bosnia) ad attivita' di manutenzione e
rifornimento aerei.
L'area ex Liquigas e' costituita da un ex deposito di idrocarburi
con un'area di 3600 mq.
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento
All'interno dello stabilimento API Raffineria di Ancona e'
presente una successione stratigrafica costituita da terreno di
riporto, con spessore variabile tra 0.5 m e alcuni metri a lato mare,
a cui seguono strati caratterizzati da estrema variabilita' laterale
e verticale (limi, argille, ghiaie) che si presentano sottoforma di
lenti sovrapposte non collegate tra loro. Per buona parte dell'area
in oggetto si e' riscontrato un livello argilloso con soggiacenza
variabile da circa 8 m nella zona di monte a circa 20-25 m nella zona
lato mare. L'area e' interessata da un acquifero freatico a
soggiacenza variabile fra 1 m (all'interno dei bacini e grandi
serbatoi nell'area recuperata dal mare) e 3 m. La presenza di livelli
argillosi di potenza variabile tra 1 e 5 m consente una locale
suddivisione dell'acquifero freatico. Le direzioni principali del
flusso locale di falda sono verso il fiume Esino e verso il mare
Adriatico.
L'area di stabilimento e' caratterizzata da un inquinamento da
idrocarburi legato alle attivita' di raffineria. Suolo, sottosuolo e
falda risultano fortemente contaminati da idrocarburi leggeri e
pesanti, MTBE, metalli pesanti, IPA. Una vasta area dello
stabilimento presenta prodotti in galleggiamento sulla falda.
L'area ex Montedison e' caratterizzata da depositi terrazzati
fluviali di potenza variabile tra i 7 e gli 8 metri con presenza di
falda freatica a circa 2 metri dal piano campagna in diretta
interazione con le acque marine. In tale sito sono stati depositati
nel tempo grandi quantita' di rifiuti e scorie di lavorazione in
particolari riconducibili a ceneri di pirite e residui fosfatici sono
pertanto presenti inquinanti inorganici come arsenico, piombo,
mercurio, rame, cadmnio oltre a solfati, floruri e fosfati.
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica
Piano di caratterizzazione
Per quanto concerne lo stabilimento API Raffineria di Ancona
S.p.A. a seguito dell'approvazione in sede locale del piano di
caratterizzazione delle acque di falda e' stata effettuata la loro
caratterizzazione nelle aree interne allo stabilimento. E' in corso
di esecuzione una seconda fase di caratterizzazione che prevede la
prosecuzione delle campagne di indagine delle acque di falda e un
piano di investigazione per la caratterizzazione dei suoli (maglia
50times 50 m).
Per lo stabilimento ex Montedison e' prevista una
caratterizzazione con maglia 50times 50 m (per un totale di n. 55
sondaggi e n. 16 piezometri).
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica
SITO DI SERRAVALLE SCRIVIA
Comune - Localita'
Serravalle Scrivia (Alessandria).
Tipologia dell'intervento
Bonifica e ripristino ambientale area industriale dismessa.
Soggetto titolare/competente all'intervento
Pubblico ai sensi del comma 9 dell'art. 17 del decreto
legislativo n. 22/1997.
Perimetrazione del sito
Il sito di Serravalle Scrivia e' stato inserito tra i siti da
bonificare d'interesse nazionale con la legge n. 179 del 31 luglio
2002 (Disposizione in materia ambientale) ed e' stato perimetrato con
decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del
7 febbraio 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 12 aprile
2003.
Descrizione del sito
Il sito comprende l'area dello stabilimento ex Ecolibarna.
L'area in questione ha una superficie di circa 70.000 mq ed e'
ubicata nel Comune di Serravalle Scrivia a circa 8 km dall'abitato di
Novi Ligure. Il sito e' stato attivo dal 1940, data in cui la
Gastaldi Oli Lubrificanti S.p.A. dette inizio alle operazioni
industriali di rigenerazione di oli minerali lubrificanti esausti
tramite additivazione con acido solforico concentrato e
precipitazione della parte idro carburica catramosa («melme acide»).
L'area e' stata gia' oggetto di un primo intervento di bonifica
eseguito dalla ditta Castalia e gestito dal Dipartimento della
protezione civile, che e' ora praticamente fermo senza avere risolto
completamente le problematiche presenti nell'area.
Parte dei terreni interni ed alcune aree esterne allo
stabilimento, segnalate dalla provincia di Alessandria, presentano,
infatti, ancora una contaminazione diffusa a causa della presenza di
rifiuti industriali, tra i quali melme acide.
Piano di Caratterizzazione
Nella Conferenza di servizi decisoria del 27 maggio 2003 e' stato
approvato il Piano di caratterizzazione redatto da Arpa Piemonte
relativo all'insediamento industriale dismesso della ex Ecolibarna
S.r.l. ed ex Gastaldi Oli Lubrificanti S.p.A.
Relativamente alle diverse aree sono state gia' condotte in
passato diverse indagini dirette ed indirette mirate a stabilire lo
stato di contaminazione dell'area. Tali indagini hanno permesso di
individuare zone di stoccaggio abusivo di rifiuti e presenza di
surnatante sulle acque di falda, presumibilmente oli esausti, nella
zona asfaltata e che raggiungono spessori pari ad un metro.
All'interno del Piano di caratterizzazione sono stati previsti, in
base alla tipologia di area, una serie di indagini geofisiche,
perforazione di piezometri, sondaggi, pozzetti esplorativi, i quali
permetteranno di raccogliere campioni di suolo, rifiuto e acque. Su
tali campioni e su campioni di acque superficiali e di sedimenti
prelevati dal Rio Negraro e dal Torrente Scrivia saranno condotte una
serie di analisi chimiche volte alla determinazione dei contaminanti
presenti in sito, tenendo come set analitico l'intera lista degli
analiti riportato nella tabella 1, allegato 1 del decreto
ministeriale n. 471/1999.
Ordinanza di Protezione civile
Con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del
30 luglio 2003, n. 3304, il sito di Serravalle Scrivia e' stato
commissariato ed e' stato nominato quale Commissario delegato il
sindaco di Serravalle Scrivia. La medesima ordinanza ha conferito il
potere di approvazione dei progetti di bonifica al sindaco di
Serravalle Scrivia - Commissario delegato.
Messa in sicurezza d'emergenza
A seguito delle valutazioni statiche e strutturali relative agli
impianti ed alle strutture civili con amianto, il Commissario
delegato - Sindaco del comune di Serravalle Scrivia, ha presentato
una proposta di intervento di messa in sicurezza dello stabilimento
Ecolibarna al fine di poter effettuare in sicurezza le successive
operazioni di caratteriz-zazione e bonifica dell'area. Detta proposta
prevede:
1) demolizione delle parti di edifici civili in precarie
condizioni statiche e/o strutturali al fine di rendere prive di
rischio le aree di lavoro;
2) interventi di bonifica da amianto sui serbatoi, sulle
condutture di servizio e pipe-line, sulle coperture degli edifici
civili;
6) smontaggio/demolizione dei serbatoi, delle condutture di
servizio e pipe-line.
Sono state gia' realizzate le seguenti attivita':
- demolizione delle strutture pericolanti;
- creazione di volumi confinati presso alcuni immobili ove sono
presenti serbatoi con amianto;
- abbattimento di alcuni serbatoi sopraelevati.
LAGHI DI MANTOVA E POLO CHIMICO
Comune - Localita'
Mantova, Virgilio.
Tipologia dell'intervento
Bonifica e ripristino ambientale dell'area industriale, di aree
lacustri (Laghi di Mantova e tratti del fiume Mincio) e delle
relative sponde.
Perimetrazione
All'interno del perimetro definito dal decreto del Ministero
dell'ambiente del 7 febbraio 2003, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 86 del 12 aprile 2003, sono presenti:
- Stabilimento petrolchimico;
- Industria metallurgica;
- Industria cartaria;
- Raffineria;
- Area di deposito di sedimenti di dragaggio di aree lacustri e
fluviali;
- Aree lacustri e fluviali.
Il sito comprende l'area del Polo industriale, dalle aree dei
Laghi di Mantova, tratti del fiume Mincio e relative sponde, per una
estensione di circa 20 Km^2 in gran parte ricompresa all'interno del
Parco del Mincio.
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento
L'area e' attraversata dal fiume Mincio che in corrispondenza
della citta' di Mantova forma tre laghi. La citta' e' ubicata sulla
sponda destra del fiume mentre su quella sinistra insiste il Polo
chimico distante dal centro cittadino 2-5 km.
I vincoli gravanti sull'area sono:
1) legge n. 431/1985 (Galasso);
2) Piano assetto idrogeologico (PAI);
3) Piano territoriale coordinamento del Parco del Mincio.
Il sito e' caratterizzato da una significativa vulnerabilita'
della falda, tale per cui il deposito non controllato sul terreno di
rifiuti pericolosi costituisce un effettivo ed elevato rischio per le
acque sotterranee.
Numerosi rilievi a partire dagli anni '70 hanno evidenziato una
contaminazione da metalli pesanti, principalmente mercurio, per le
aree lacustri e fluviali e presenza di idrocarburi per le aree
industriali.
Problematiche del porto
Il porto di Mantova e' ubicato in localita' Valdaro sul canale
navigabile Mantova-Venezia. La sua realizzazione consentira' lo
svolgimento di operazioni di carico/scarico delle merci trasportate
via acqua dai porti adriatici (consentendo una alternativa al
trasporto via gomma) e l'imbarco/sbarco di passeggeri.
La realizzazione del porto e' stata suddivisa in quattro lotti,
di cui il primo e parte del secondo sono gia' stati completati. E'
stata realizzata la darsena, il collegamento idraulico tra darsena e
canale navigabile, banchine verticali e sponde inclinate per uno
sviluppo complessivo di circa 900 metri, piazzali pavimentati di
movimentazione e stoccaggio merci per 50.000 m^2, un capannone, un
magazzino ed una palazzina adibita ad ufficio.
I lavori del 2° lotto prevedono ampliamento del porto con
realizzazione di nuovi piazzali, una strada di collegamento con il
lotto precedente e la fognatura. Preliminari alle opere di
urbanizzazione, sono i lavori di sbancamento con i quali e'
necessario rimuovere 400.000 m^3 di terreno al fine di colmare i sei
metri di dislivello esistenti tra piano campagna e quello del porto.
La movimentazione di tale terreno ha portato al rinvenimento di
due discariche, all'interno delle quali sono stati stimati 20.000 m^3
di rifiuti stoccati (prevalentemente copertoni e materiali di
demolizione).
Nell'agosto 2002, durante i lavori di riprofilatura di un argine
e' stata rinvenuta una terza discarica. Dai primi sopralluoghi
effettuati sembrerebbe contenere circa 40.000 m^3 di rifiuti di
origine industriale contenuti in fusti.
Una prima ricostruzione storica dell'area indica presenza di una
passata attivita' di cava, percio' tali ritrovamenti portano ad
ipotizzare che buona parte delle aree di Mantova Valdaro sulle quali
sono in corso e dovranno essere effettuati lavori di scavo, e' stata
utilizzata in passato dapprima come area di cava per l'estrazione di
materiali inerti per l'edilizia e successivamente per lo stoccaggio
di rifiuti anche di origine industriale.
Pertanto, prima di procedere alla infrastrutturazione delle aree
previste come espansione del Porto Valdaro, dovra' essere
caratterizzata da un punto di vista ambientale ed almeno in parte
bonificata.
Indagini epidemiologiche
Al fine di valutare i rischi igienico/ambientali legati al sito
di Mantova e' stata istituita una Commissione nazionale per lo studio
della situazione igienico ambientale. Gli esiti dello studio condotto
dalla Commissione hanno evidenziato preoccupanti dati di natura
epidemiologica. I dati ambientali non sembrano allo stato evidenziare
una situazione di contaminazione altrettanto preoccupante, tuttavia
gli stessi membri della Commissione concordano sulla necessita' di
approfondire le indagini ambientali con un approccio molto piu'
sistematico soprattutto per quanto attiene la matrice suolo e
sedimenti.
Dal rapporto suddetto si evince che la casistica dei STM (Sarcomi
dei tessuti molli) relativa alla provincia di Mantova negli anni
1989-1998 si caratterizza in primo luogo per un'elevata frequenza di
sarcomi di Kaposi, anche escludendo i casi HIV positivi. L'esame
dell'incidenza dei sarcomi di Kaposi per area geografica
subprovinciale, mostra valori particolarmente elevati nel territorio
di Viadana e comuni limitrofi.
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica
Da una prima stima, i costi per tali interventi ammontano circa a
300-500 miliardi di lire.
Piani di caratterizzazione
Per quanto riguarda le aree del Polo industriale, ad oggi,
EniChem, IES e Polimeri Europa hanno presentato i Piani di
caratterizzazione delle relative aree di proprieta'. Relativamente
alle aree lacustri e fluviali e' stato presentato solo il Piano di
Caratterizzazione per una piccola area (Conca di Valdaro) su cui
insiste un progetto per la realizzazione di una conca di navigazione.
Progetti di messa in sicurezza e/o di bonifica
E' stato approvato con prescrizioni il Progetto preliminare di
bonifica della darsena ex-Enichem e della costruzione della conca di
navigazione di Valdaro oltreche' il Progetto preliminare di bonifica
dell'area R1 dello Stabilimento Syndial S.p.A.
ORBETELLO - AREA EX SITOCO
Comune - Localita'
Orbetello (Grosseto).
Tipologia dell'intervento
Bonifica e ripristino ambientale dell'area.
Perimetrazione
L'area inclusa nell'elenco dei siti di bonifica di interesse
nazionale, di cui all'art. 1, comma 4 della legge 9 dicembre 1998, n.
426, ed all'art. 14, comma, lettera p-decies della legge 31 luglio
2002, n. 179 «Disposizioni in materia ambientale», e' stata
perimetrata, ai sensi dell'art. 1, comma 4 della legge 9 dicembre
1998, n. 426, con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela
del territorio del 2 dicembre 2002.
L'ex stabilimento Sitoco situato lungo la riva orientale della
laguna di Orbetello, ha una superficie di circa 12 ha, mentre l'area
perimetrata a terra e' di circa 64 ha. Nel perimetro del sito e'
stata anche inserita una porzione significativa della Laguna di
Orbetello, antistante lo stabilimento, di circa 271 ha.
L'impianto, ora dismesso, di proprieta' prima di Montecatini, poi
Montedison e quindi Sitoco (Federconsorzi), dall'aprile 2004, e' di
proprieta' della Soc. Laguna Azzurra S.r.l.
Lo stabilimento ha da sempre operato nella produzione di
fertilizzanti granulari di tipologia altamente solubile, con diverse
concentrazioni di azoto, fosforo e potassio.
Il processo produttivo impiegato per circa mezzo secolo, puo'
essere sintetizzato come produzione di fertilizzanti chimici a mezzo
di attacco di materie prime con acido solforico, prodotto nello
stesso stabilimento a partire dalla pirite con il sistema delle
camere a piombo. Le ceneri di pirite prodotte durante gli anni di
lavorazione sono state accumulate nei terreni circostanti lo
stabilimento e nell'area lagunare contigua all'impianto, nonche'
utilizzate come materiale per la realizzazione di stagni, attraverso
la costruzione di argini alti fino a circa 2 metri. Successivamente
negli anni '70, cessata la produzione di acido solforico, lo
stabilimento ha proseguito l'attivita' con la produzione di
fertilizzanti a base fosfatica; acquisendo dall'esterno l'acido
solforico o nitrico che veniva utilizzato per attaccare la fosforite,
precedentemente macinata e polverizzata, ottenendo un impasto che,
dopo la fase di maturazione (sezione di processo denominata
«cantina») e granulazione (sezione di processo denominata
«granulazione»), veniva inviato all'insacco ed alla distribuzione.
Le fonti di contaminazione associate a questo tipo di attivita'
sono:
ceneri di pirite e pannelli di zolfo, che costituiscono il
residuo dei forni, accumulato nel corso del tempo nei terreni
circostanti e nell'area lagunare contigua;
cenere amorfa, accumulata in passato nell'area nord e nord-est
della zona industriale;
fluorosilicati e fanghi di chiarificazione, residui
dell'abbattimento ad umido dell'aria calda proveniente dalla fase di
maturazione e utilizzati anch'essi quale riporto nell'area antistante
la laguna.
Principali caratteristiche ambientali
Dal punto di vista geologico, l'area in oggetto fa parte della
fossa tettonica formatasi dopo il Miocene superiore, con direttrice
corrispondente alla valle di Collecchio.
In passato, a partire dal Pleistocene, la laguna e' stata
soggetta ad una serie di emersioni ed inondazioni collegate con le
oscillazioni eustatiche del livello del mare, con la formazione di
depositi di origine continentale e depositi di origine marina.
Si riscontra pertanto un'alternanza di depositi sabbiosi e limo
sabbiosi (strato piu' superficiale) e depositi argillo-limosi e
limo-argillosi. Quest'ultima formazione e' continua, di spessore
variabile da 2 a 5 m, riscontrabile a profondita' variabile da 0.5 m
a 5 m.
Per quanto riguarda l'inquadramento idrologico, l'area
circostante lo stabilimento Sitoco ricade nel lato di sinistra del
fiume Albenga.
L'area in oggetto, sembra essere interessata da due falde
idriche, una superficiale dovuta alle acque di percolazione e l'altra
piu' profonda condizionata dalle acque piovane che ricadono
nell'ampio bacino imbrifero.
L'idrologia superficiale e' regolata dal fenomeno del
ruscellamento e dalla presenza di un fosso situato ai confini lato
ferrovia e dalla laguna.
La diversa profondita' alla quale si e' rinvenuta la presenza di
depositi semi-impermeabili, il diverso spessore, la presenza del
fosso (lato ferrovia) e della laguna (lato Ovest), condizionano
l'andamento dei livelli piezometrici.
Piano di caratterizzazione
Le indagini ambientali pregresse, condotte negli anni dal 1995 al
2003, hanno evidenziato che:
- i suoli risultano generalmente contaminati da alluminio,
arsenico, cadmio, ferro, manganese, mercurio, piombo e rame.
Rilevante presenza di arsenico si evidenzia nelle aree vicino allo
stabilimento. Nella subarea nord dello stesso, compresa tra i muri
perimetrali ed il canale fognario sono state rinvenute porzioni
terrose con ammassi di residui di produzione, quali pannelli di
zolfo, anelli delle torri, possibili residui di biacche di piombo;
- le acque superficiali e sotterranee evidenziano presenza di
arsenico, cadmio, ferro, manganese, piombo, rame con contaminazione
diffusa in falda;
- le verifiche effettuate sugli intonaci e sugli elementi
strutturali dei fabbricati industriali hanno altresi' evidenziato
contaminazione da arsenico e piombo in concentrazione apprezzabile.
Sono in fase di attuazione sia le indagini del piano di
caratterizzazione della parte a terra dell'area ex Sitoco, sia la
caratterizzazione ambientale dell'area lagunare antistante lo
stabilimento, preceden-temente approvati. In Conferenza di servizi
decisoria ai sensi dell'art. 14 della legge n. 241/1990.
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica
Le operazioni di m.i.s.e. sul sito in esame constano
sostanzialmente delle seguenti fasi operative:
- rimozione ed avvio a trattamento/smaltimento dei rifiuti
abbandonati;
- realizzazione di sistemi che impediscano l'afflusso da monte
delle acque meteoriche nell'area contaminata;
- realizzazione di sistemi di intercettazione delle acque
meteoriche dilavanti l'area in questione nonche' pompaggio di quelle
di falda inquinate con idoneo trattamento depurativo delle stesse
cosi' da evitare la diffusione dell'inquinamento;
- la contaminazione dell'area verso il lato laguna;
- la rimozione dei sedimenti non appena saranno disponibili i
dati sistematici relativi agli inquinanti rilevati.
E' ancora da elaborare il progetto di bonifica.
AREA DEL LITORALE VESUVIANO
Comune - Localita'
Aree del Litorale vesuviano.
Tipologia dell'intervento
Bonifica e ripristino ambientale di area industriale e dell'area
marina antistante, bonifica di aree industriali dismesse.
Perimetrazione
Non e' stato ancora definito il perimetro delle aree del Litorale
vesuviano ai sensi dell'art. 1, comma 4 della legge 9 dicembre 1998,
n. 426, e successive modificazioni.
Principali caratteristiche ambientali
Le aree del Litorale vesuviano comprendono in linea generale il
territorio a Sud del Vesuvio che e' rappresentata dalla piana del
Sarno. I sedimenti riferibili alla paleo-spiaggia di epoca romana si
riscontrano a profondita' di circa 3-4 m rispetto al livello medio
del mare attuale. Durante l'Olocene la Piana ha subito una continua
subsidenza compensata da un'attiva sedimentazione nell'area suddetta
sono presenti attivita' di produzione di:
- materiale ferroviario in aziende che hanno dismesso la loro
produzione definitivamente intorno agli anni 1970;
- cantieristica navale che ancora oggi rappresenta
un'importante componente economica;
- carta e cartoncini, sia da materia prima che da carta
riciclata;
- discariche di inerti, pericolosi e non pericolosi.
Sul territorio sono presenti anche diverse attivita' artigianali
alcune di rilevata importanza quali: lavorazioni di pelli e pellicce,
lavorazione e trasformazione di stracci, lavorazione di seta e
fettucce.
Si segnala anche, nell'area la presenza di fonti di acque
minerali-bicarbonato-alcalino-ferrose, e di stabilimenti termali.
PORTO TORRES
Comune - Localita'
Porto Torres.
Tipologia dell'intervento
Bonifica e ripristino ambientale dell'area industriale e
dell'area marina antistante lo stabilimento industriale, bonifica di
aree industriali dismesse.
Perimetrazione
All'interno del perimetro definito dal decreto del Ministero
dell'ambiente del 26 febbraio 2003 sono presenti:
- Polo Petrolchimico: stabilimento Syndial S.p.A., Sasol Italy
S.p.A., EVC S.p.A., Turris Espansi, Turris PacK, Coseplast, Isoex,
SarEuroplast, Officina meccanica Ormes;
- Laterizi Torres della Sarda Laterizi;
- Distoms S.r.l.;
- Deposito costiero ENI S.p.A.;
- Deposito costiero ESSO Italiana S.r.l.;
- Deposito costiero Liquigas S.r.l.;
- Ex Ferriere Sarde; .
- Endesa S.p.A.;
- Wanda (impianto itticultura dismesso);
- Area marino costiera prospiciente il sito di bonifica di
interesse nazionale di Porto Torres;
L'area a terra interna alla perimetrazione occupa una superficie
di circa 1830 ha nel territorio del comune Porto Torres (provincia di
Sassari) ed e' caratterizzata dalla presenza di nuclei industriali di
notevole entita', quali:
1) il polo petrolchimico: costituito da 19 unita' (di cui
alcune chiuse nel 1992) in cui si ha la produzione di cloro-soda,
dicloroetano, VCM, PVC, polietilene, poliolefine, benzene,
detergenti, derivati del carbone, fertilizzanti, cicloesano,
ciclesanone, fenolo, rumene, solventi organici, acidi solforico,
anidride italica.
Lo stabilimento petrolchimico e' nato agli inizi degli anni '60
ad opera della Sarda Industria Resine (S.I.R.) ed ha un'estensione
complessiva pari a 1165. All'interno dello stabilimento, la societa'
Syndial rappresenta la maggior presenza industriale, ma sono anche
presenti attivita' gestite dalla EVC (Italia) S.p.A. e dalla Sasol
S.p.A. (gia' Conda Augusta) ed operano inoltre autonomamente altre
piccole realta';
2) la centrale Endesa Italia di Fiume Santo: centrale
termoelettrica in cui viene utilizzato come combustibile Orimulsion
400.
All'interno dell'area sono presenti il Porto commerciale ed il
Porto industriale di Porto Torres nonche' un'elevato numero di
serbatoi di stoccaggio di materie prime e prodotti petroliferi.
L'area marina perimetrata ha un'ampiezza complessiva pari a circa
2700 ha e si estende, fra la diga foranea del porto industriale e la
foce del fiume Santo.
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento
L'intera area perimetrata risulta fortemente antropizzata e le
numerose attivita' presenti comportano un notevole impatto su un
territorio che si trova inserito in un contesto ambientale di
notevole pregio come il Golfo dell'Asinara (area marina protetta).
Sono presenti stabilimenti che producono DCE/CVM, PVC e prodotti
chimici, depositi di prodotti petroliferi, discariche, aree con
presenza di notevoli quantita' di coperture in eternit, aree
industriali dismesse, una centrale di produzione termoelettrica,
l'area marina antistante il polo industriale.
L'area di stabilimento e' caratterizzata soprattutto da un
inquinamento da composti organici, sia in fase disciolta che in
galleggiamento, nelle acque di infiltrazione superficiale e in quelle
dell'acquifero calcarenitico. All'interno dell'insediamento Syndial
sono presenti numerosi impianti dismessi e, nel settore occidentale
dello stabilimento, discariche controllate e non controllate.
Nel sito Endesa Italia di Fiume Santo nel febbraio 2000 si e'
verificato il versamento accidentale di circa 700 m^3 di combustibile
«Orimulsion» a seguito della rottura di una tubazione di ricircolo.
L'area marina antistante il sito di Porto Torres presenta diversi
gradi di compromissione in relazione alla vicinanza al porto
industriale, alla citta' di Porto Torres ed alla foce del Rio Mannu.
Iter istruttorio
La Conferenza di servizi decisoria del 22 giugno 2004 ha
deliberato di prendere atto delle Linee guida operative per la
redazione, esecuzione e gestione dei Piani di caratterizzazione
decreto ministeriale n. 471/1999 - Protocollo d'intesa per gli
interventi di risanamento dei siti Enichem S.p.A. e Polimeri Europa
S.r.l. in regione Sardegna, e loro revisione, trasmessi dalla regione
autonoma della Sardegna.
Piani di caratterizzazione
La Conferenza di servizi decisoria del 22 giugno 2004 ha
deliberato di approvare il Piano di caratterizzazione dell'area
marino-costiera prospiciente il sito di bonifica di interesse
nazionale di Porto Torres, trasmesso da ICRAM e ha ritenuto, inoltre,
necessario che siano indagate nella prima fase di caratterizzazione
le seguenti aree: area Polla, area Lagone, area di escavo dei fondali
del Porto industriale e area adiacente Punta Minciaredda.
Nella medesima Conferenza sono stati approvati con prescrizioni,
il Piano di caratterizzazione delle aree Syndial all'interno dello
stabilimento industriale di porto Torres e il Piano di
caratterizzazione della Centrale Termoelettrica di Fiumesanto
(Sassari) di proprieta' Endesa Italia.
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica
La Conferenza di servizi decisoria del 22 giugno 2004 ha
affrontato alcune situazioni di criticita' ambientale rilevate presso
lo Stabilimento Syndial, con particolare riferimento all'area
denominata «Minciaredda» (Nord occidentale) e all'area del
Petrolchimico (Nord orientale) richiedendo all'Azienda di adottare
immediate misure di messa in sicurezza di emergenza.
Nella medesima Conferenza ha deliberato di prendere atto dei
documenti Caratterizzazione del sottosuolo, indagini a mare e
Progetto preliminare degli interventi sul terreno contaminato a
seguito della perdita di Orimulsion dal bacino di contenimento del
serbatoio BM001A nell'area Endesa Italia.
VAL BASENTO
Comune - Localita'
Ferrandina, Pisticci, Grottole, Miglionico, Pomarico e Salandra
(Matera).
Tipologia dell'intervento
Bonifica di aree industriali di tipo chimico ed aree produttive
dimesse.
Perimetrazione
Il sito dell'area industriale della Val Basento e' stato
individuato quale intervento di bonifica di interesse nazionale
dall'art. 14 della legge 31 luglio 2002, n. 179.
Il perimetro del sito in oggetto comprende le aree potenzialmente
inquinate di pertinenza dei comuni di Ferrandina e Pisticci gia'
individuate dalla regione Basilicata nella nota del 3 ottobre 2002
prot. 20899/75B nonche' aree potenzialmente inquinate ricadenti nel
territorio dei comuni di Grottole, Miglionico, Pomarico e Salandra,
come riportato nel decreto di Perimetrazione del sito di interesse
nazionale della Val Basento del 26 febbraio 2003, n. 642 del
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio
conseguentemente alle proposte inviate dalla regione Basilicata.
L'area occupa una superficie di circa 34 kmq, parte di proprieta'
di soggetti privati ed include al suo interno tre insediamenti
industriali (Salandra, Ferrandina e Pisticci), inframmezzati da aree
a prevalente vocazione agricola.
Sull'area insistono svariate attivita' produttive di tipo
chimico, nonche' aree dismesse che furono in passato sede di
produzione e manufatti in cemento-amianto, e altre di produzione di
metanolo.
Principali caratteristiche ambientali
Il sito racchiude un'area piuttosto ampia posizionata lungo
l'asta fluviale del fiume Basento, orientata secondo l'asse
nord-ovest/sud-est. La ricostruzione stratigrafica eseguita a seguito
di sondaggi condotti fino ad una profondita' di circa 15 m nell'area
ha messo in luce la presenza di terreni di alluvioni fini recenti,
quali sabbie medio-fini, limi ed argille limose, poggianti su
alluvioni grossolane, quali ghiaie e ciottoli in matrice sabbiosa. A
profondita' maggiori si rinviene un complesso argilloso, nell'insieme
impermeabile pur presentando fratture superficiali che localmente
possono limitare tale caratteristica.
La vicinanza del fiume Basento e il pericolo connesso alla
possibile presenza di contaminazione nelle aree industriali attive
e/o dimesse, portano a ritenere che il sito presenti caratteristiche
di elevato rischio ambientale e sanitario.
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica
A favore della regione Basilicata sono stati trasferiti fin
dal giugno 2003 risorse pari a Euro 166.011,60, a valere dello
stanziamento recato dalla legge 23 marzo 2001, n. 93, art. 20 per la
realizzazione di una mappatura completa della presenza di amianto sul
territorio nazionale e degli interventi di bonifica urgente. Inoltre
limitatamente al territorio del comune di Ferrandina e' stata
assentita l'assegnazione di risorse finanziarie pari a Euro
500.000,00 a valere della citata legge 23 marzo 2001, n. 93, per il
finanziamento degli interventi di bonifica di particolare urgenza
dell'area dello stabilimento ex Materit, che produce manufatti
contenenti amianto. Il 70% di dette risorse finanziarie, pari a Euro
350.000,00 e' gia' stato trasferito al comune di Ferrandina.
Piano di caratterizzazione
E' stata eseguita la caratterizzazione dei suoli delle aree
agricole a basso rischio di inquinamento incluse nel sito di
interesse nazionale della Val Basento, dalla quale si e' evidenziato
che tutti i parametri analitici ricercati hanno una concentrazione
inferiore alla concentrazione massima ammissibile riportata nel
decreto ministeriale n. 471/1999 per suoli ad uso industriale.
Viceversa, sono stati riscontrati alcuni superamenti della tabella
relativa ai suoli ad uso verde/residenziale per i parametri cromo
esavalente e mercurio. Per dette aree si procedera' ad un'indagine
integrativa per delimitare la contaminazione arealmente e in
profondita'.
Inoltre, e' stata condotta la caratterizzazione delle aree di
pertinenza di numerose aziende private. Sono in corso di elaborazione
i piani di caratterizzazione delle restanti aree ricadenti
all'interno del sito.
Progetto di messa in sicurezza e/o bonifica
Sono in atto interventi di messa in sicurezza di emergenza della
falda ad opera delle medesime aziende private.
Inoltre, sono stati eseguiti i lavori di decommissioning
dell'impianto di desolforazione della Centrale Gas Eni di Ferrandina
ed, in seguito, e' stato presentato il progetto preliminare di
bonifica dell'intera area di proprieta' della ditta medesima.
TERRITORIO DEL BACINO DEL FIUME SACCO
L'emergenza ambientale del territorio ricadente all'interno del
bacino del fiume Sacco, che scorre attraverso le province di Roma e
Frosinone, e' dovuta alla presenza di isomeri di esaclorocicloesano
che hanno contaminato l'argine fluviale.
La contaminazione sarebbe dovuta alla percolazione dei suddetti
agenti chimici situati nell'area del comune di Colleferro, occupata
fino a trenta anni fa da un'industria chimica, e dove sono stati
rinvenuti fusti interrati e scarti di lavorazioni.
Si evidenzia che con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 19 maggio 2005 e' stato dichiarato, fino al 30 aprile 2006,
lo stato di emergenza socio-economico-ambientale nel territorio del
bacino del fiume Sacco e con successiva ordinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri 10 giugno 2005, n. 3441, sono stati previsti
interventi urgenti finalizzati al superamento della fase
dell'emergenza nel territorio dei comuni di Colleferro, Segni e
Gavignano della provincia di Roma, e dei comuni di Paliano, Anagni,
Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino della provincia di Frosinone.
Detto sito, e' stato inserito tra i Siti di interesse nazionale
da bonificare di competenza del Ministero dell'ambiente. In data
2 dicembre 2005, con la disposizione introdotta all'art.
11-quaterdecies, comma 15 della legge n. 248 - conversione, con
modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203 - e'
avvenuto tale inserimento.
Ora, sulla base delle attivita' gia' impostate dalla Struttura
commissariale, che si riportano di seguito:
perimetrazione provvisoria del sito che interessa ad oggi nove
comuni (Colleferro, Segni e Gavignano nella provincia di Roma, e
Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino, nella
provincia di Frosinone);
individuazione ed attivazione delle prime misure di messa in
sicurezza d'emergenza per rifiuti, suoli e acque contaminati;
individuazione ed attivazione delle indagini di
caratterizzazione delle aree, pubbliche e private, al fine di
definire l'estensione e la gravita' della contaminazione;
attivazione della sorveglianza sanitaria, epidemiologica e
veterinaria;
sara' da definire il perimetro del nuovo sito da bonificare di
interesse nazionale, in accordo con tutti i comuni interessati ai
sensi dell'art. 1, comma 4 della legge n. 426/1998.
MILAZZO
Comune - Localita'
Milazzo, San Filippo del Mela, Pace del Mela (Messina).
Tipologia dell'intervento
Bonifica e ripristino ambientale aree industriali, discariche,
arenile ed area marina antistante.
Perimetrazione
Il sito preliminarmente individuato ai fini della futura
perimetrazione e' ubicato all'interno dell'area di sviluppo
industriale di Milazzo e ricade nei territori dei comuni di Milazzo,
San Filippo del Mela e Pace del Mela, (provincia di Messina), gia'
dichiarati «area ad elevato rischio di crisi ambientale del
comprensorio del Mela» ai sensi del decreto legislativo n. 112/1998.
La zona attualmente individuata occupa una superficie di circa
500 ha, ed e' delimitata dal Mare Tirreno a nord, dal territorio
comunale di Milazzo ad ovest, dalla linea FFSS ed autostrada Messina
Palermo a sud e dalla frazione Giammoro (Pace della Mela).
All'interno del sito sono presenti, fra l'altro:
Raffineria RAM;
Centrale elettrica EDIPO WER (ex ENEL);
Centrale elettrica Termica Milazzo (ex SONDEL);
DUFERDOFIN Siderurgica profilati in ferro;
ETS produzione apparecchiature elettriche;
Stabilimento Messinambiente S.p.A.;
Arenile e area marina antistante le aree industriali.
L'arenile e l'area marina antistante hanno una superficie
indicativa di circa 1000 ha. L'area della Raffineria RAM (joint
venture al 50% tra Eni e Kuwait Petroleum Italia) ha una superficie
di oltre duecento ettari ed e' stata utilizzata a partire dagli anni
sessanta per la raffinazione ed il deposito di prodotti petroliferi.
La raffineria e' autorizzata a lavorare oltre 20 milioni di ton/anno
di olio grezzo e residui di varia provenienza. I prodotti greggi
vengono ricevuti via mare e scaricati in serbatoi di stoccaggio. La
maggior parte dei prodotti finiti vengono recapitati ai luoghi di
destinazione via mare; parte di essi rifornisce la limitrofa centrale
Edipower attraverso un oleodotto, mentre un'aliquota viene gestita
attraverso autobotti.
L'area della ex Centrale ENEL, ora EDIPOWER, con una superficie
di circa ottanta ettari e' stata utilizzata a partire dagli anni
sessanta per la produzione di energia elettrica con utilizzo di olio
combustibile denso. La centrale e' composta da 6 unita' di
generazione, di cui 2 da 320 MW e 4 da 160 MW, per una potenza
installata totale di 1.280 MW. Ogni sezione e' composta da una
caldaia con relativi ausiliari (ventilatori, bruciatori, riscaldatori
d'aria, soffiatori, ecc.).
L'area del deposito Messinambiente S.p.A., utilizzato per lo
stoccaggio di elettrodomestici dismessi, e' stato oggetto nello
scorso luglio di un violento incendio che ha provocato la
propagazione nell'atmosfera con successiva ricaduta al suolo di
sostanze tossiche e nocive di cui appare necessario valutare
l'entita' e l'estensione nonche' gli eventuali effetti sulla
commestibilita' delle culture ad uso alimentare presenti nell'area.
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento
L'area in oggetto presenta una leggera e costante pendenza
decrescente verso Nord, che nella toponomastica locale prende il nome
di «Piana di Milazzo». Tale piana costiera e' caratterizzata da
un'ampiezza variabile tra 2 e 6 km ed ospita la maggior parte delle
zone urbanizzate. Il piano campagna del settore occupato dagli
impianti e dagli stoccaggi della Raffineria varia tra una quota di
1,00 e 1,50 m s.l.m. in prossimita' della linea di costa e di 17,00 e
18,00 m s.l.m. nel settore piu' meridionale.
A circa 15 km a Sud del sito in oggetto, vi e' la catena dei
Monti Peloritani, caratterizzata da una quota media di circa 500 m
s.l.m. ed una quota massima di 1200 m s.l.m.
Dal punto di vista idrologico la regione e' caratterizzata dalla
presenza delle «fiumare», corsi d'acqua a carattere torrentizio, i
cui letti sono prevalentemente orientati secondo l'asse N-S, avendo
origine dalla catena dei Monti Peloritani e convogliando le proprie
acque nel Mar Tirreno. In particolare, si riconoscono 3 grandi bacini
imbriferi, in ordine di importanza quello del Torrente Muto, quello
del Torrente Corriolo (che attraversa la RAM) e quello del Torrente
Mela.
Le problematiche ambientali del sito possono essere ricondotte
alla presenza localizzata di idrocarburi e metalli nei terreni e
nelle acque sotterranee e ad inquinamento diffuso legato ad emissioni
atmosferiche ed a fenomeni di combustione incontrollata di rifiuti
contenenti fra l'altro materiali plastici (incendio Messinambiente).
I principali fenomeni di degrado dell'ambiente marino sono dovuti
all'inquinamento da petrolio, all'inquinamento termico e
all'eutrofizzazione. Dovra' inoltre essere valutata la contaminazione
dei sedimenti da metalli pesanti e da idrocarburi.
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica
Le prime stime, effettuate sulla base dei dati preliminari di
estensione e di tipologia di inquinamento, indicano un fabbisogno di
larga massima per gli interventi piu' urgenti pari a circa 55 milioni
di euro.
Piani di caratterizzazione
E' stato redatto e presentato alle amministrazioni locali
interessate il piano di caratterizzazione dell'area della Centrale
elettrica EDIPOWER, mentre e' in corso di elaborazione quello
relativo al l'area della Raffineria RAM.
Sono da elaborare i piani di caratterizzazione relativi alle
altre zone industriali e alle aree a mare.
Progetti di messa in sicurezza e/o bonifica
Da elaborare.
BACINO IDROGRAFICO FIUME SARNO
Comune - Localita'
BACINO IDROGRAFICO FIUME SARNO
Tipologia dell'intervento
Interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione, bonifica e
ripristino ambientale dell'area.
Perimetrazione
Bacino idrografico del fiume Sarno e area marina antistante la
foce.
Principali caratteristiche ambientali e situazione di inquinamento
Il fiume Sarno nasce a S. Maria la Foce da alcune sorgenti
carsiche e raccoglie le acque di un vasto bacino idrografico che si
estende per circa 500 km^2 su una piana di origine alluvionale e
vulcanica. Il bacino e' delimitato a Nord Ovest dai versanti del
complesso Somma-Vesuvio, a Sud-Est dal golfo di Napoli, a Sud dalla
Penisola Sorrentina e dai Monti Lattari, a Nord e a Nord-Est
rispettivamente dai monti di Sarno e di Solfora. Nel corso medio, a 3
km ad Ovest di S. Marzano, riceve le acque del torrente Cavaiola nel
quale, a sua volta, confluisce il torrente Solforana.
Nell'area sono presenti diverse attivita' produttive come
concerie, industrie alimentari (lavorazione del pomodoro), industrie
farmaceutiche e cantieristica navale. Inoltre vi e' una diffusa
presenza di «scarichi civili e/o misti» spesso non depurati.
Studi pregressi sull'area testimoniano una condizione di elevata
criticita' ambientale sui sedimenti dell'alveo del fiume Sarno e dei
suoi affluenti, le cui forti alterazioni sono causate principalmente
dall'attivita' umana pregressa e/o attuale.
I sedimenti del bacino del fiume Sarno presentano uno stato di
contaminazione diffusa sia dal punto di vista microbiologico che
chimico. Dal punto di vista chimico principalmente ad opera di Cromo,
piombo, zinco, composti organoclorurati e idrocarburi pesanti, e in
modo piu' puntiforme da parte di nichel, rame, diossine. Tra i
composti organoclorurati riscontrati nei sedimenti si evidenzia la
presenza significativa di Policlorobifenili (PCB) e di pesticidi, in
particolare il p,p'-DDE e' presente in maniera costante e diffusa in
tutto il bacino.
La distribuzione dei contaminanti nei sedimenti dell'area marina
antistante la foce del Sarno risulta influenzata non solo
dall'ubicazione delle fonti d'inquinamento ma anche dal regime
idrodinamico dominante.
Infatti le caratteristiche idrodinamiche determinano il trasposto
della frazione fine dei sedimenti, e di conseguenza dei contaminanti,
prevalentemente verso il settore nord occidentale dell'area.
Da un punto di vista granulometrico, a differenza di quanto
riscontrato nei tratti costieri limitrofi dove si evidenzia la
tendenza ad un gradiente dimensionale dalla costa verso il largo
(aumento della frazione fine verso il largo), e' presente un accumulo
di sedimenti fluvio-deltizi tipicamente siltosi, e quindi piu' fini,
a profondita' comprese tra i 30 e i 50 m. Tale accumulo di sedimenti
influenza di conseguenza la distribuzione degli inquinanti.
Nell'area marina antistante la foce del Sarno, si riscontra uno
stato di contaminazione diffuso da cromo con concentrazioni massime
nella zona antistante la foce del fiume Sarno, una contaminazione
lieve da mercurio e zinco, e meno diffusa la contaminazione da rame e
piombo.
L'area risulta inoltre compromessa dal punto di vista
microbiologico proprio a causa dell'apporto del Sarno.
Costi di messa in sicurezza e/o bonifica
In corso di definizione.
Piani di caratterizzazione
L'Autorita' di bacino del Sarno ha realizzato uno studio
preliminare per la caratterizzazione dei corpi idrici superficiali e
sotterranei (AdB Sarno 2002).
Nell'ambito di quanto previsto dall'OPCM 3270/2003 (Emergenza
socio economico-ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno)
l'APAT ha realizzato il piano di caratterizzazione dei sedimenti del
bacino del fiume Sarno
Progetti di messa in sicurezza e/o di bonifica
Da elaborare.
SITO DELLE STRILLAIE (GROSSETO)
Comune - Localita'
Grosseto.
Tipologia dell'intervento
Interventi combinati di messa in sicurezza permanente e di
rimozione e smaltimento dei rifiuti.
Soggetto titolare/competente all'intervento
Soggetto pubblico (Amministrazione comunale).
Perimetrazione del sito
Il Sito delle Strillaie e' stato inserito tra i siti da
bonificare di interesse nazionale con decreto legislativo n.
152/2006. Nel corso della Conferenza di servizi del 6 luglio 2006,
presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare, e' stata acquisita una larga intesa da parte degli Enti locali
per la perimetrazione, di conseguenza e' stato predisposto il decreto
ministeriale del Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare per la predetta perimetrazione del Sito.
Descrizione del sito
L'area interessata, che ricade nel territorio comunale di
Grosseto, ha superficie complessiva pari a circa 330.000 m^2, di cui
circa 200.000 m^2 occupati da discarica autorizzata (oggi chiusa) e
la restante porzione, che risulta di proprieta' privata, utilizzata
in passato per il conferimento di rifiuti urbani e successivamente
riportata agli usi agricoli (Ambito E).
Per il sito delle Strillaie e' stato avviato a partire dal giugno
2001 un procedimento di bonifica ai sensi dell'ex decreto
ministeriale n. 471/1999, di competenza del comune di Grosseto.
Dopo la pubblicazione del decreto ministeriale di perimetrazione,
le competenze passeranno dalla sede locale alla sede centrale.
Piano di caratterizzazione
Nel 2001 il comune di Grosseto ha dato incarico al Consorzio Pisa
Ricerche di redigere il Piano di caratterizzazione dell'area della
discarica e dell'area limitrofa (Ambito E).
I risultati delle indagini, presentati alla Conferenza di servizi
locale dell'8 novembre 2001 e le indagini integrative realizzate su
richiesta di ARPA Toscana nel 2002, hanno evidenziato che lo strato
di argilla di isolamento del fondo della discarica, che si presenta
omogeneo per la porzione centrale del corpo della discarica stessa,
non garantisce l'impermeabilizzazione nell'area sud-ovest rispetto
all'acquifero sottostante.
Le risultanza analitiche relative alle acque di falda hanno
infatti evidenziato che 1'acquifero superficiale presenta
inquinamento diffuso da clorurati, solfati, ferro, manganese.
L'acquifero profondo (oltre 30 m dal p.c.) non risulta interessato da
contaminazione.
A seguito della caratterizzazione, il sito e' stato suddiviso in
Ambiti omogenei:
- Ambito B, relativo al corpo centrale, caratterizzato da uno
strato omogeneo di argilla, di spessore di circa 2 m, che ne
garantisce il totale isolamento dall'acquifero;
- Ambito D, relativo alla parte sud-ovest, che risulta non
perfettamente impermeabilizzata;
- Ambito E,
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