Il
paese conserva ancora gli avanzi di porte nelle mura che la difendevano, e che è
come dominato dall'unico dei tre castelli che un tempo vi erano costruiti.
In questo castello, che s'erge
sull'alto di un monte nella sua oscura mole massiccia, e sul quale volano gli
sparvieri e si addensano nere le nubi nelle sere aspre dell'inverno, furono
ribadite le catene della servitù del Reame di Napoli e furono aperte le vie alle
lotte che insanguinarono l'Italia meridionale.
La Congiura dei Baroni
Nel 1480, era Re di Napoli
Ferdinando I d'Aragona che aveva affidato quasi tutto il governo del reame al
primo dei suoi figli Alfonso duca di Calabria, d'animo feroce ed avidissimo di
ricchezze e di domini.
Della sua avidità, della sua
prepotenza, della sua ferocia erano preoccupatissimi i baroni del Reame. Ognuno
temeva di poter essere spogliato, da un giorno all'altro, delle sue ricchezze e
delle sue terre, e, quando il conte di Sarno e i principi di Salerno li
invitarono ad un convegno per stabilire un piano di comune difesa, si riunirono
a Miglionico nel vecchio castello dove sarebbe stato molto difficile prenderli
ed assoggettarli.
Il Re ebbe notizia della congiura
e ne fu terrorizzato. Astuto e feroce, capì che ogni tentativo di assalto e di
repressione sarebbe stato pericoloso ed avrebbe dato luogo ad una guerra, di cui
non si potevano prevedere le conseguenze. Preferì mostrarsi arrendevole coi
congiurati ed andò di persona a Miglionico, per trattare con essi.
I baroni credettero alle parole
del Re aragonese ed, in quella stessa sala del "Mal Consiglio", dove si erano
adunati per la congiura, accolsero il Sovrano, che fu largo di promesse e li
indusse a tornare alle loro terre, dove poi li raggiunsero le vendette e le
rappresaglie del Re contro cui essi ormai non potevano opporre più nulla,
isolati, sparsi com'erano qua e là per tutto il Reame. |
Morte
di Giulia Orsini
15/11/1537. Secondo quanto hanno scritto i napoletani Silvio e Ascanio
Coronache, Giulia Orsini (moglie di Pietrantonio Sanseverino) venne
strangolata in Cassano da Bernabò Pescara (meglio conosciuto come l’Abate
Pescara). Giulia che, pare avesse ceduto al capriccio di Carlo V nel 1535
a San Mauro, si sarebbe concessa a Muzio Brancaccio a Miglionico, in
Basilicata. Pietroantonio, rientrato da Milano, fece sparare l’amante e
avvelenò la moglie che però non morì in quanto avvezza al veleno che aveva
preso a piccole dosi nel tempo. Per evitare l’incriminazione il Principe
fece un donativo di 30 mila scudi al viceré Don Pedro de Toledo. Da questo
servigio reso a Pietro Antonio Sanseverino derivarono le fortune della
famiglia Pescara. Questa versione dei fatti pare poco credibile se si
confronta con una lettera di Giulia Orsini spedita da Senise (Potenza) il
15 dicembre 1537 che, oltre a smentire la data della sua morte, mostra il
profondo affetto che la legava al marito. Giulia Orsini, comunque, morì
qualche tempo dopo, visto che nel 1539 il principe di Bisignano per la
terza volta convolò a giuste nozze. |
Pro-monumento ai caduti
di Miglionico
Miglionico, ottobre.
Per fattiva iniziativa dei volenterosi giovani Sig. Franco D’Alema, Vito
Lazzaro, Francesco Novelli, e Mimì Salluce, si diede a Miglionico una
rappresentazione a beneficio di un ricordo marmoreo, che si vuole erigere alla
memoria dei prodi concittadini morti in guerra. Numerosissimo pubblico
intervenne e assistette ad un vero spettacolo di gaia, al quale presero parte i
suddetti organizzatori nelle parti, la « Cavalleria Rusticana » di Verga,
eseguita a meraviglia con le attrici della rinomata compagnia Ricciardelli,
quivi residente per un corso di recite.
Seguì una esilarantissima Commedia « Il Parroco di S. Giuliano »; la
declamazione di « Amor di Patria » del De Amicis, e svariate canzonette che
riscossero chiamate al proscenio e prolungati applausi.
La serata fruttò parecchie centinaia lire e si sarebbe avuto un incasso
superiore se si fosse prestato in ampiezza il locale adibito provvisoriamente a
teatro.
Nell’augurio di una ottima riuscita della nobile impresa rivolgo fervida
preghiera a tutti i compaesani residenti fuori di non mancare al generoso
appello di un paesello sperduto fra i monti della Lucania, che vuol onorare le
sue balde giovinezze e tramandarne ai posteri i loro nomi a cifre d’oro.
Nomina arciprete don Giuseppe
Garbellano
A Migllonico, su proposta di S. E. R.ma Comm. D. Anselmo Pecci è stato promosso
Arciprete Curato della nostra Parrocchia di S. Maria Maggiore, con Rescritti
Pontifici di nomina e di dispensa dall’obbligo di concorso, il molto Rev. D.
Giuseppe GarbelIano da Montescaglioso residente da molti anni a Napoli.
La bella funzione di canonizzazione e di possesso è stata celebrata la mattina
del 25 marzo u.s. alla presenza di tutta la fedele popolazione, cui tenne un
magnifico discorso S. E. Pecci.
Rispose, con belle parole il R. Garbellano assai commosso.
Al neo arcipete i migliori auguri.
Il Maresciallo trasferito a Roma
Dopo una permanenza di 5 anni a Miglionico il maresciallo Capo Chiari Flaminio,
nostro comprovinciale, ha lasciato il comando di questa stazione RR. CC. per
trasferimento alla Capitale, da lui richiesto da mesi.
Cinque anni è parte di vita e sono bastati per far rifulgere tutti i meriti di
questo perfetto gentiluomo che, alla rigidità del dovere, unisce un senso
squisito di amicizia e di cordialità.
Pentecoste, Mese Mariano, Prima
Comunione
Miglionico — Una triplica festa religiosa, coordinata dal parroco, si è svolta
nella Chiesa Madre: la festa di Pentecoste, la chiusura dei mese Mariano e la
prima comunione di bambini e bambine. Cantò la messa il prof, Ortolani, fu
eseguita la messa del P. Marinosci dalle cantanti signorine Signorelli,
Ventura, Caritorino, Salerno ed altre; sedeva all’ harmonium la ragazza
Lina Maggiore, la quale dopo solo pochi mesi di scuola è riuscita a
sostenere lodevolmente la sua parte.
Raccolti nuovamente i fedeli di sera fra lo sfolgoro di lampade elettriche e di
numerosi ceri accesi innanzi alla Madonna e alla statua dei S. Cuore (al quale
si è dedicato il mese di giugno), dopo il pio esercizio di meditazione,
l’Arciprete G. Garbeliano rivolse ai bambini la sua parola, spiegando l’alto
significato della rinnovazione dei Voti battesimali nella festa della prima
Comunione. Fu conclusa la funzione con la benedizione eucaristica fra unni e
canti religiosi ed infine con la processione in chiesa della statua della
Vergine immacolata, portata a braccia da un nucleo di volenterose signorine.
Furono distribuiti dei bei ricordi ai nuovi comunicati.
Ricostruito il ponte sul Bradano
Finalmente, dopo una diecina di anni, è stata ricostruita il famoso ponte sul
Bradano, detto Ponte di S. Lucia, tra Montescaglioso o Miglionico. Esso è stato
fatto in cemento armato ed è completo da qualche mese. Si pregano perciò le
autorità competenti di affrettarne il collaudo e aprirne al pubblico il libero
passaggio per riattivare al più presto questo tratto di strada provinciale.
Prestito alla nazione
A Miglionico, questa nobile cittadina ha risposto con mirabile slancio ed
entusiasmo fascista allo appello del Duca per il Prestito.
Tutti, anche con sensibile sacrificio, hanno sottoscritto, dando prova ancora
una volta di essere cittadini italiani e fascisti convinti. Così il nostro
Podestà cav. Domenico D’Alema, che ha spiegato e spiega, per questo piccolo
paesello un vero apostolato di disciplina e sentimenti fascisti, versava alla
succursale del Banco di Napoli in Matera la cospicua somma di lire 106.000, così
ripartita: raccolte dal podestà cav. D’Alema lire 50.000; impresa Tirapani fra i
lavoratori del cantiere di Miglionico, coadiuvato dal suo valente ragioniere
signor Sibilia Giacinto, lire 20.000; insegnanti, impiegati, RR. CC. e sindacati
operai locali lire 36,000. |