MATERA.
È il messaggio di
Lino Patruno
(giornalista e
scrittore, già
direttore del
quotidiano La
Gazzetta del
Mezzogiorno e autore
del libro “Il meglio
Sud-Attraversare il
deserto, superare il
divario”, Rubbettino
editore) agli
studenti delle
classi terze e
quinte dell’Itcg
Loperfido-Olivetti
di Matera,
nell’incontro online
organizzato dalla
preside Antonella
Salerno e dalle
docenti Antonella
Sacco, Daniela
Annamaria Venezia e
Mercedes Clemente,
in collaborazione
con la professoressa
Margherita
Lopergolo,
responsabile del “Salotto
Letterario G. Rodari”,
non ha
fraintendimenti: “a
restare al Sud per
costruire un nuovo
Sud”.
“Nuovi fermenti,
oggi, animano una
ricerca di verità
storica, non solo
meridionale, che
viene dal basso, più
che dalle aule
universitarie, dalla
politica e dalle
istituzioni” ha
continuato Patruno.
Non è facile capire
dove questi fermenti
possano portare, ha
aggiunto Patruno nel
collegamento con gli
studenti materani,
“se a un revanscismo
uguale e opposto al
razzismo nordista di
Lega e collaterali,
o a una comune
crescita di
consapevolezza e
conoscenza: un nuovo
meridionalismo per
ridare un’anima
decente a un’Italia
che l’ha smarrita,
nel fallimento della
politica e nella sua
riduzione a furia
predatoria di
egoismi personali e
territoriali. Ciò
che necessità è un
impegno per i nostri
figli perché possano
decidere di partire
o restare nella
propria terra in
piena libertà”.
Patruno ha invitato
i ragazzi a vedere
il Sud “dimenticando
il divario con il
Nord, alla scoperta
di un Sud con tanti
segni positivi,
invece dei soliti
tanti segni
negativi.
Un Sud senza il
quale l’Italia non
potrebbe andare
avanti, con
inaspettati primati
produttivi
nazionali, le cui
aziende sono più
robuste di quelle di
interi Stati
europei. Un Sud che
va su Marte a caccia
dei marziani. Un Sud
in cui nascono i
locomotori per
l’alta velocità
ferroviaria (pur
essendo stato
escluso dall’alta
velocità). Un Sud
con tanti giovani
che restano invece
di partire è con
tanti che tornano
per restarci. Questo
non vuol dire che il
divario Nord-Sud non
esista”.
Il “deserto” temuto
dalla Svimez, ha
evidenziato
l’autore, “è un
deserto industriale
e umano se
continueranno a
morire le aziende e
a partire i giovani.
E ora anche a non
nascere più figli.
Mentre il Sud resta
il grande scomparso
dall’agenda dei
Governi, il grande
ignorato dei
dibattiti, il grande
accusato di ogni
colpa. La parola
d’ordine è: alla
larga, con il Sud è
tutto perduto. È
così che non si
riesce a capire che
eppur si muove….”
In questo
meraviglioso viaggio
a Sud, ha rilevato
la professoressa
Margherita Lopergolo,
che da anni conduce
un’incessante opera
di diffusione della
cultura del Sud,
moderatrice
dell’incontro con
Patruno,
“incontreremo storie
di chi, non sapendo
che la cosa era
impossibile, la
fece, come il
calabrone, che
nonostante la sua
mole, riesce a
volare. Storie di
inventiva e
coraggio. Troveremo
questi giovani
ovunque il Sud sia
stufo di condizioni
sociali spesso da
Terzo Mondo, ovunque
il Sud rischi di
essere tante Terre
dei Fuochi, ovunque
frema una rivolta
civile”.
Patruno ha
denunciato
“l’antimeridionalismo
che condanna il Sud
alle opere
incompiute, alle
ricchezze
abbandonate a un
destino di miseria,
ai finanziamenti che
prendono vie
impreviste e
all’indifferenza
verso un Sud che
paga quanto il resto
del Paese per
ottenere sempre meno
del resto del Paese.
E un Sud che
vorrebbe invece
contare sul minimo
occorrente per fare
da sé e liberarsi
della medicina
dell’assistenza
spacciata per
benevolenza, per
liberarsi della
forzata necessità
spacciata per
parassitismo, per
liberarsi della
rapina altrui
addebitata a una
propria inferiorità
infine biologica,da
razza inferiore.
Restiamo al Sud. Non
ce ne andiamo,
almeno noi. Vogliamo
restare e combattere
per non lasciare
questa terra alle
mafie,
all’abbandono,
all’ignoranza che
soffoca bellezza e
benessere.
Combattere per
trovare una strada
di rinascita e
sviluppo, per far
prosperare un fiore
che tutto il mondo
ammira e sboccia
ogni giorno
nonostante tutto.
Noi pensiamo sia
questa la strada da
percorrere: rimanere
e prendersi cura di
questa terra. Con
l’aiuto delle menti
più lucide e capaci.
Per cambiare
insieme,si può e si
deve”.
Questo l’invito
dello scrittore agli
studenti dell’Itcg
Loperfido-Olivetti
di Matera, che hanno
infinite possibilità
di inventarsi
progetti informatici
e lavorare nel mondo
del turismo grazie
all’interessante e
valido corso di
studi che svolgono.
Possono avere le ali
per partire,
conoscere e
imparare, e i piedi
per tornare. |