MIGLIONICO.
Polemica infinita per il canile che non ha mai visto
un cane. Il canile è quello realizzato
dall’amministrazione dell’allora sindaco Dalessandro,
in contrada Pescara, a meno di 100 metri dal
depuratore cittadino e che è finora costato alla
comunità oltre 120mila euro e mai entrato in
funzione. Dopo le diverse interrogazioni del
consigliere d’opposizione Aspriello, sulla sua
mancata apertura e sulle irregolarità palesi di
quella costruzione, ora arriva la richiesta
esplicita da parte degli attivisti del Movimento 5
Stelle che chiedono a gran voce che chi ha
sbagliato, ora paghi per il danno che ha causato
alla comunità. In un comunicato denunciano
l’evidente superficialità e incompetenza di chi ha
pensato e progettato il manufatto in barba alle più
elementari leggi che vietavano espressamente
(Delibera Interministeriale del 04.02.77) di “avere
i depuratori a distanze inferiori a 100 metri dai
centri abitati. Questo per salvaguardare la salute
pubblica dall’inalazione di sostanze pericolose,
odori e rumori molesti salvo i casi in cui era
possibile, con l’utilizzo di tecnologie, il loro
contenimento”. Se l’amministrazione avesse
operato seguendo le leggi, precisa il comunicato,
questa spreco di denaro pubblico per un’opera
inutilizzabile, nelle vicinanze del depuratore non
si sarebbe mai potuta verificare. La risposta
addotta dal Dalessandro alle prime obiezioni della
ASL all’epoca della realizzazione, precisavano che
“un depuratore si realizza affinché funzioni e
non presupponendo che esso sia nocivo perché, in tal
caso, non si dovrebbero autorizzare i depuratori”.
Con questa risposta l’allora Sindaco e quindi la ASL
che si tacitò, dribblarono la Delibera e le
precauzioni in essa prescritte a prescindere dal
corretto funzionamento o meno dell’impianto di
depurazione. Un canile accanto ad un depuratore non
lascia intravedere né buon senso e né rispetto per
la salute degli addetti ai lavori e degli animali
ricoverati. E le risposte del Sindaco Buono che ha
ereditato la struttura –continua il comunicato, non
ci soddisfano. Dopo aver speso 120mila euro, si
rendono conto che la gestione del canile, casomai
potesse entrare in funzione, non sarebbe
economicamente conveniente in quanto fra convenzione
con veterinario, mezzo autorizzato, personale e
costi di gestione si andrebbe a spendere più di
quanto attualmente costa il soggiorno presso
strutture attrezzate. Le domande sorgono spontanee:
perché realizzarlo? E a questo punto chi aveva il
dovere di valutarne fattibilità, costi e benefici
perché non l’ha fatto? E, se lo ha fatto e ha
sbagliato, perché non paga per questi errori? La
valutazione di costi e benefici di un opera pubblica
non dovrebbe essere “l’abc” per chi amministra
seriamente la cosa pubblica? Ed il comunicato
conclude: “Un’opera ferma con le quattro frecce,
figlia del più deprecabile esempio di sperpero di
denaro pubblico e mala politica. Il popolo
miglionichese è stato derubato “nel portafoglio” e
nelle aspettative e ora chiede giustizia. Vuole che
i soldi spesi siano reintegrati nelle casse comunali
o regionali dai responsabili che dovrebbero avere il
buon senso di ammettere i propri errori restituendo
fino all’ultimo centesimo”. Antonio Centonze |