MIGLIONICO
- «A chiusura della festa patronale, con lo sparo
dei fuochi pirotecnici, si è sfiorata una doppia
tragedia ». Esordisce così, Piero Porpora,
proprietario di una delle abitazioni situate alla
periferia di Miglionico, sfiorata dalle fiamme e
invasa dal fumo delle sterpaglie ed arbusti accese
dalla caduta a terra di materiale pirico. «Oltre
alrischio che ha corso la pineta che circonda il
Castello -precisa- la mia abitazione e quelle di
conoscenti e familiari situate sulla via Appia sono
state letteralmente circondate da fiamme, con grave
rischio di prendere fuoco. Le tende sui terrazzi
sono state bruciate dalle faville, mentre nelle
abitazioni fumo, cenere e faville, si sono
intrufolati dappertutto lasciando quell'acre odore
irrespirabile che ci ha costretto a cercar altro
posto per trascorrere la notte. Una notte di festa
di cui non so chi devo ringraziare. Una tragedia che
avrebbe potuto essere ancor più grave. Quello che fa
più rabbia aggiunge Porpora- è che tutti, Comitato
feste, Comune, Prefettura, fuochisti minimizzano e
si rimpallano le responsabilità dell'accaduto.
Praticamente nessuno ha responsabilità. Vuoi vedere
che le
responsabilità, alla fine, saranno di quelli che
hanno casa in periferia? Se l'avessimo avuta in
centro, avremmo avuto anche noi solo gli abiti
impregnati di fumo e non i danni e l'immane lavoro
di pulizia cui siamo stati costretti il giorno dopo
per liberarci dal fumo che ha invaso le abitazioni.
E meno male che è andata così. Restano i danni e la
paura patita di veder bruciare la propria casa.
Scene e attimi che non auguro a nessuno. Vedere i
vigili del fuoco addentrarsi di tutta fretta nella
propria abitazione, per spegnere il fronte
dell'incendio che avanzava, non sono immagini che si
dimenticano facilmente. Perchénon hannosparato i
fuochi dal luogo solito, quello da cui sono stati
lanciati tutti gli anni? L'area a ridosso della Ss 7
non andava bene? Lanciandoli dalla collina
sovrastante, le nostre abitazioni hanno ampliato la
possibilità di generare focolai e così alla fine è
stato; tanto che le prime squadre di vigili del
fuoco non sapevanosu quale fronteconcentrarsi, per
spegnere i diversi focolai. Eadesso, nondico i danni
morali, ma almeno quelli materiali, qualcuno
dovrebbe quantomeno mettersi la mano sulla coscienza
e risarcirli ». Antonio Centonze |