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ANTONIO CENTONZE
Il Quotidiano
della Basilicata
3 Marzo 2011 |
Miglionico. E’ stata introdotta una specie anomala,
occorre allungare la stagione venatoria
«I
cinghiali si possono fermare»
Materdomini (Enalcaccia) spiega le ragioni di un
ripopolamento senza regole |
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MIGLIONICO
- In risposta all'articolo di qualche giorno fa, in
cui si levava il lamento di un agricoltore
miglionichese per i danni procurati dai cinghiali
nei territori a cavallo fra Miglionico e Grottole,
Giulio Materdomini, rappresentante dell'Enalcaccia
miglionichese, ha tenuto a precisare il suo
pensiero. «Capisco la rabbia di chi si sacrifica
nella cura dei terreni e semina per poi raccogliere,
ma scaricare la colpa di mancate raccolte
esclusivamente sul cinghiale mi sembra esagerato.
Sicuramente chi ha operato in passato nel
ripopolamento ha le sue colpe. Ripopolamento che, mi
preme precisare, non avviene da qualche anno visto
il ripopolamento naturale che questi animali hanno
attuato. E, d'altronde, sarebbe un controsenso per
l'ente Provincia, ripopolare per poi pagare i danni
che questi animali a volte procurano all'agricoltura
». Di chi sono le colpe? Secondo Materdomini, «la
cattiva
gestione del ripopolamento ha grosse colpe.
Introdurre sul territorio razze di cinghiali che
arrivano a pesare oltre un quintale e con scrofe che
riescono a partorire dai 7 ai 10 cuccioli, invece
dei 3 che un vero cinghiale dal peso di 60/ 70 kg
dovrebbe, ha consentito un moltiplicarsi
incontrollato della specie. La denuncia
dell'agricoltore è lecita. I cinghiali si spostano
in branchi e sono girovaghi. Riescono a percorrere
anche 40 km a notte e dove passano lasciano tracce.
Ho visto campi di granturco divorati in una notte,
ma a volte si esagera anche con le denunce. Bastano
pochi pomodori divorati o a volte solo la visione
delle tracce del loro passaggio che “agricoltori”
fanno scattare richieste di risarcimenti tali da far
sembrare che siano passati non cinghiali ma bisonti.
Sono una minoranza, per carità, ma questo getta
discredito sulla categoria e pregiudica gli
indennizzi di quanti i danni li subiscono in maniera
consistente». E sempre Materdomini aggiunge:
«Regione e Provincia cercano di fermare la crescita
del numero dei cinghiali, che prima hanno favorito,
con sistemi che noi cacciatori contestiamo: la
cattura con i cosiddetti chiusini, tra l'altro
costosissimi. Un sistema di gabbioni posizionati in
vari punti che catturano i cinghiali senza selezione
e senza rispettare un numero preciso snaturando
tutta la specie, mettendoli a rischio di vita per
l'impatto stressante che un animale selvatico ha
dopo la cattura in queste gabbie! Noi come
cacciatori abbiamo proposto un anticipo
dell'apertura della stagione venatoria a settembre e
un abbattimento selettivo e regolato nei parchi
sotto il controllo delle due provincie. Regione e
Provincia fanno orecchie da mercante e si ostinano a
elargire rimborsi comunque esigui agli agricoltori e
catturare in questo modo i cinghiali in eccesso. In
altre regioni, vedi Piemonte ed Emilia Romagna,
queste propose semplici e rispettose dei diritti di
animali, cacciatori e agricoltori, vengono attuate
già da tempo e le cose vanno sicuramente meglio».
Antonio Centonze |
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