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Miglionico
- Si leva da Miglionico la voce di un attento e
scrupoloso analizzatore di eventi della storia della
nostra Italia. Una persona che riflette, commenta e
trasmette. La domanda che affligge il nostro
interlocutore è se questi 150 anni trascorsi siano
effettivamente per i Lucani un evento da festeggiare
in pompa magna. «Dovremmo festeggiare il genocidio
degli anni 1861/1870 in cui decine di migliaia di
Lucani innocenti furono trucidati in quella che fu
fatta passare come guerra al brigantaggio? -
esordisce e diffonde dal sito internet
www.miglionicoweb.it
[Leggi l'intero articolo pubblicato su
Miglionicoweb]
Tonino di Torre Fino. A supporto di quello
che dice, cita Gramsci che asseriva: «Lo stato
italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a
ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole,
squartando,
fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri, che
scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio
di briganti». Ed aggiunge: «Dovremmo festeggiare per
i circa centomila lucani che, affamati dalle
politiche economiche dei governi “nordisti” e da
tasse come l'odiosa imposta sul macinato, furono
costretti ad emigrare verso le Americhe alla fine
dell'Ottocento? O dovremmo festeggiare per le
migliaia dei nostri nonni ed antenati mandati a
morire nelle trincee del Carso per conquistare una
terra (l'Alto Adige) che tanti grattacapi avrebbe
poi dato all'Italia? Ed ancora, dovremmo forse
festeggiare per le condizioni di miseria e
d'abbandono in cui la nostra Regione versava sotto
il regime fascista? Condizioni poi così
magistralmente descritte e raccontate da Carlo Levi
nel suo famoso libro “Cristo si è fermato ad Eboli”.
Libro di cui tutti noi dovremmo avere una copia».
E' un vulcano in piena il sig. Tonino e ne ha anche
per la repubblica che seguì la monarchia. «Dovremmo
forse festeggiare per la seconda imponente ondata
migratoria che tra gli anni 50/60 vide migliaia di
nostri corregionali emigrare, spopolando i nostri
paesi e distruggendo la struttura socio economica?
Dovremmo forse festeggiare per l'illusione della
grande industria chimica in Valbasento che con i
suoi veleni portò morte lasciando solo macerie e
terreni ancora da bonificare? Dovremmo dichiararci
felici per le scorie radioattive americane che
furono negli anni '60 seppellite a Rotondella e per
il tentativo, fortunatamente sventato dalle nostre
popolazioni, di fare della nostra Regione la
pattumiera delle scorie nucleari per l'Italia e per
l'Europa?».
E Tonino la sua proposta di festa ce l'ha bene in
mente. «Il 2011 per noi Lucani sia piuttosto “l'anno
della riflessione” su tutto quello che è accaduto in
questi 150anni. Occorre capirne i motivi, senza
cadere nell'anacronistica e banale contrapposizione
Nord/Sud, senza cercare solo colpevoli a destra o a
sinistra. Dalle nostre parti si dice che “nan pot'
campà lu dritt' ci nan c'è lu fuess'”. In pratica,
se il nostro territorio è stato sfruttato, se sono
stati spesso calpestati i nostri diritti, questo è
potuto accadere anche a causa delle nostre mancanze
e delle nostre debolezze. Ci siamo fatti e ci
facciamo ancora incantare da ideologie e partiti che
invece di unirci, continuano a dividerci, a non
tutelare i nostri legittimi interessi. La nostra
cultura ha buone ed antiche radici; è bene
conservarle, ma all'albero va dato nuova linfa;
vanno potati i rami del fatalismo, delle
superstizioni, della rassegnazione. Meno moralismo,
meno individualismo e più visione collettiva, più
impegno civile per dare soluzioni ai nostri vecchi e
nuovi problemi e non solo feste». Antonio
Centonze
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l'intero articolo pubblicato su Miglionicoweb) |
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Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via
Francesco Conte, 9 - 75100 Matera - Tel. 0835 310375 |
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