Miglionico
- “Cavallucci di creta. Danza di ricordi sul colle
di Miglionico tra case bianche e castelli”. E' il
titolo del nuovo libro della scrittrice Maria
Augusta Galletti. Piemontese di nascita, ma legata
da oltre quarant'anni alla terra lucana, dove
trascorre diversi mesi all'anno alternandoli con
quelli nella sua città di residenza, Borgosesia, in
provincia di Vercelli. Nella corte del Castello del
Malconsiglio, stasera alle ore 20, nell'ambito della
Sagra organizzata dalla Pro loco e dedicata al
tipico frutto della campagna miglionichese, il fico,
verrà presentato ufficialmente il suo secondo libro.
La scrittrice, nata a Ordrovago di Cravagliana (Vc)
nel 1943, ha vissuto la sua infanzia e adolescenza a
Varallo. E proprio le zone della sua adolescenza,
quelle della Valsesia, sono state le ispiratrici del
suo primo libro pubblicato nel 2006 con il
patrocinio dei comuni di Varallo, Cravagliana e
della provincia di Vercelli. “Orecchini di ciliegie”
è un libro nato dai ricordi d'infanzia, quelli del
primo Dopoguerra, anni in cui il mondo si preparava
a cambiare radicalmente. L'autrice in questo libro
ha ricostruito le memorie di un paesino e di una
valle, facendo riscoprire e rinverdire soprattutto
nei valsesiani, il ricordo di quando ripartivano
dalla valle per riprendere, anche loro, le strade
dell'emigrazione al fiorir dei primi ciliegi. Un
successo letterario inaspettato con un libro dalla
prosa impeccabile, per raccontare uno spaccato di
storia valsesiana. Tre le edizioni, stampate in un
anno e andate letteralmente a ruba che hanno tenuto
banco nelle librerie della zona per diverso tempo.
Numerosi anche i premi e riconoscimenti raccolti
dalla scrittrice negli anni a seguire. Dopo 4 anni,
Maria Augusta Galletti in Occhiogrosso, ritorna in
edicola. E lo fa con un libro che «darà voce a un
popolo fiero, quello lucano di Miglionico,
esuberante e riservato, talentuoso e geniale, che ha
saputo resistere alla dura vita contadina e si è
adattato ai tempi con intelligenza, per arginare
l'emigrazione », le sue parole di presentazione.
«Nel libro, un mosaico composto da tanti tasselli
nel contesto panoramico di luoghi, usi e costumi di
questa terra che ho conosciuto, apprezzato e
imparato ad amare». La signora Occhiogrosso, come è
conosciuta a Miglionico, ha ricostruito attraverso i
racconti dei familiari e delle persone anziane con
cui ama conversare e che considera “enciclopedie
viventi”, il ricordo di quei tempi che non
torneranno più. Una storia “minore” con svolazzi tra
quella “maiuscola” e più antica. Un tono leggero,
danzante su ritmi allegri, solari, a volte
imbarazzanti e divertenti ma spesso commoventi.
Scritti di vita miglionichese, con passione. Per non
dimenticare e non disperdere quel ricco patrimonio
di memorie orali di cui ricca è la Lucania e
Miglionico. Oltre 150 le pagine in cui è sviscerata
una Miglionico, dal passato degli anni '60 fino ai
giorni nostri, con aneddoti di vita, cronaca, usanze
e modi di pensare, analizzati dagli occhi curiosi di
Maria Augusta da quando sulla scena della sua vita
le apparve il paesello in cima ad una collina. Una
collina che ama e a cui ha voluto dedicare questa
sua seconda fatica per un successo da bissare.
Antonio Centonze |