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ANTONIO CENTONZE 
Il Quotidiano della Basilicata
1 Dicembre 2009
Miglionico. Il dato allarmante di un sondaggio anonimo in tutta la provincia
Trentamila ammalati di gioco
Miglionico - Nell'aula magna dell'Istituto comprensivo di Miglionico, si è svolta un'ampia discussione, con la presentazione di dati statistici,su un fenomeno che sta assumendo sempre più contorni di rilevanza sociale: il gioco d'azzardo. Che sia “Gratta e vinci” o slot machine, il fenomeno del gioco sembra in forte crescita, soprattutto fra i giovani. Il dato è emerso da un'indagine svolta tra gli alunni della scuola primaria (classe quinta) e della secondaria di primo grado del locale istituto. I risultati della ricerca, curata dall'associazione di promozione sociale “Omnia Mentis” e da “Magister vitae”, diretta da Rino Finamore,sono stati illustrati dalla psicoterapeuta Filomena Tataranni. Al convegno “Una malattia chiamata gioco” hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco, Angelo Buono (Pd); gli assessori provinciali Salvatore Auletta e Giuseppe Dalessandro; il dirigente scolastico Amati, don Basilio Gavazzeni e don Giuseppe Tarasco. «La ricerca -ha spiegato Tataranni- è stata di tipo osservativo e descrittivo: sono stati proposti tre questionari, due per i ragazzi e uno per gli adulti, il cui obiettivo è stato quello di fotografare il rapporto esistente tra la popolazione locale e il gioco. Dai dati emerge che i ragazzi, già a partire dai nove anni, conoscono i giochi a premi in particolar modo il Gratta e vinci e Superenalotto. Nel 40% dei casi, gli stessi hanno giocato almeno una volta al “Gratta e vinci”. Per quanto riguardo i ragazzi fra gli undici e i quindici anni, almeno il 30% gioca nei concorsi premi, anche in assenza di adulti, con gli amici e con i soldi della propria paghetta ». La situazione degli adulti vede un 6%, presentare un profilo comportamentale paragonabile a quello del giocatore patologico e necessiterebbe di un intervento terapeutico e riabilitativo. «Rapportando questo dato alla sola popolazione adulta della provincia di Matera, risulta che circa 30.000 persone hanno bisogno di un intervento immediato. Questo dato non è trascurabile - sostiene Rino Finamore - se pensiamo che a questi vanno aggiunte le famiglie. L'impatto della dipendenza da gioco sul sistema familiare è devastante ed ha inevitabili ripercussioni sulla sfera finanziaria, relazionale, emotiva, spirituale, lavorativa e sociale. Il disagio al quale sono sottoposti tutti i membri della famiglia è talmente elevato da portare, a lungo andare, alla disgregazione completa del nucleo familiare, con separazioni, abbandono di minori e, nei casi più gravi, persino al suicidio del giocatore». Il 13% della popolazione si colloca, invece, in una situazione intermedia e necessiterebbe di maggiori informazioni, sensibilizzazione e consulenza, al fine di potere mantenere il proprio quadro comportamentale entro limiti accettabili. «Si tratta di metodologie di contrasto al gioco che risultano assenti in tutta la Basilicata. -ha aggiunto Tataranni- Stante tali dati, in Basilicata, circa trentamila persone sono in una situazione che richiederebbe una risposta sanitaria e sociale tempestiva e competente per evitare che il gioco si faccia sempre più duro ad essere sconfitto». Antonio Centonze

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