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Protesta dell'opposizione nei confronti della maggioranza di centrosinistra |
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MIGLIONICO. Cresce il livello di tensione e di indignazione tra le forze politiche di minoranza che fanno parte del Consiglio comunale. Per protesta nei confronti delle ultime scelte amministrative adottate dal gruppo di maggioranza di centrosinistra, “Miglionico in comune”, che sostiene il sindaco Francesco Comanda, i tre consiglieri comunali di minoranza, Antonio Digioia del M5S, Vito Rago e Giuseppe Dalessandro di “Esperienza e Futuro per Miglionico”, non hanno partecipato all’ultima seduta dell’assemblea cittadina, quella che s’è svolta lunedì scorso (28 dicembre) con la sola partecipazione dei consiglieri di maggioranza. Nella fattispecie, l’energica dimostrazione di disapprovazione, da parte della minoranza, nei confronti dell’operato del gruppo di maggioranza, è correlata alla decisione di aver approvato il bando pubblico comunale, riguardante l’erogazione dei buoni spesa alimentari ai nuclei familiari meno abbienti presenti in paese, contraddistinto da alcune clausole “palesemente discriminatorie”, a giudizio dei due gruppi di minoranza. Per la precisione, nell’ambito del “Decreto ristori ter, misure urgenti di solidarietà alimentare”, è stato pubblicato un bando che non tiene conto nel modo più assoluto di alcune osservazioni formulate, a riguardo, dai consiglieri di minoranza. E, quest’ultimi, in un comunicato, scrivono che nel bando sono presenti “alcune clausole fortemente discriminatorie nei confronti sia degli stranieri domiciliati (senza fissa dimora) sia di quelli residenti da meno di un anno a Miglionico”. In virtù di tali clausole, la conseguenza è che “se uno straniero è solo domiciliato oppure residente in paese da meno di un anno, non merita alcuna assistenza umanitaria”. Eppure, “in merito a fattispecie analoghe, numerose sentenze del Tar (Tribunale amministrativo regionale), tra cui c’è anche quella del Tar di Basilicata – rilevano i tre consiglieri comunali di minoranza – hanno più volte ribadito che, in questo periodo di emergenza, nessun ostacolo o cavillo burocratico, quale appunto la residenza, possono impedire l’assistenza e il sostentamento nei confronti dei più bisognosi, siano essi cittadini italiani, stranieri o apolidi. Nessuno deve e dovrebbe rimanere indietro ed un’amministrazione sensibile a certe dinamiche sociali non avrebbe dovuto, nella maniera più assoluta, avallare delle condizioni così indegne”. Ne discende la considerazione di dare vita “all’ennesimo cattivo esempio di presunzione e di avversione alla legalità. Ciliegina sulla torta: nell’ordine del giorno del Consiglio comunale, convocato per lo scorso 28 dicembre – si legge nel comunicato - c’è anche un argomento inerente al conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick Zaky, proprio per sensibilizzare la cittadinanza alla difesa dei diritti umani ed alla libertà di pensiero contro ogni regime. Un tema che ci trova assolutamente d’accordo, ma che proposto da una maggioranza che ha avallato un bando discriminatorio e in violazione dei più fondamentali diritti umani, rasenta il ridicolo e allo stesso tempo è di una tristezza unica”. Da qui, la decisione di non partecipare “all’ennesimo Consiglio comunale dell’ipocrisia: i diritti umani non si annunciano, ma si rispettano”. Gi. Am. |
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