MIGLIONICO.
Anelli, bracciali, collane, orecchini e laccetti
d’oro, tanti gioielli accumulati in quasi trent’anni
di vita coniugale, per un valore di mercato intorno
ai cinque mila euro, costituiscono il bottino di un
furto messo a segno in un appartamento di proprietà
di Franco Manzara, dipendente comunale, in
servizio presso il municipio di Miglionico.
L’abitazione che è stata abilmente saccheggiata dai
cosiddetti “topi d’appartamento”, senza lasciare
traccia del loro passaggio, è ubicata nel centro
storico, in via Piave, a pochi metri di distanza da
piazza Castello. Il furto subito è stato scoperto
solo dopo alcuni giorni da quando è stato messo a
segno. E’ stato regolarmente denunciato presso la
locale stazione dei Carabinieri, guidata dal
maresciallo Lorenzo Mele, che ha avviato le indagini
per scoprire i colpevoli. Del tutto sofisticata la
tecnica usata nell’esecuzione del furto: i
malviventi, dopo aver fatto irruzione
nell’appartamento preso di mira, lasciato
momentaneamente incustodito dal proprietario, sono
entrati, verosimilmente, da una finestra
incautamente lasciata aperta, e si sono impossessati
di tutti i gioielli che hanno trovato a portata di
mano, senza mettere a soqquadro i tiretti, né i
mobili della casa. Sono andati a colpo sicuro. Due
le ipotesi. La prima: i ladri conoscevano, forse, il
nascondiglio dei manufatti d’oro? La seconda: è
probabile che abbiano usato delle particolari
apparecchiature elettroniche ( i metal detector?),
in grado di rilevare la presenza dei metalli? La
dinamica del furto ce la spiega lo stesso
proprietario: “Tutto il mio nucleo familiare
(composto da quattro persone) – spiega Manzara – è
stato costretto ad allontanarsi da casa
contemporaneamente per partecipare al funerale di un
nostro parente. Ci siamo assentati da casa per circa
tre ore. La porta di ingresso della casa era stata
chiusa; avevamo lasciato aperta solo il vetro di una
finestra, peraltro con la tapparella abbassata:
purtroppo, da qui, probabilmente, sono entrati i
ladri che, dopo aver rubato i nostri gioielli, non
hanno lasciato niente in disordine. Tanto che al
nostro rientro a casa, nessuno della mia famiglia si
è accorto del furto. Intanto, dopo quelli commessi
nei mesi scorsi, con le stesse “raffinate” modalità,
alla Diabolik, nella comunità, si sta diffondendo
una sorta di psicosi tra i cittadini che
incominciano ad avere un certo timore ad
allontanarsi dalle rispettive abitazioni. Giacomo
Amati |